Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/Il fine della creazione: era messianica: differenze tra le versioni

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<font size=5>LA VISIONE DEL MONDO: DIVINITÀ E CREAZIONE</font>
= Il fine della creazione: era messianica =
È già stato menzionato come la visione del mondo della ''Tanya'' trovi il suo fine nell'era messianica. Di seguito verranno presi in considerazione alcuni dei riferimenti messianici diretti. Riguardo a ciò che è stato discusso nel Capitolo II riguardo alla caratteristica messianica nel primo chassidismo, si può anche notare che sebbene il messianismo non sia l'argomento più frequente della ''Tanya'', è tutt'altro che privo di espressioni messianiche. Si trovano spesso espressioni [[w:escatologia ebraica|escatologiche]], e queste indicano un'aspettativa viva, speranzosa e dinamica di questioni messianiche — obiettivo stesso degli scritti di Zalman. Così, già nel secondo capitolo della ''Tanya'', troviamo Zalman che parla delle diverse gradazioni delle anime, in particolare, dicendo: "[...] le anime delle nostre generazioni che vivono nel periodo che precede la venuta del Messia".<ref>''Tanya'' cap. 2. Il testo ebraico riporta: נשמות דורותינו אלה דעקבי משיח</ref> Quando scrive sull'adempimento dei 613 comandamenti mediante la sola fede, Zalman interpreta la citazione di {{passo biblico2|Abacuc|2:4}}, "il giusto vivrà per la sua fede", ad implicare la risurrezione dei morti nella parola "vivrà".<ref>''Tanya'' cap. 33.</ref> Inoltre, quando parla dell'importanza della gioia nell'osservanza dei comandamenti, dice: "Pertanto, [l'uomo che accetta le afflizioni con gioia], merita [di vedere] il ‘Sole che avanza con la sua potenza’ — nel mondo a venire".<ref>''Tanya'' cap. 26.</ref> Questi sono tre esempi di come l'era messianica, la risurrezione e il mondo a venire (cioè il paradiso) sono rappresentati nella ''Tanya''.
 
In ''Iggeret ha-Kodesh'' e ''Kuntres Acharon'', Zalman si spinge fino a chiamare questo tempo "l'avvento del Messia", בעקבות משיחא, <ref>L'espressione letteralmente significa "sulle orme del Messia" o "sui passi del Messia". Si veda anche ''Sotah'' 49b, Rashi e ''Ez Chayim'' (per l'implicazione mistica). ''Iggeret ha-Kodesh'' cap. 9; ''Kuntres Acharon'', saggio 8. È un gioco di parole su {{passo biblico2|Salmi 89:52}}.</ref> un tempo in cui l'atto di carità è il servizio principale, perché Israele sarà redento solo attraverso la carità.<ref>''Iggeret ha-Kodesh'' cap. 9. ישראל נגאלין אלא בצדקה ("E tutto Israele...") è una citazione da ''Shabbat'' 139a e ''Sanhedrin'' 98a. La cosa buona riguardo alla carità è che può essere diffusa senza limiti. Zalman scrive nel cap. 10 che la carità è anche preferibile al sacrificio secondo {{passo biblico2|Proverbi|21:3}}. Tuttile imperfezioni del mondo superiore e inferiore, causati dai peccati dell'uomo, possono essere corretti per mezzo della carità.</ref> Allo stesso modo, la carità è raccomandabile perché "avvicina la redenzione".<ref>''Tanya'' cap. 21 interpretando ''Bava Batra'' 10a.</ref> Ci sono due tipi di anime tra gli ebrei: quelle degli studiosi della Torah e quelle di coloro che eseguono i comandamenti, di cui Zalman sottolinea soprattutto l'atto di carità. Afferma che, sebbene gli studiosi della Torah abbiano una funzione estremamente importante nel portare l'illuminazione e la vivificazione da Dio a questo mondo fisico, ciò da solo è insufficiente perché è completato solo da coloro che dedicano la loro vita alla carità e alla benevolenza mediante l'osservanza dei comandamenti.<ref>''Tanya'' cap. 6. L'attenzione di Zalman sull'atto di carità (צדקה ''zedakah'') nelle sue lettere pastorali è legata al suo sostegno del gruppo che si era stabilito in Terra d'Israele. Dice che l'atto di carità sarà la pace, che è una citazione da {{passo biblico2|Isaia|32:17}}. Ora, sia la Terra di Israele che la pace sono fattori centrali nell'era messianica, e quindi è probabile che l'insegnamento di Zalman e l'ammonimento ai suoi seguaci di fare la carità servano a uno scopo messianico. Si veda anche in particolare il cap. 14 dove Zalman ammonisce i suoi seguaci di "suscitare l'amore antico e l'affetto per la nostra Terra Santa". Il dare generosamente per questa causa dovrebbe aumentare ogni anno. Si veda anche ''Lessons in Tanya'' IV:236. La speranza di Zalman è espressa nel cap. 21, dove dice della Terra Santa: "Possa essere ricostruita e ristabilita rapidamente, nei nostri giorni (io ti chiedo)".</ref> Inoltre, colui che sottomette il ''sitra achra'' e converte le tenebre in luce con il sacrificio di sé "meriterà di vedere ‘per contatto visivo’, il Signore che ritorna a Sion", il che significa che questa persona sarà testimone della venuta del Messia.<ref>''Tanya'' cap. 9. L'intero testo riporta (si veda la fine del capitolo): "E chiunque sacrifica il suo impulso a questo riguardo e apre la mano e il cuore soggioga il ''sitra achra'' e converte le tenebre in luce di Dio, sia benedetto, cosicché con l'avvento del Messia egli dimora su di noi in uno stato di azione, e meriterà di vedere negli occhi il Signore che ritorna a Sion.</ref>