Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Gesù ebreo e greco: differenze tra le versioni

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La lingua dei discepoli e dei seguaci di Gesù era principalmente [[w:lingua greca antica|greca]], e in quel dominio tardo-pagano e paleocristiano fu formulata l'immagine di Gesù, il martire, personificato culturalmente e teologicamente. Ἰησοῦς (''Jesus'') è la forma greca comune di ''Yehoshua'' (cfr. ''supra''). Ai suoi tempi, il nome di Gesù era pronunciato '''Yeshua''' (che in ebraico significa "salvezza". Nell'antica letteratura ebraica, il nome era indicato come '''''Yeshu''''', una forma di pronuncia galileiana).<ref>Flusser, ''Jesus'', 24.</ref> Simbolicamente, Gesù, o Yehoshua, prendeva il nome dal condottiero militare, [[w:Giosuè (condottiero biblico)|Giosuè]] (''Yehoshua''), che catturò Gerico e guidò il popolo ebraico dopo la morte di Mosè. Secondo l'eminente ricercatore israeliano David Flusser, Gesù (Yeshua) era uno dei nomi più comuni del suo tempo. Il padre di Gesù era Giuseppe e i suoi fratelli erano Giacomo, Ioses, Giuda e Simone ({{passo biblico2|Marco|6:3}}). Giacomo è la forma italianizzata del nome ebraico e greco ''Yaʿăqōḇ''. Ioses è una variante ellenista di Giuseppe, il nome del padre di Giuseppe. Supponendo che il primogenito abbia ricevuto il nome del padre vivente (in conformità con il tardo Secondo Tempio romaniote o la tradizione greca ebraica bizantina, come anche altre tradizioni di denominazione ebraiche orientali e iberiche precedenti all'ebraismo [[w:aschenaziti|ashkenazita]], che non dà il nome del padre vivente) Ioses sarebbe il maggiore e non Gesù. Secondo Luca ({{passo biblico|Luca|2:41-51}}), Giuseppe era ancora vivo quando Gesù aveva dodici anni e durante il loro viaggio annuale di pellegrinaggio a Gerusalemme, dove Gesù rimase almeno tre giorni per studiare con gli insegnanti nel Tempio.<ref>''Ibid.'', 29.</ref> La madre di Gesù era Maria, la Maria greca ({{passo biblico2|Matteo|1:16}}) nel Nuovo Testamento greco, o l'ebraico Miriam (ebr. מִרְיָם - ''Mir-yām''), quest'ultimo nome popolare preso dalla [[w:Miriam (Esodo)|sorella di Mosè]]. Nei libri di Matteo e Luca del Nuovo Testamento, la Vergine Maria partorì Gesù — mentre invece l'ebreo Gesù/Yeshua era il figlio di Giuseppe/Yosef e Maria/Miriam. Secondo {{passo biblico2|Luca|2:4}}, la famiglia di Gesù si recò a Betlemme solo per il censimento, nacque Gesù e poi la famiglia tornò a Nazareth. Secondo {{passo biblico2|Matteo|2:23}}, la famiglia risiedeva a Betlemme prima della nascita di Gesù e si stabilì a Nazareth solo dopo il ritorno dall'Egitto. Genealogicamente, entrambi i Vangeli in modi diversi riconducono Gesù, tramite suo padre Giuseppe, al re Davide. Entrambi raccontano anche della nascita di Gesù dalla Vergine Maria. Secondo Flusser, la genealogia da Gesù a Davide non è convincente, e ci sono tensioni (paradossi) tra i lignaggi paterni e la versione della nascita verginale senza un padre umano — il che lascia l'impressione che le genealogie siano state composte ''ad hoc'' per comprovare la discendenza da Davide.<ref>''Ibid.'', 25.</ref>
 
Gesù visse a Nazareth per circa trent'anni. Secondo {{passo biblico2|Luca|3:23}}, Gesù fu battezzato da [[w:Giovanni Battista|Giovanni]] nel 27-28 o 28-29 e.v. Secondo i primi tre Vangeli, il suo ministero pubblico non durò più di un anno tra il suo battesimo e la crocifissione.<ref>''Ibid.'', 27.</ref> Sua madre e i suoi fratelli si trasferirono a Gerusalemme dopo la crocifissione e lì si unirono agli apostoli ({{passo biblico2|Atti|1:14}}). In seguito i suoi fratelli si convertirono alla fede cristiana e le loro mogli furono accettate nelle congregazioni dei seguaci.
 
Gesù parlò di sé come il "Figlio dell'Uomo" e la chiesa primitiva lo associò alla profezia della "venuta di un angelico Figlio dell'Uomo" in {{passo biblico2|Daniele|7:13}}.<ref>Alan F. Segal, ''Rebecca’s Children, Judaism and Christianity in the Roman World'' (Cambridge: Harvard University Press, 1986), 78.</ref> All'ebreo, ''bar-nasha'', "Figlio dell'Uomo" comportava la visione messianica secondo Daniele.<ref>Dom Gregory Dix, ''Jew and Greek, A Study in the Primitive Church'' (Westminster, England: Dacre Press, 1953), 77.</ref> Una lettura gentile del versetto getta luce su un angelico "Figlio dell'uomo" con celeste potere divino che viene a guidare un regno messianico eterno:
{{q|Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile al Figlio dell'uomo; egli giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui. A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto».|Daniele 7:13-14}}
Il Vangelo di Marco descrive Gesù come prescelto divinamente per stabilire il governo di Dio sulla terra, divergendo quindi da una visione ebraica normativa come un uomo ordinario, proponendo invece una figura apocalittica. In {{passo biblico2|Marco|2:10-12}}, Gesù come il Figlio dell'Uomo dimostra la sua capacità di fare miracoli e usa i suoi poteri divini per consentire a un uomo paralizzato di vincere il peccato alzandosi e camminando:
{{q|"Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua". Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!"|Marco 2:10-12}}
I greci consideravano il "Figlio dell'Uomo" come l'opposto di qualsiasi cosa al di là della figura umana; qualcosa che trasmetteva un'origine puramente umana e uno ''status'' metafisico; pertanto, la prima generazione di cristiani abbandonarono il termine e scomparve dal Nuovo Testamento ad eccezione del versetto in Daniele 7, "uno simile al Figlio dell'Uomo" per evitare confusione e incomprensioni.<ref>Dix, ''Jew and Greek'', 78.</ref>
 
[[:en:w:Harris Lenowitz|Harris Lenowitz]] nota che Gesù fu uno dei tanti messia ebrei di quel tempo, che egli fu un messia ebreo e atipico come ebreo ai suoi tempi nel cambiare l'ordine sociale, minando l'autorità rabbinica e non come un messia di salvezza, ma uno che sfruttò potenziali tradimenti e disastri. L'elenco degli altri messia ebrei include [[w:Teuda|Yehuda o Theudas (Giuda)]], [https://www.livius.org/articles/religion/messiah/messianic-claimant-12-menahem/ Menahem], figlio di Yehuda, noto come il "Galileo" e [[w:Simone bar Giora|Simone (Shi’mon), figlio di Giora]].<ref>Harris Lenowitz, ''The Jewish Messiahs, From the Galilee to Crown Heights'' (New York: Oxford University Press, 1998), 25-28.</ref> Questi messia sono indicati come re, capi e messia nei testi tra il 6 e il 70 e.v. Questi ribelli galilei, come Gesù, si rivoltarono contro i romani, ma usarono mezzi militari o furono condottieri incoronati. Theudas, nel 45 e.v., attirò molti seguaci, poiché intendeva dividere le acque del fiume Giordano<ref>Jehuda Adler, ''Jesus—Jew and Rebel'' (Tel Aviv: Hadar, 1997), 21 {{he}}</ref> — la reazione romana fu di ordinare alla cavalleria di decapitarlo. Detto, fatto.
 
 
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