La prosa ultima di Thomas Bernhard/Scrivere contro la morte: differenze tra le versioni

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Alcuni critici hanno incluso Ausloschung in questo continuum di prosa provocatoria, essenzialmente non politica. Andreas Herzog dice del monologo narrativo di Murau: "Sie [Muraus Rede] dient nicht politischen Zielen, sondern kann als Form der Selbstbehauptung verstanden werden".<ref>Andreas Herzog, "''Auslöschung'' als Selbstauslöschung oder Der ''[sic]'' Erzähler als theatralische Figur", in ''Thomas Bernhard: Die Zurichtung des Menschen'', cur. Alexander Honold e Markus Joch (Würzburg: Königshausen & Neumann, 1999), pp. 123-31 (p. 129).</ref> Come si evince dalla precedente nostra sezione che delinea l'accoglienza critica di ''Auslöschung'', un certo numero di critici considerarono Bernhard un commentatore politico profondamente insoddisfatto, che si nasconde dietro il suo protagonista e ripete ciò che aveva sempre detto sull'Austria; tuttavia, alcuni critici accademici più recenti, in particolare quelli il cui approccio agli scritti di Bernhard è incentrato sul testo, hanno scoperto all'interno del testo che ''Auslöschung'' non è un documento politico o sociale avvolto in una narrativa letteraria. Non è, ad esempio, come ''[[:de:w:Das Brot der frühen Jahre|Das Brot der frühen Jahre]]'' (1955) di [[w:Heinrich Böll|Heinrich Böll]] o ''[[w:Il tamburo di latta (romanzo)|Die Blechtrommel]]'' di [[w:Günter Grass|Günter Grass]] (1959), ognuno dei quali può essere considerato, almeno in parte, come una dissezione creativa e letteraria delle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale. Sylvia Kaufman, nel suo resoconto di ''Auslöschung'', dice degli scritti di Bernhard: "Sebbene spesso egli tocchi gli argomenti più delicati, non discute mai politicamente. Tutta la sua invettiva manca di una descrizione politica e sociologica precisa e rimane vaga nella terminologia."<ref>Sylvia Kaufman, ''The Importance of Romantic Aesthetics for the Interpretation of Thomas Bernhard's "Auslöschung: Ein Zerfall" and "Alte Meister: Komödie"'', Stuttgarter Arbeiten zur Germanistik, 360 (Stuttgart: Heinz, 1998), p. 43.</ref> In modo più specifico e stridente, aggiunge: "il libro [''Auslöschung''] mostra un'indifferenza sovrana per problemi sociali e storici."<ref>''Ibid.'', p. 50</ref> Evidentemente Kaufman non riesce a penetrare la forma letteraria del testo. Alfred Pfabigan, la cui analisi del libro favorisce prospettive storiche, filosofiche e politiche, afferma con cautela: "Muraus Bericht ist [...] ein wenig unpolitisch, er ist weder der historischen Forschung noch der politischen Theorie verpflichtet."<ref>Pfabigan, p. 235.</ref> Lo stesso Bernhard, in una conversazione con Karin Kathrein nel 1984, non tira pugni sull'argomento della funzione sociale nei suoi scritti: "Die gesellschaftliche Aufgabe interessiert mich überhaupt nicht".<ref>Kathrein, "Es ist eh alles positiv", p. 188.</ref>
 
La provocazione fa certamente parte dello scopo di Bernhard nel suo commentario sociale e politico. Schlichtmann ha ragione a collegare i riferimenti al nazismo nella narrazione con "Familie, Gesellschaft, reales Österreich".<ref>Schlichtmann, p. 49. Schlichtmann fornisce una lunga ed utile analisi della critica la nazismo in ''Auslöschung'': ''ibid.'', pp. 49-65.</ref> Quando Murau solleva l'argomento, sembra intenzionato a provocare il lettore: "In Österreich herrschen uneingeschränkt nationalsozialistisch-katholische Erziehungsmethoden, wer etwas anderes behauptet, is ein Lügner und ein Ignorant."<ref>Bernhard, ''Auslöschung'', pp. 291-2 [ultime due righe a p. 291 fino a r. 2 di p. 292].</ref> La virgola alquanto non-idiomatica che estende la frase collega qui le due idee del crimine nazista e il successivo rifiuto di riconoscerlo; il lettore viene chiamato in causa indirettamente ("wer etwas anderes behauptet"). Questa tattica di provocare il pubblico aveva pagato dividendi per Bernhard nel corso degli anni sotto forma di aumento di pubblicità e introiti. Lo scandalo ''Holzfällen'', per esempio, lo aveva reso un nome noto poiché i bollettini giornalistici riportavano la confisca melodrammatica del suo libro. Anche con ''Heldenplatz'' (1989), il costante trapelare di brani dall'opera teatrale, mescolata all'isteria mediatica, provocò una reazione volatile che diede alla produzione di Claus Peymann la massima copertura dei ''[[w:mezzo di comunicazione di massa|mass media]]''.<ref>Per un resoconto particolareggiato del furore provocato da questo suo dramma, si veda: Burgtheater [s.a.], ''Heldenplatz: Eine Dokumentation'' (Vienna: Burgtheater, 1989).</ref> Lo stesso Bernhard era pronto ad ammettere che la sua scrittura conteneva un funzione essenzialmente provocatoria, come dichiarò nell'intervista di Kathrein del 1984: "Ich wollte immer etwas bewegen. Schon als Kind war ich ein Anreger."<ref>Kathrein, "Es ist eh alles positiv", p. 188.</ref>
 
 
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