La prosa ultima di Thomas Bernhard/Bernhard e l'autobiografia: differenze tra le versioni

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Imparando a ordinare le loro esperienze, i narratori autobiografici bernhardiani diventano più felici; nel processo, formulano un senso di speranza per le loro vite future. La fonte di questo impulso positivo può essere fatta risalire agli anni ’50, quando Bernhard iniziò a scrivere. [[:de:w:Jens Dittmar|Jens Dittmar]] collega in modo produttivo aspetti dei saggi giornalistici di Bernhard con la sua opera letteraria. Poiché Bernhard ebbe a lavorare per il ''[[:de:w:Salzburger Tagblatt|Demokratisches Volksblatt]]'' di Salisburgo, scena di tutte le sue esperienze di infanzia e adolescenza, forse non sorprende che i prodotti finali delle due attività condividano alcuni importanti temi comuni, il più pertinente di cui per questa discussione è la speranza. Dittmar spiega che il giovane Bernhard (come il narratore di ''Der Keller'') rimase scioccato dalla devastazione sociale che riscontrò a Salisburgo negli anni ’50 dopo aver lasciato il nonno protettivo e la sua idilliaca vita a Henndorf. Il processo di ordinamento letterario, già rilevabile nei suoi articoli per il giornale, raggiunge il culmine nel progetto autobiografico: "Erst durch die Fiktionalisierung der Wirklichkeit gelang es dem jungen Schriftsteller, Ordnung in den wirren Kopf zu bringen".<ref>Jens Dittmar, ''Aus dem Gerichtssaal: Thomas Bernhards Salzburg in den 50er Jahren'' (Austria: Edition S, 1992), p. 29.</ref>
 
L'ordinamento delle esperienze passate gioca un ruolo importante nel segnare non solo un senso di speranza per il futuro, ma anche uno sviluppo di ottimismo dal primo al secondo volume della pentalogia di Bernhard. Laddove il narratore di ''Die Ursache'' non era in grado di cambiare ciò che lo deprimeva a Salisburgo, il narratore di ''Der Keller'' utilizza un processo di chiarificazione o ordinamento mentale per neutralizzare gli effetti di influenze negative: "Die Tücken, die mich stolpern und verzweifeln, die mich halb verriickt werden lassen an jedem Tag, werden gegen mich, indem ich sie mir vollkommen klarmache, wirkungslos, wie mich nichts mehr angreift oder gar abtötet, wenn ich es mir klarmache."<ref>Bernhard, ''Der Keller'', p. 150.</ref> Non è un caso che il narratore usi qui la stessa parola ("wirkungslos") per descrivere la sua immutabilità di fronte alle "Tücken" di Salisburgo, come ha usato in ''Die Ursache'' (''supra'') per indicare la sua impotenza quando torna a Salisburgo.<ref>Bernhard, ''Die Ursache'', p. 145.</ref> L'associazione di parole indica almeno un importante collegamento testuale, e probabilmente un collegamento nella sua mente tra i due ricordi. Il narratore di ''Der Keller'' attribuisce questa forza ritrovata di recente ("Kraft") a un "tagtägliches Ordnungmachen" mentale.<ref>Bernhard, ''Der Keller'', p. 151. È proprio il "Kraft" (stessa parola di nuovo usata: ''Die Ursache'', p. 19) che gli mancava prima.</ref> Come in ''Die Ursache'', la narrazione rimane vaga proprio su ciò che comporta questo ordinamento: "die Dinge werden jeden Tag an ihren Platz gestellt".<ref>''Ibid.''</ref> Il lettore necessita di molta pazienza se vuole mettere insieme questi indizi o "intimazioni" (l'"Andeutung" = "accenno" del sottotitolo di ''Die Ursache''); se vuole dare un senso e coerenza alla narrazione, il lettore dovrà avere tenacia e resistenza per creare collegamenti intertestuali gratificanti. In questo esempio, di nuovo, non è fino al prossimo volume che il lettore paziente e persistente acquisirà una visione più precisa.