La prosa ultima di Thomas Bernhard/Perfezionismo, speranza e imperfezione: differenze tra le versioni

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[[File:Thomas.Bernhard.jpg|center|500px|Thomas Bernhard, 1987]]
 
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= Perfezionismo, speranza e imperfezione =
Perfezionismo e speranza sono strettamente collegati tra loro sin dall'inizio della narrazione di Rudolf. Tuttavia, c'è uno sviluppo in ''Beton'' che vede il perfezionismo testardo del protagonista messo in discussione e modulato in un'introspezione più matura, portando infine ad un'accettazione positiva dell'imperfezione. L'effetto di questo sviluppo è avvicinare Rudolf alle persone, come abbiamo dettagliato nella sezione precedente, per renderlo più tollerante e comprensivo della debolezza umana e meno severo nei giudizi — un passo importante verso la realizzazione del "potenziale di umanità", come lo chiama Chalmers, che accompagna lo sviluppo personale di Rudelof nel diario.
 
Come in ''Das Kalkwerk'' e ''Korrektur'', il perfezionismo è un argomento che preoccupa il protagonista di ''Beton''. La differenza tra Rudolf e le figure precedenti, Konrad e Roithamer, è che Rudolf impara a riconoscere e controllare questo forte impulso, mentre Konrad e Roithamer ne vengono sommersi e periscono. Come i primi due protagonisti, Rudolf è per natura un perfezionista estremo. Tuttavia, si differenzia nettamente dai protagonisti dei romanzi di Bernhard fino al 1975, in quanto la ripetuta delusione non porta esclusivamente al cinismo e alla disillusione — come incarnato nel suo atteggiamento verso il progetto mendelssohniano in cui il suo entusiasmo per iniziare lo studio non è attenuato da dieci anni di fallimento evidente.<ref>Per esempi lampanti della sua convinzione che prima o poi lo inizierà, si veda: ''ibid.'', pp. 20, 23, 24, 43, 47-8, e 138.</ref> In realtà, non cede la speranza in nessun aspetto della sua vita. È più volte eccitato dalla prospettiva di una potenziale svolta nel suo lavoro; non rinuncia a provare a comunicare con sua sorella nonostante l'apparente brutto rapporto tra di loro, e si interessa con passione degli aspetti più banali e domestici della sua vita, come se debba o meno andare a Maiorca per una pausa convalescente e se tutte le sue liste sono state aggiornate e tutte le sue faccende domestiche sono state completate. Non sono né le azioni né gli atteggiamenti di un vagabondo intellettuale, nichilista, indifferente alle preoccupazioni quotidiane della vita: si preoccupa esattamente del tipo di dettagli domestici che il narratore di ''Der Keller'' (in quello che potrebbe essere definito il "Samstagkritik") denigra quale quasi-universale fuga illusoria dai duri fatti della vita, come la morte.<ref>Cfr. Bernhard, ''Der Keller'', pp. 86-92.</ref> Rudolf può sì essere apertamente critico nei confronti del suo ambiente e, parola per parola, nel suo diario il negativo supera il positivo; però, man mano che la narrazione si dipana, diventa chiaro che il positivo influenza e qualifica le sue prediche e risposte unilaterali a persone e situazioni; al contrario, le dichiarazioni di speranza sono tanto più marcate perché contrastano con il ronzio di fondo della negatività (sua sorella, altre persone, società, Austria) che accompagna il diario di Rudolf ma che gradualmente svanisce.
 
 
 
 
 
 
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