Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Introduzione: differenze tra le versioni

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Environment'' (Woodstock, VT: Jewish Lights, 2008); John P. Meier, ''A Marginal Jew: Rethinking the Historial Jesus, vol. 4 di ''Law and Love'' (New Haven: Yale University Press, 2009); anche Herbert Basser, ''The Mind Behind the Gospels: A Commentary to Matthew 1-14'' (Boston: Academic Studies Press, 2009).</ref>
 
Due dei problemi fondamentali furono il ruolo della [[w:Torah|Torah]] e l'autorità di Gesù. L'[[w:ebraismo rabbinico|ebraismo rabbinico]] non avrebbe mai potuto accettare la [[Biografie cristologiche|cristologia]] del Secondo Testamento poiché il Dio-uomo dell'"unione ipostatica" è estraneo all'insegnamento della Torah sul monoteismo assoluto.<ref>Con le dovute eccezioni, come esposte nel mio ''[[Ebraicità del Cristo incarnato]]''.</ref> Come il promesso Messia,<ref>Si vedano, ''int. al.'', {{passo biblico2|Matteo|26:62-64}}; {{passo biblico2|Marco|14:60-62}}; {{passo biblico2|Luca|22:60-70}}.</ref> Gesù non soddisfaceva le condizioni che la tradizione profetico-rabbinica associava alla venuta del Messia. Ad esempio, non c'era armonia, libertà, pace o amicizia a Gerusalemme e l'inimicizia e la lotta abbondavano altrove sulla terra. Ciò negava la validità dell'affermazione cristiana secondo cui Gesù adempì la Torah e che nella sua seconda venuta si sarebbe realizzata la tranquillità dell'età messianica. Quale Rabbi Yeshua, egli insegnò l'autorità divina della Torah e dei profeti<ref>Cfr. anche {{passo biblico2|Matteo|5:17-20}}.</ref> e il rispetto per i suoi presentatori e conservatori,<ref>{{passo biblico2|Matteo|23:1-3}}.</ref> ma i Vangeli affermarono che la sua autorità era anche divina e che si ergeva al di sopra dell'autorità della Torah. La disparità del ''sé'' ebreo e del gentile ''altro'' nella fede ancestrale di Gesù viene abolita nella nuova fede in Gesù: "Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù."<ref>{{passo biblico2|Galati|3:28}}. Anche, {{passo biblico2|1Corinzi|12:13}}; {{passo biblico2|Colossesi|3:11}}.</ref> Vedo questa testimonianza come un importante punto di contesa tra la via di Gesù e la via della [[w:Halakhah|halakhah]] rabbinica che alla fine portò alla separazione del movimento di Gesù dalla sinagoga. E ciò acquistò nuova intensità dopo la scomparsa del Gesù ebreo e il successo del cristianesimo [[w:Paolopensiero dipaolino|cristianesimo Tarso|paolino]].
 
Non importa quanto sia composita la figura del Gesù storico e quanto rudimentale il concetto dell'evento-Cristo nel Secondo Testamento, non vi è dubbio che i credenti ebrei e gentili conferirono a Gesù attributi e potere divini e lo venerarono al di sopra di tutte le creature. Un simile atteggiamento nei confronti della persona di Gesù come Dio incarnato portò al conflitto coi saggi, che veneravano solo la ''[[Torah per sempre|Torah dal cielo]]''. Ciò è illustrato nella dissomiglianza esegetica tra chiesa e sinagoga su come si deve sottomettersi alla giustizia di Dio. Leggendo la natura del comandamento di Dio ({{passo biblico2|Deuteronomio|30:11-14}}), l'apostolo Paolo commenta che Cristo è il soggetto di "Chi salirà al cielo?... Chi scenderà nel profondo?" e confessa: "Gesù è il Signore... sulla tua bocca e nel tuo cuore"<ref>{{passo biblico2|Romani|10:6}} a commento di {{passo biblico2|Deuteronomio|30:13-14}}.</ref> è la salvezza giustificata per tutti. Per i saggi, tuttavia, la salvezza consiste nel credere e nell'adempiere ai comandamenti. "Di certo, questo comandamento che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo."<ref>{{passo biblico2|Deuteronomio|30:11-12}}.</ref> è la ragion d'essere dell'ebraismo rabbinico. Vale a dire, la Torah non è nei cieli, è qui e vicino cosicché Israele possa ascoltare "la benedizione e la maledizione” e osservare i [[w:613 Mitzvot|613 comandamenti]]<ref>Il [[w:Talmud|Talmud]] afferma: "613 Comandamenti furono rivelati a Mosè nel Sinai, 365 essendo divieti uguali in numero ai giorni solari e 248 mandati corrispondenti in numero agli arti del corpo umano" (''Mak.'' 23b). Un'altra fonte vede i 365 divieti corrispondenti alle presunte 365 vene del corpo, creando così una connessione tra l'esecuzione dei comandamenti e la vita di una persona ("scegli la vita"). La classificazione e l'enumerazione standard del [[w:613 Mitzvot|''TaRYaG Mitzvot'' (613 comandamenti)]] segue l'ordine di [[Maimonide]] (1135-1205) nel suo ''Sefer ha-Mitzvot'' ("Libro dei comandamenti", originariamente scritto in arabo e tradotto più volte in ebraico).</ref> "scegliendo la vita"<ref>{{passo biblico2|Deuteronomio|30:19}}.</ref> e vivere.
<!--- da editare e tradurre
No matter how composite the figure of the historical Jesus and how rudimentary the concept of the Christ event in the Second Testament, there can be no doubt that the Jewish and Gentile believers bestowed divine attributes and power upon Jesus and venerated him above all creatures. Such an attitude towards the person of Jesus as God incarnate led to conflict with the sages, who revered only Torah-from-heaven. This is illustrated in the exegetical dissimilarity between church and synagogue on how one is to submit to God’s righteousness. Reading the nature
of God’s commandment (Deut. 30:11-14), the Apostle Paul comments that Christ is the subject of “Who will ascend into heaven? . . . Who will descend into the deep?” and confesses, “Jesus is Lord . . . in your mouth and in your heart”8 is the justified salvation for all. For the sages, however, salvation is in believing and doing the commandments. “Surely, this commandment that I am commanding you today is not too hard for you . . . it is not in heaven,”9 is the raison d’être of rabbinic Judaism. That is to say, the Torah is not in heaven, it is here and near so that Israel can hear “the blessing and the curse” and do the 613 Commandments10 in order “to choose life”11 and live.
 
The doctrine of the eternity of the Torah was axiomatic in Second Temple Judaism. It is implicit in verses that speak of individual teachings of Torah in phrases such as the following: “A perpetual statute throughout your generations in all your (lands of) dwellings” (Lev. 3:17) and “throughout the ages as a covenant for all time” (Exod. 3:16). Biblical (Proverbs, in which Torah equals wisdom), Apocryphal (the wisdom of Ben Sira), and Aggadic (Genesis Rabbah) traditions speak of the preexistence of Torah in heaven. Though the Talmud acknowledges
the prerevelatory heavenly Torah, which the sages claimed was revealed to Moses at Sinai, it concentrates more on the Torah’s eternal humanistic values. Indeed, the rabbinic mind speaks of two strains: revelation (“everything