Il buddhismo cinese/La storia: differenze tra le versioni

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== Il buddhismo sotto la dominazione mongola degli Yuan (1279-1368) ==
Image[[File:Chogyal.JPG|thumb|180px|Drogön Chögyal Phagpa, V patriarca della scuola Sakya del buddhismo tibetano, consigliere di Kublai Khan, responsabile degli affari religiosi dell'Impero mongolo e primo vice-re del Tibet.]]
 
La dinastia mongola degli Yuan fu decisamente tollerante con tutte le religioni professate lungo il suo vasto impero. Ciononostante, dopo un periodo di attenzioni favorevoli al buddhismo Chán, iniziato nel 1247 con la nomina del monaco chán Haiyuan ad amministratore degli "affari buddhisti" e dopo la conquista del Tibet, la dinastia mongola si fece sempre più portavoce della cultura religiosa del buddhismo tibetano. A partire dal 1260, l'imperatore Kublai Khan (cinese 忽必烈, Hūbìliè, regno: 1260-1294) fu fortemente influenzato da un Lama tibetano, il V patriarca della scuola Sakya Drogön Chögyal Phagpa (1235-1280, cinese 發合思巴, Fāhésībā), a cui affidò tutti gli affari religiosi dell'impero. Da quel momento furono i lama (tibetano ''bla ma'', cinese 喇嘛 ''lǎmá'') tibetani ad esercitare il controllo sul ''saṃgha'' buddhista cinese, nonché sui religiosi delle altre fedi presenti nell'impero mongolo. Questo controllo, esercitato in modo violento e terroristico<ref>«Il Lamaismo divenne di fatto la religione di Stato, a danno del Sangha cinese che per molti decenni fu soggetto a un regime lamaista terroristico.» Erik Zurcher in: ''Il buddhismo in Cina'', ''buddhismo''. Giovanni Filoramo (a cura di). Bari, Laterza, 2007, pag.227. Cfr. anche Mario Sabattini e Paolo Santangelo. ''Storia della Cina''. Bari, Laterza, 2000, pag. 470.</ref> provocò delle forti diffidenze da parte del clero buddhista e del popolo cinese nei confronti delle credenze e delle usanze lamaiste che non penetrarono mai nel tessuto culturale buddhista cinese, interpretate, inoltre, come frutto della imposizione di una casta “occupante” e “barbara”. Questa diffidenza, se non aperta ostilità, consenti ai monasteri delle scuole buddhiste cinesi di fungere da luogo di autentica tradizione agli occhi del popolo.