La prosa ultima di Thomas Bernhard/Comunicazione: coinvolgere il lettore: differenze tra le versioni

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= Comunicazione: coinvolgere il lettore =
La sezione precedente ha mostrato quanto flebile, o addirittura invisibile, sia il confine tra romanzo e autobiografia nell'autobiografia romanzata di Bernhard. Ma, come scrive [[w:Jean Starobinski|Jean Starobinski]], la distinzione tra questi due generi nel migliore dei casi è imprecisa, labile: "Nell'autobiografia o nella confessione, nonostante il voto di sincerità, il «contenuto» della narrazione può essere perso, può scomparire nell'invenzione, senza che niente impedisca la transizione da un piano all'altro, senza che vi sia nemmeno un segno sicuro di tale transizione."<ref>Starobinski, "The Style of Autobiography", p. 286.</ref> Uno dei principali effetti della ''fictionalizzazione'' dell'autobiografia è la sottile comunicazione consentita tra scrittore (tramite il testo) e lettore.
 
Nel suo studio sull'opera di [[w:Franz Kafka|Kafka]], Elizabeth Boa fa riferimento al "rapporto testuale" di Kafka con [[w:Felice Bauer|Felice Bauer]], la sua fidanzata di una volta.<ref>Elizabeth Boa, ''Kafka: Gender, Class, and Race in the Letters and Fictions'' (Oxford: Clarendon Press, 1996), p. 65.</ref> Felice, sostiene Boa, è per Kafka una via d'uscita dal testo, una fuga dal solipsismo; Felice è una presenza, il che significa che "la scrittura non deve necessariamente significare delimitazione nell'immaginario, ma può essere un collegamento con il mondo esterno come modo di contatto umano e atto di comunicazione".<ref>''Ibid.''</ref> Più che in una qualsiasi delle sue opere precedenti, Bernhard offre al lettore dei percorsi dentro le sue narrazioni della pentalogia. Come per la prosa di Kafka, gran parte dell'interazione lettore-testo si trova nella sottigliezza narrativa, spesso quasi invisibile in una prima lettura. Lo scrittore che in ''Verstörung'' era stato accusato da Heinrich Vormweg di aver prodotto un testo denso e incomprensibile ("Der Text ist von einer Dichte [...] [die] das Absurde erreicht"), in ''Der Atem'' viene descritto da un recensore come un creatore "beinahe eine Sprache der Kommunikation".<ref>Heinrich Vormweg, "Thomas Bernhards Studium der menschlichen Verstörung", ''Merkur'' 21 (1967), 785-8 (p.788); Krista Hauser, "Mein Leben leben, wie und solange ich es will".</ref>
 
Questa sezione esamina due aspetti principali della comunicazione tra testo e lettore: in primo luogo, come viene incoraggiata la decelerazione della velocità di lettura e un'attenta ispezione della narrativa da parte del lettore attraverso l'uso insolito dei tempi verbali; e in secondo luogo, l'effetto della peculiarità bernhardiana di ripetere l'uso di singole frasi e parole. Questa seconda parte mostrerà che la ripetizione non è arbitraria e che Bernhard ha spesso usato la stessa parola o frase in momenti strategici per fare un punto specifico — prenderemo una coppia di esempi complementari come illustrazione: (i) "'''einerseits ... andererseits'''" ; (ii) "'''naturgemäß'''".
 
== Tempi verbali ==
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