La prosa ultima di Thomas Bernhard/Bernhard e l'autobiografia: differenze tra le versioni

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= Bernhard e l'autobiografia =
Poiché un'analisi critica della pentalogia in questo studio ha lo scopo di fornire una base per una dissezione critica ravvicinata delle successive opere in prosa, l'argomento qui non pone una matrice teorica per lo studio delle narrazioni autobiografiche; piuttosto usa una ricerca pertinente per spiegare come Bernhard abbia impiegato e adattato alcuni dispositivi autobiografici per esprimere e sfruttare i propri obiettivi creativi e letterari nella pentalogia e per comunicare con il lettore. Alcuni critici (Saunders, Bugmann e Ludewig, per esempio) hanno usato la storia e la teoria dell'autobiografia specificamente per esplorare i lati culturali (Saunders), teorici (Bugmann) e storici (Ludewig) nella pentalogia; tuttavia, gli aspetti storici e teorici dell'autobiografia letteraria in generale sono considerati nella discussione qui solo nella misura in cui illuminano la comunicazione di Bernhard con il suo lettore e il relativo senso di speranza che emerge da questi testi.<ref>Per un resoconto chiaro, dettagliato, ma conciso dell'autobiografia tedesca, il seguente è un eccellente punto di partenza: Saunders, pp. 1-5 e 19-36. Il resoconto di Saunders colloca la pentalogia di Bernhard nell'ambito della teoria autobiografica e dell'autobiografia post-1945 nei paesi di lingua tedesca. Per un resoconto più breve, si veda: Alexandra Ludewig, ''Großvaterland: Thomas Bernhards Schriftstellergenese dargestellt anhand seiner (Auto-)Biographie'', European University Studies: German Language and Literature, 1718 (Berne: Peter Lang, 1999), pp. 45-51. Per un'introduzione più specifica alla scrittura autobiografica tedesca negli anni ’70, si veda: Andrew Plowman, ''The Radical Subject: Social Change and Self in Recent German Autobiography'', Britische und irische Studien zur deutschen Sprache und Literatur, 13 (Berne: Peter Lang, 1998), pp. 11-43 (in particolare, pp. 33-43). Per una storia critica meno aggiornata ma estremamente utile dell'autobiografia, si veda: Roy Pascal, ''Design and Truth in Autobiography'' (Routledge & Kegan Paul, 1960).</ref> Lo scopo specifico di questa sezione è di descrivere in dettaglio come Bernhard abbia usato il progetto autobiografico per trovare un significato nella sua vita passata. Classificando gli obiettivi di Bernhard in tre sezioni ("conoscenza di séautocoscienza", "verità" e "narrativanarrazione"), l'analisi traccia come lo scrittore maturo modella i suoi ricordi del passato per i propri fini personali.
 
È indiscutibile che l'adolescenza e l'infanzia di Bernhard, rappresentate nella pentalogia, siano state afflitte da insolite sventure; potrebbero persino essere descritte come traumatiche. I primi diciotto anni della vita di Bernhard furono accompagnati da una serie di drammatici ostacoli alla felicità: l'assenza del suo vero padre; una madre che aveva difficoltà finanziarie e trovava quasi impossibile confrontarsi con un figlio energico e indipendente; malesseri ricorrenti e solitudine aggravata dall'ipersensibilità, per citarne alcuni. Il progetto autobiografico può essere considerato come uno strumento letterario che consente a Bernhard nella sua mente di fare i conti con il suo passato e di usare le sue riflessioni come piattaforma per rilevare la speranza e raggiungere la felicità futura.
 
La letteratura critica sulle opere autobiografiche non è riuscita a spiegare con precisione perché Bernhard abbia scelto di raccontare della sua prima infanzia proprio verso il 1975. La metà degli anni ’70 fu senza dubbio un momento significativo nello sviluppo personale e letterario di Bernhard. Dopo i gravi problemi di salute e le pesanti difficoltà familiari legate alla sua adolescenza, si era fatto una vita comoda e finanziariamente indipendente: si era sistemato nella sua grande casa (la "Vierkanthof" a Obernathal vicino a Ohlsdorf, la maggior parte dei cui interni egli aveva accuratamente progettato), da cui si recava regolarmente a Vienna per lunghi periodi con Hedwig Stavianicek, la sua compagna di tutta la vita; aveva stabilito la sua reputazione letteraria sin dal 1975 (avendo vinto premi prestigiosi come "[[:de:w:Liste der Staatspreise der Republik_%C3%96sterreich#Literatur|Österreichischen Staatspreis]]" nel 1968 e "[[w:Premio Georg Büchner|Georg-Büchner-Preis]]" nel 1970), e la sua salute si era stabilizzata abbastanza, almeno in superficie, tanto da lasciarlo libero per la maggior parte del tempo da ospedali e case di cura.<ref>Per un'introduzione eccellente (incluse molte fotografie rivelatrici) alle tre proprietà di Bernhard (le altre due: "Krucka" am Grasberg e un isolato casolare a Ottnang), si veda: Wieland e Erika Schmied, ''Thomas Bernhards Häuser'' (Salzburg: Residenz, 1995). La Vierkanthof è ora aperta al pubblico. Si veda: ''Das Bernhardhaus'', cur. dal fratellastro Peter Fabjan (Neumarkt: Neumarkter Druckereigesellschaft m.b.H.).</ref> Tuttavia, Bernhard non era un uomo che godeva di buona salute: Peter Fabjan (n. 1938), suo fratellastro e medico personale per tutta la vita, chiarisce in un'intervista del 1989, dopo la morte di Bernhard, che lo scrittore era malato cronicamente ed aveva trascorso gli ultimi dieci anni circa della sua vita in completa incertezza sulla sua salute: "Er hat nie gewußt, leb’ ich nächstes Jahr noch oder halt’ ich noch ein Jahr durch, halt’ ich noch zwei Jahre durch."<ref>Fleischmann, ''Thomas Bernhard — Eine Erinnerung'', p. 161. Fabjan fornisce un riassunto succinto delle malattie di Bernhard e dei suoi ultimi giorni (''ibid.'', pp. 160-1 e p. 164).</ref> La pleurite di Bernhard negli anni ’50 lo portò ripetutamente a stretto contatto con la morte, ma come sostiene Hans Höller, questa minaccia non fu, come si presume comunemente, diminuita negli anni ’70 e la sua malattia rimase in agguato: "Seit der zweiten Hälfte der siebziger Jahre war sich Thomas Bernhard bewußt, daß er verloren ist."<ref>Höller, ''Thomas Bernhard'', p. 129.</ref> Fabjan riferisce di come Bernhard si preoccupasse di nascondere la sua sofferenza al pubblico e che ci fossero momenti in cui difficilmente poteva respirare durante questo periodo di "Martyrium" dalla fine degli anni ’70 fino alla sua morte nel 1989.<ref>Karl Woisetschlager, "Thomas Bernhard — eine Erbschaft: Nachfragen in Gmunden, Obernathal, Weinberg", in Dreissinger, ''Thomas Bernhard: Portraits'', pp. 312-19 (p. 313). Questo articolo fu pubblicato originalmente in: ''Die Presse'', 24 giugno 1989. Woisetschlager fornisce un resoconto informativo sulla salute cagionevole di Bernhard, specialmente nei tardi anni ’70s e ’80.</ref> La consapevolezza di Bernhard che egli era un uomo i cui giorni erano contati contribuisce alla descrizione personale e, soprattutto, immediata della malattia e della morte prevalente in tutte e cinque le narrazioni, in particolare ''Der Atem'' e ''Die Kälte''. La sua malattia (terminale) inoltre rese naturale per lui voler guardare indietro e valutare la sua vita fino a quel punto.
 
 
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== IlNarrazione: il processo della scrittura ==