La prosa ultima di Thomas Bernhard/Perfezionismo, speranza e imperfezione: differenze tra le versioni

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Man mano che il narratore rivela pensieri e aspetti del suo personaggio nelle prime pagine, il lettore è sconcertato da come uno studioso apparentemente impegnato e autodisciplinato possa aver trascorso dieci anni su un progetto senza nemmeno aver iniziato a scriverlo: "Ich hatte um vier Uhr mit meiner Arbeit anfangen wollen, jetzt war es fünf, über diese unvorhergesehene Nachlässigkeit, besser noch Disziplinlosigkeit, meinerseits, war ich erschrocken." <ref>''Ibid.'', p. 10.</ref> Rudolf collega direttamente qui il suo blocco dello scrittore con inadeguatezze più generali: l'evidente discrepanza tra gli alti standard impliciti (meticolosità, disciplina) della sua autopercezione e la realtà del suo progetto non scritto, finora fallito, è importante perché presenta in sostanza un situazione che ricorre in altri aspetti della sua vita. Ha un forte senso di come dovrebbero andare le cose: quando sua sorella dovrebbe partire, a che ora del giorno dovrebbe essere svolto il suo lavoro, persino esattamente a che ora dovrebbe alzarsi al mattino presto. Quando questa desiderata aspettativa viene contrastata, sua sorella allunga il suo soggiorno, ed egli non è in grado di lavorare o si addormenta, ne consegue un'infelicità sotto forma di frustrazione mentale, abuso verbale e persino insoddisfazione fisica: si siede alla sua scrivania in una "mich beinahe wahnsinnig machende Erregung"; maledice la causa del suo perfezionismo contrastato, in questo caso sua sorella, "das geistfeindlichste Wesen", e cerca di superare la tensione fisica: "Ich preßte beide Handflächen an die kalte Mauer, eine schon oft bewährte Methode dieser Erregung Herr zu werden". <ref>Tutte e tre le citazioni: ''ibid.'', p. 12.</ref>
 
Il problema fondamentale per Rudolf è che non ha una posizione definitiva su nessuno degli argomenti che discute; non esiste una certezza che funge da metro prospettico per tutte le sue percezioni. Le sue diatribe sono tanto un'espressione della sua frustrazione, nella forma specifica delineata sopra, quanto sono dichiarazioni accurate sulle sue opinioni su qualsiasi argomento. In momenti di calma, egli lo capisce, come quando ricorda uno degli attacchi vituperativi di sua sorella: "''Du bezichtigst alle alter Verbrechen, das ist dein Unglück.'' [...] erst jetzt è mir klar geworden, daß sie sozusagen den Nagel auf den Kopf getroffen hat." <ref>''Ibid.'', p. 33 [corsivo nell'originale].</ref> Il diario ha qui uno scopo utile per Rudolf: ricordando un evento passato e valutandolo al momento della stesura del suo diario, Rudolf è in grado di qualificare la sua opinione precedente. La dolorosa certezza di avere ragione riguardo alla costante delusione presentata dalla vita e dalle altre persone caratteristiche dei protagonisti precedenti viene qui sostituita da un'autointerrogazione che produce una maggiore comprensione di sé. Invece di giudicare se stesso e gli altri da una misura irrealistica e irraggiungibile di perfezione, Rudolf apre gli occhi alle proprie imperfezioni e a quelle degli altri; questa intuizione segna un importante passo avanti nella sua formulazione della speranza. In un'esistenza in cui le opinioni espresse apertamente sono soggette a qualificazione e in cui la realtà non soddisfa le aspettative, il soggetto percepente non può essere certo di se stesso ed è inevitabilmente minacciato. Tuttavia, Rudolf scopre qui (con l'aiuto della sua narrazione) che l'assenza di certezza esterna non deve comportare totale confusione e disperazione; invece di scavare, pone l'onere dell'autodeterminazione su se stesso. Questa autodeterminazione sta alla radice del suo diario e produce un tipo di ridefinizione del sé che lo porta a un maggiore ottimismo e comunicazione con gli altri. L'autoconoscenza di cui Rudolf ha bisogno per arrivare a questa realizzazione lo collega al protagonista narrante delle autobiografie. Nessun protagonista bernhardiano pre-1975 qualifica le sue critiche al mondo e se stesso come fa Rudolf.
 
A differenza di Konrad e Roithamer, Rudolf inizia a superare la minaccia di completa confusione e incertezza scoprendo la differenza tra teoria e pratica, tra parlare di persone e parlare con loro, impegnandosi con loro nei rapporti sociali. Da un lato, può criticare gli amici e i colleghi di lavoro ipocriti o ripugnanti di Elisabeth, ma è su un terreno sicuro perché sta comunicando solo con se stesso riguardo alle proprie opinioni ed esperienze passate (una cena umiliante, i palesi tentativi di sua sorella di minare il suo lavoro musicologico). D'altra parte, quando è in contatto effettivo con una persona, non può nascondersi dietro pensieri o parole. Si ritrova incantato dal vecchio, affascinato dalla difficile situazione di Anna, e solidale con la situazione di Frau Kienesberger. La gente risponde: come scopre dolorosamente quando sua sorella lo attacca a tavola per la sua misantropia aggressiva ed esplicita. La differenza tra il passato e il presente è che ora egli utilizza il suo dolore: in questo caso, in cui sua sorella lo accusa di criticare sempre tutto e tutti, Rudolf riconosce che Elisabeth ha colpito il segno; la sua qualifica "erst jetzt" è cruciale perché rivela che la consapevolezza che la sorella potrebbe avere ragione gli è venuta in mente mentre sta scrivendo il suo diario. <ref>''Ibid.''</ref> L'umiliazione disfattista lascia il posto all'introspezione produttiva. Il pensiero che ella abbia ragione non gli è venuto quando era seduto al tavolo con lei. L'implicazione è che nello scrivere giù l'incidente, la sua visione è cambiata. Ciò è estremamente significativo perché guida l'attenzione del lettore sulla scrittura del diario e dimostra che l'atto della scrittura può influenzare il modo in cui Rudolf vede e valuta il suo passato. Sembra che ci sia davvero speranza di cambiamento; l'uomo che, frustrato, preme le mani contro il muro freddo a causa della sua totale e incontrollabile frustrazione all'inizio del diario, ha già fatto molta strada. Il diario che Rudolf scrive lo aiuta a vivere con un atteggiamento positivo: impara mentre scrive e attraverso lo scrivere. Al contrario, il progetto Mendelssohn è uno sforzo morto, inutile, un tentativo fuorviato da parte di Rudolf di emigrare verso sfera della perfezione intellettuale, lontano dal disordine umano. Per quanto importante, questa intuizione è un segnale di cose a venire; non è di per sé un allontanamento dal problema fondamentale di perfezione desiderata e vera delusione.
 
È in una discussione con se stesso sulle carenze di Frau Kienesberger come domestica che, dopo averla criticata, Rudolf fa una pausa per considerare l'altro lato della medaglia. In tal modo, avvia una discussione chiaramente formulata, più generale, ma comunque meno esplicita sul perfezionismo:
{{q|Gleichzeitig mußte ich mir sagen, wir stellen immer zu hohe Ansprüche an alles und jedes, alles ist uns zu wenig gründlich getan, alles ist uns nichts als unvollkommen, alles nur Versuch, nichts Vollendung. Meine krankhafte Sucht zur Perfektion war wieder einmal zum Vorschein gekommen. [...] Wir sehen den Niedergang, wo wir den Aufstieg erwarten, wir sehen die Hoffnungslosigkeit, wo wir Hoffnung haben, [...]. Wir fordern immer alles, wo naturgemäß nur wenig zu fordern ist, das deprimiert uns. [...] Und wir stellen naturgemäß an uns selbst die höchsten und die allerhöchsten Ansprüche und lassen dabei zur Gänze die Menschennatur außer acht, die ja für diese höchsten und allerhöchsten Ansprüche nicht geschaffen ist. [...] Aber andererseits, denke ich, wohin kämen wir, wenn wir den Maßstab fortwährend zu niedrig ansetzten?<ref>''Ibid.'', pp. 116-17.</ref>}}
 
 
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