Missione a Israele/Contesti sociali: differenze tra le versioni

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Complicata è anche la relazione del gesto di Gesù (specialmente se con esso metteva profeticamente in atto la distruzione, {{passo biblico2|Marco|11}} e parall.); la sua profezia della prossima distruzione del Tempio ({{passo biblico2|Marco|13}} e parall.); il resoconto della sua profezia come minaccia, ripetuta da falsi testimoni, al suo processo davanti ai sacerdoti ({{passo biblico2|Marco|14:57-58}}); e il modo in cui tutti questi motivi marciani si adattano al fatto che i romani distrussero veramente il Tempio nel 70. I nostri problemi iniziano col fatto che non possiamo sapere quando i Vangeli – Marco in particolare – furono scritti. Il consenso accademico, sebbene contestato, data tutti e quattro i Vangeli all'ultimo terzo del primo secolo. Alcuni stidiosi fanno risalire la composizione di Marco appena prima della [[w:Prima guerra giudaica|Guerra giudaica]] contro Roma, spiegando il suo tono apocalittico quale misura della sua anticipazione angosciata del conflitto; altri pensano che tutti i quattro furono composti (o redatti) un po' di tempo dopo il 70.
 
Un'ambientazione post-70 può spiegare molto bene quelle parti dei sinottici che predicono la distruzione del Tempio ("[[w:Ex post|ex post facto]]", col senno di poi...). La revisione di Marco da parte di Luca ("Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina" {{passo biblico2|Luca|21:20}}) sembra chiaramente aggiornata alla luce della guerra succitata. Inoltre, antichi scritti scritti profetici spesso "predicono" un evento che in realtà è già avvenuto. L'accuratezza delle loro predizioni fa quindi risaltare maggiormente l'autorità del testo. E, infine, è pratica accademica standard datare la composizione di tali testi ad un periodo appena dopo ma non prima dell'evento predetto. Sembra ovvio, no? Abbiamo già visto queste caratteristiche, antiche e moderne, attuate nel [[w:Libro di Daniele|testo di Daniele]]. Lo pseudonimo dell'autore colloca la profezia nel sesto secolo p.e.v., con la generazione della [[w:Esilio di Babilonia|Cattività Babilonese]]. La decodificazione dei riferimenti simbolici del testo indicano eventi del tardo [[w:Dinastia seleucide|periodo seleucida]]. Gli studiosi, orientando le loro stime dell'"abominio della desolazione" di Daniele ({{passo biblico2|Daniele|12:11}}, datano il testo verso il 167 p.e.v., quando Antioco Epifane profanò l'altare a Gerusalemme.
 
Contro tali argomentazioni, coloro che datano questi temi marciani a prima dell'effettiva distruzione del Tempio, forsanche generate da tradizioni di vero insegnamento da parte di Gesù, indicano due fatti che supportano il loro caso. Primo, la letteratura apocalittica ebraica prima e dopo la vita di Gesù parlano anche dell'attuale distruzione del Tempio e, occasionalmente, anche del suo rimpiazzo con un Tempio finale superiore (cfr. il Tempio "non fatto da mani d'uomo" in {{passo biblico2|Marco|14:58}}). L'esistenza di questo motivo apocalittico tradizionale accresce la possibilità che Gesù, predicando la venuta del Regno, possa aver pensato in termini della distruzione del Tempio. Secondo, in Flavio Giuseppe, troviamo prove sicure di un'irrefutabile profezia genuina della distruzione del Tempio nella storia bizzarra di un altro Gesù — [[:en:w:Jesus ben Ananias|Gesù figlio di Anania]].
 
 
 
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Biografie cristologiche|Interpretare Gesù in contesto|Riflessioni su Yeshua l'Ebreo}}