Embricazione del trauma in Hemingway/Stile e struttura: differenze tra le versioni

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Il medico e psicologo Charles S. Myers<ref>Lo studio di Myers, in linea con William Aldren Turner e Frederick Mott, tenta di generare un modo di comprendere e quindi curare lo "shell shock". Tuttavia, come chiariscono Edgar Jones e Simon Wessley, questi primi medici e studi soffrono di una mancanza di definizione a causa della vasta gamma di sintomi e disabilità inspiegabili vissuti dai soldati (23).</ref> è il primo ad usare il termine "shell-shock" nel suo studio di tre casi nel 1915 sui veterani della PGM intitolato "A Contribution to the Study of Shell-Shock. Being An Account of Three Cases of Loss of Memory, Vision, Smell, and Taste."<ref>Da notare che gli ultimi due sintomi sono anche due dei sintomi del COVID-19.</ref> Lo studio di Myers si concentra sulle connessioni tra l'esperienza del bombardamento e la conseguente perdita di memoria, visione, olfatto e gusto nei veterani della PGM. Per Myers, la stretta relazione di queste esperienze con l'isteria è alquanto certa nei soldati (''The Lancet'', 320). I primi studi sui veterani di guerra della PGM riflettono un certo congresso tra i traumi sul campo di battaglia – vissuti o testimoniati – e l'incarnazione di sintomi esterni come insonnia, alcolismo e tremori del corpo con sintomi interni come mutismo, perdita di memoria e stanchezza.<ref>Il legame che fa Myers tra il trauma e la perdita di memoria e sensazione appare nelle prime storie di Hemingway. In "A Very Short Story" del 1925, Hemingway crea Nick Adams come soldato in un ospedale. Hemingway descrive la figura di Adams che "he went under the anesthetic holding tight to himself so he would not blab about anything during the silly, talky time" (''In Our Time'', 65). In questa storia, la preoccupazione di Adams riguarda il reprimere, nascondere i ricordi – "not blabbing about anything" – collegati al suo trauma.</ref> Inoltre, il medico David Forsyth nel 1915 su ''The Lancet'' osserva che i crescenti casi di disordini nei veterani si traducono in un aumento di studi e ricercche sui soldati traumatizzati.<ref>"Nel 1915, il direttore generale dei servizi medici dell'esercito, Sir Alfred Keogh, divenne preoccupato per il crescente numero di militari ammessi con sintomi cardiaci... ''Disordered Action of the Heart (DAH)'' era stata una delle principali cause di invalidità durante la [[w:seconda guerra boera|guerra boera]] ed ebbe il potenziale di negare preziose risorse umane alle forze armate. I soldati si lamentavano di affaticamento, mancanza di respiro durante l'esercizio fisico e dolore nella regione del cuore. (Dr. James) Mackenzie concluse che la condizione era una di esaurimento generale e che i sintomi circolatori erano "solo parte di una manifestazione generale." (Mackenzie, 1916, p. 118) (Citato in Johns & Wessley, 39-40).</ref>
 
Freud, che è senza dubbio una delle figure chiave negli studi sul trauma, non sempre cerca di correlare direttamente il suo studio sulle nevrosi da trauma con uno studio sulle nevrosi da trauma e trauma bellico. Infatti, Freud affronta l'effetto della guerra e della morte in termini culturali non solo sui termini individuali di un soldato nel suo ''[[:en:w:Thoughts for the Times on War and Death|Considerazioni attuali sulla guerra e la morte (Zeitgemäßes über Krieg und Tod)]]'' del 1915.<ref>{{it}} ''[[w:Opere di Sigmund Freud#Contenuto dei volumi|Introduzione alla psicoanalisi e altri scritti 1915-1917]]'', Torino, Bollati Boringhieri, 2002: "2. Considerazioni attuali sulla guerra e la morte".</ref> Di conseguenza, [[:en:w:Ann Banfield|Ann Banfield]] evidenzia la reticenza e la tardività di Freud in relazione alla sua esplorazione di trauma e guerra. Banfield afferma che "Freud spesso implicitamente (se non esplicitamente) mette in relazione i sintomi del suo paziente con il più ampio pensiero culturale (implicitamente ideologico) come rivelano questi saggi generali" (''Trauma Culture'', 28). Pertanto, gli studi di Freud sulle nevrosi da trauma bellico si evolvono mentre continua la sua ricerca e studio sull'isteria. Naturalmente, il contesto della prima e della seconda guerra mondiale influenza in modo significativo le sue ricerche e le sue scoperte, così come influenza la comunità psicoanalitica circostante.