Missione a Israele/Dio e Israele: differenze tra le versioni

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La rivelazione biblica quindi rappresentò non tanto una serie esterna di leggi che uno "obbediva", bensì un intero sistema di vita, che uno "custodiva" o "manteneva". La Legge strutturava la vita; pertanto strutturava anche lo spazio ed il tempo. Avremo un senso più certo dell'esperienza vissuta con la Legge se cerchiamo di immaginarci queste dimensioni come facevano gli antichi ebrei.
 
Lo spazio veniva conbsiderato come fosse ordinato lungo un gradiente di santità, con "meno santo" il mondo oltre il territorio di Israele (la Diaspora), "più santo" la Terra di Israele. Ancor più santa era la città di Gerusalemme; e nell'ambito della città, zone graduate di santità ordinavano il Monte del Tempio dal santo (la corte dei Gentili) al santissimo (il santuario stesso, che solo il Sommo sacerdote poteva entrare, e solo una volta all'anno, nel Giorno dell'Espiazione, [[w:Yom Kippur|Yom Kippur]]). "Santità" in tale sistema non è un'astrazione: è la misura di separazione dal comune, dell'essere messi da parte per Dio, riservati a Lui. L'organizzazione dello spazio calibrava la prossimità al Divino: sebbene tutta la terra fosse del Signore, gli ebrei ritenevano che, in un qualche senso speciale, Dio dimorasse a Gerusalemme, nel santuario.
 
La vita ebraica era strutturata lungo questo gradiente di santità, dall'intimità delle coppie di sposi alle grandi celebrazioni comunitarie delle festività di pellegrinaggio annuali. Le istruzioni di Dio sui cibi permessi, per esempio, o sui tempi permessi per il rapporto sessuale (proibito durante le mestruazioni) erano valide ovunque. Una famiglia osservante ad Alessandria d'Egitto o a Roma in linea di principio non si sarebbe comportata differentemente da una famiglia a Gerusalemme. (Dico "in linea di principio" perché erano inevitabili variazioni nel modo di osservanza e interpretazione, ma entrambe le famiglie si sarebbero comunque preoccupate di adempiere la stessa ''[[w:mitzvah|mitzvah]]'', il comando divino.) Ma in Gerusalemme, il Tempio aggiungeva un'ulteriore dimensione: la donna mestruante lì non sarebbe entrata nell'area del Tempio. Lo spazio nella sinagoga non era ordinato secondo codici di purezza perché lì non venivano offerti sacrifici: il loro analogo sarebbe stata la sala di lettura o il centro cuminitario, non il Tempio. Di con seguenza, una donna poteva andare in sinagoga quanto più gradiva, indipendentemente dalla purezza. Alla fine del suo periodo (determinato in vari modi: alcuni ebrei aggiungevano altri sette giorni al tempo d'inizio mestruazioni, cioè il periodo di continenza sessuale si allungava da sette a quattordici giorni), la donna ritornava alla sua normale vita matrimoniale — e, a seconda delle sue usanze, forse segnava tale transizione con acqua, con aspersione oppure con l'immersione completa.