Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/L'uomo e il suo significato per il corso messianico degli eventi: differenze tra le versioni

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"Il giusto che prospera" è anche "il completamente giusto", perché non prova piacere in questo mondo e lo disprezza anche. Collega Dio con coloro che sono ai livelli inferiori.<ref>''Tanya'' cap. 10 qui cita lo ''Zohar'' II:114b; III:222b e 281a.</ref> Il secondo tipo, il giusto che soffre (cioè colui che subisce il male),<ref>Steinsaltz 2003:249.</ref> può sembrare come se avesse vinto tutto il male, ma nondimeno il male ha ancora qualche presa su di lui e non si è convertito alla santità.<ref>''Tanya'' cap. 10.</ref> Quando si considerano gli uomini malvagi, "colui che prospera" è qualcuno la cui bontà è sottomessa alla ''qelipah''. Zalman si riferisce qui principalmente ai peccati sessuali. Questo tipo di persona prova rimorso e di tanto in tanto raccoglie forza dalla bontà dentro di sé. Mediante il pentimento Dio lo perdonerà. "L'uomo malvagio che soffre" non ha nessun pensiero di pentimento, ma la ''Shekhinah'' aleggia ancora su di lui, e quindi c'è sempre una porta aperta per pentirsi e tornare a Dio, indipendentemente dal livello spirituale in cui ci si trova.<ref>''Tanya'' cap. 11. ''Iggeret ha-Teshuvah'' cap. 6 spiega che quando un peccatore si pente toglie vita al peccato che ha commesso. Quando si pente fa ritornare il flusso emanato dalla ''Shekhinah'' al suo posto giusto. Si veda la fine del capitolo.</ref>
 
Zalman scrive principalmente per il quinto tipo, l'intermedio, il ''beinoni''. Ogni persona può raggiungere questo livello in qualsiasi momento.<ref>''Tanya'' cap. 14.</ref> Questa è la persona in cui il male è assopito,<ref>''Tanya'' cap. 13.</ref> ma su cui il male non guadagna mai così tanto potere da farlo peccare, anche se a volte sente desiderio del mondo. Non realizza i desideri, perché sa di essere stato creato in modo che il suo cervello regni sul suo cuore e il male non abbia autorità su di lui. Non appena sorge un pensiero, rifiuta volentieri di accettarlo e quindi in realtà non è mai malvagio.<ref>''Tanya'' cap. 12. ''Lessons in Tanya'' I:185 spiega che spesso possono sorgere desideri malvagi, ma l'anima divina del ''beinoni'' previene costantemente questi desideri nel pensiero, nella parola e nell'azione.</ref> Questa è la battaglia che deve affrontare l'intermedio. Ha due "giudici": l'inclinazione al male e l'inclinazione al bene; chi fa il bene è giudicato dalla buona inclinazione. Zalman dice: "Il verdetto finale viene dall'arbitro — il Santo, che Egli sia benedetto, cheil Quale viene in aiuto della buona natura", perché altrimenti una persona non sarebbe in grado di superare l'inclinazione al male. Il male è nutrito dal male, ma chi medita sulla grandezza di Dio ottiene forza per la propria anima divina.<ref>''Tanya'' cap. 13. Si veda ''Kiddushin'' 30b.</ref>
 
 
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