Agape: la nozione di "amore" nel cristianesimo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Annullata la modifica 374565 di Lovepeacejoy404 (discussione) Etichetta: Annulla |
||
Riga 61:
{{q|Ma a voi che ascoltate, io dico: '''amate''' i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano|''Vangelo di Luca'' 6,27|Ἀλλὰ ὑμῖν λέγω τοῖς ἀκούουσιν· '''ἀγαπᾶτε''' τοὺς ἐχθροὺς ὑμῶν, καλῶς ποιεῖτε τοῖς μισοῦσιν ὑμᾶς|lingua=grc}}
Comandamenti già presenti anche nella ''Torah''<ref>Cfr. ''Levitico'', 19, 18 e 34. ''Esodo'', 23, 4-5 e ''Deuteronomio'' 22, 1-4; anche Patrizio Rota Scalabrini, ''Enciclopedia filosofica'', vol. 1, Milano, Bompiani, 2004, p. 165 e sgg.</ref>. Tuttavia,
{{q|il modo di impostare le soluzioni appare caratteristico. Di solito Gesù sposta il discorso sul piano etico o generale, al punto da sconcertare i suoi interlocutori e gli stessi discepoli che si erano posti al suo seguito. Non risulta che abbia mai infranto alcuna norma di osservanza, tuttavia mostra non solo di non accettare, in quanto norme umane, quelle dettate dall'osservanza farisaica al di là del testo biblico, ma di porre le basi per il superamento dei concetti stessi di impurità e di contaminazione. [...]|Edmondo Lupieri, in ''Storia del cristianesimo'' vol.1 (a cura di Giovanni Filoramo). Bari, Laterza, 2008, pp.60-1}}
Nell'insegnamento di Gesù vi sono anche le premesse per un superamento del culto dell'epoca<ref>Da notare anche la risposta dello scriba a Gesù in Marco 12,32: «Lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici"», da confrontare con ''Osea'', 6,6; ''Isaia'', 1, 11 e sgg.; ''Zaccaria'', 7, 9 e sgg.</ref> e un'apertura al mondo "pagano"<ref>Lupieri, 60</ref>.
{{q|Sinora abbiamo visto la "via" indicata da Gesù nei termini di una critica e di una proposta di superamento di quegli aspetti esdrini del giudaismo, che anche altri movimenti giudaici contestavano. Possiamo spingerci oltre nell'indagine e individuare quale principio in positivo potesse permettere un simile insegnamento. Come in tutte le posizioni antiesdrine, assistiamo in Gesù a una ripresa della teologia della promessa, cioè alla sottolineatura del fatto che Dio terrà comunque fede alle sue promesse ''perdonando'' i peccati di Israele, per il quale non vi sarebbe possibilità di salvezza se Dio si attenesse al rispetto della legge, nei tempi dell'alleanza. Questo comporta quell'abbandono del fedele a Dio, caratteristico dell'insegnamento di Gesù sulla fede che salva (ad esempio ''Mc'' 2,5), e la contemporanea rinuncia alle sicurezze umane, prima fra tutte la ricchezza (''Mc'' 10,17-22). La novità o, se si vuole, la grande utopia di Gesù è che l'unico metro di comportamento, non solo di Dio verso gli uomini, ma anche di tutti gli uomini tra loro, deve essere il perdono, fondato sull'amore reciproco (''Mc'' 12,31).|Edmondo Lupieri}}
{{q|Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è '''amore'''. |''Prima lettera di Giovanni'' 4,8|Ὁ μὴ ἀγαπῶν οὐκ ἔγνω τὸν θεόν· ὅτι ὁ θεὸς '''ἀγάπη''' ἐστίν.|lingua=grc}}
{{q|Dio infatti ha tanto '''amato''' il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.|''Vangelo di Giovanni'' 3,16|Οὕτως γὰρ '''ἠγάπησεν''' ὁ θεὸς τὸν κόσμον, ὥστε τὸν υἱὸν αὐτοῦ τὸν μονογενῆ ἔδωκεν, ἵνα πᾶς ὁ πιστεύων εἰς αὐτὸν μὴ ἀπόληται, ἀλλ’ ἔχῃ ζωὴν αἰώνιον.|lingua=grc}}
Ma se l'amore di Dio per gli uomini ha come sua espressione concreta la necessità da parte degli uomini di essere perdonati per i mali commessi, tale perdono divino si realizza nel momento in cui gli uomini stessi sono capaci di perdonarsi tra loro: il perdono di Dio per gli uomini si fonda quindi sulla capacità degli uomini di perdonare i propri simili.
{{q|Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. |''Vangelo di Matteo'' 6, 14-15|Ἐὰν γὰρ ἀφῆτε τοῖς ἀνθρώποις τὰ παραπτώματα αὐτῶν, ἀφήσει καὶ ὑμῖν ὁ πατὴρ ὑμῶν ὁ οὐράνιος·ὰν δὲ μὴ ἀφῆτε τοῖς ἀνθρώποις τὰ παραπτώματα αὐτῶν, οὐδὲ ὁ πατὴρ ὑμῶν ἀφήσει τὰ παραπτώματα ὑμῶν.|lingua=grc}}
Un perdono che, come quello divino, non può avere limiti o confini, in quanto deve essere di una capacità infinita:
{{q|Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.|''Vangelo di Matteo'' 18, 21-22|Tότε προσελθὼν αὐτῷ ὁ Πέτρος εἴπεν, Κύριε, ποσάκις ἁμαρτήσει εἰς ἐμὲ ὁ ἀδελφός μου, καὶ ἀφήσω αὐτῷ; Ἕως ἑπτάκις; Λέγει αὐτῷ ὁ Ἰησοῦς, Οὐ λέγω σοι ἕως ἑπτάκις, ἀλλ’ ἕως ἑβδομηκοντάκις ἑπτά.|lingua=grc}}
====L<nowiki>'</nowiki>''agápē'' nelle lettere paoline====
|