Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Appendice storica: differenze tra le versioni

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[[w:Daniel Goldhagen|Daniel Goldhagen]] sostiene che l'antisemitismo religioso storicamente innato fu spinto in una nuova direzione da Hitler. Gli fu data una struttura e una base logica che fu "attivamente" sfruttata dal governo. L'odio razziale irrazionale fu assorbito dall'identità, dal misticismo e dal destino nazionale tedeschi. La violenza fu sia teutonicamente innata che sanzionata dal governo:
{{q|I tedeschi comuni erano pronti nel 1939 ad avere il loro antisemitismo razziale incanalato in una direzione genocida e attivato per un'impresa genocida.<ref>Goldhagen, ''Hitler's Willing Executioners'', p. 128.</ref>}}
Hitler, usando un linguaggio che definiva il destino tedesco in termini di apocalisse biblica, riuscì a dare al suo popolo un'identità, un destino e una nuova religione.<ref>Si veda, per esempio, Hitler, ''Mein Kampf'', trad. {{en}} Ralph Manheim, Hutchison, 1969, p. 60: "Quindi oggi credo di agire in accordo con la volontà dell'Onnipotente Creatore: difendendomi contro l'ebreo, combatto per l'opera del Signore."</ref> Il suo ''Weltmacht oder Niedergang'' (potere mondiale o rovina) fu messianico nel suo ragionamento. Come scrisse [[w:Hannah Arendt|Hannah Arendt]], "la propaganda nazista era abbastanza ingegnosa da trasformare l'antisemitismo in un principio di autodefinizione".<ref>Arendt, ''The Origins of Totalitarianism'', p. 356.</ref> L'elemento cruciale, sostiene Goldhagen, era che il popolo tedesco non solo chiudeva un occhio sulla violenza che si verificava nelle proprie comunità, ma alcuni parteciparono e molti lo avviarono. Questo è importante da ricordare poiché, sempre di più, la narrativa tedesca del dopoguerra sull'Olocausto è stata quella di porre il cappio di responsabilità per il genocidio attorno al collo di Hitler e del [[w:Governo Hitler|Reichskabinet]], con la popolazione generale rappresentata come ingenui babbei e persino vittime di un selvaggio regime totalitario. Come sottolinea [[w:Tom Segev|Tom Segev]], le persone si unirono alle SA e alle SS per scelta. All'inizio i nazisti non potevano permettersi di pagare i membri della loro ala militare e molti nelle SA e SS dovettero acquistare le proprie uniformi.<ref>Segev, ''Soldiers of Evil'', p. 3. Bertolt Brecht scrisse un breve dramma satirico su un uomo delle SA che mentiva ai suoi amici e alla sua fidanzata sul fatto che aveva dovuto acquistare in parte la sua uniforme, in "La Croce di gesso", in ''[[w:Terrore e miseria del Terzo Reich|Terrore e miseria del Terzo Reich]]''.</ref> La narrazione dei demoni nazisti e di una nazione tedesca vittimizzata è stata ulteriormente incoraggiata dai politici europei e americani del dopoguerra che, rendendosi conto che i tedeschi erano necessari alleati nella ricostruzione del commercio europeo e nell'istituzione della NATO, non potevano permettere che il popolo tedesco venisse ostracizzato o demonizzato.
 
La misura in cui i comuni tedeschi furono coinvolti in attività antisemite e conobbero il piano di sterminio è ancora fortemente contestata. È stato a lungo proposto che la persecuzione popolare contro gli ebrei non abbia trovato impeto fino a ''Kristallnacht'', nel novembre 1938. Molti storici hanno contestato questo e recenti ricerche mostrano che, dopo l'elezione di Hitler, atti di vandalismo, confisca di proprietà ebraiche, umiliazioni pubbliche, percosse ed esecuzioni spontanee furono più diffuse di quanto si credesse inizialmente. Daniel Goldhagen illustra che nel quinquennio che precede la ''Kristallnacht'' i tedeschi comuni non erano contrari a causare danni fisici e persino assassinare gli ebrei.<ref>Goldhagen, ''Hitler’s Willing Executioners'', pp. 92-7.</ref> Che la maggioranza dei tedeschi mostrasse tendenze antisemite non si può negare. Tuttavia, a parte coloro che erano ideologicamente motivati, è dubbio che tale violenza venisse commessa nella conoscenza del futuro sterminio di tutti gli ebrei.
 
Lawrence L. Langer sostiene che astenersi dal confrontare determinati fatti sul popolo tedesco tra il 1933 e il 1945 significa evitare la realtà.<ref>Langer, ''Admitting the Holocaust'', p. 26.</ref> [[w:George Steiner|George Steiner]] ha dedicato gran parte dei suoi scritti alla risoluzione dell'enigma di come la Germania, "sede della civiltà europea", potesse produrre una tale frenesia di bestialità:
{{q|La tenebra non emerse nel deserto del Gobi o nelle foreste pluviali dell'Amazzonia. Sorse dall'interno e dal centro della civiltà europea. Il grido dell'assassinato risuonò nei paraggi delle università; il sadismo accadeva in strade non lontane da teatri e musei. Nel tardo XVIII secolo [[w:Voltaire|Voltaire]] aveva guardato con fiducia alla fine delle torture; il massacro ideologico doveva essere un'ombra bandita via. Nel nostro tempo, ai giorni nostri, gli altolocati luoghi dell'istruzione, della filosofia, dell'espressione artistica divennero la cornice di Belsen.<ref>George Steiner, prefazione a ''Language and Silence'', Penguin, 1969, pp. 13-17; pp. 14-15.</ref>}}
 
[[:en:w:Alvin Hirsch Rosenfeld|Alvin H. Rosenfeld]] presenta un argomento persuasivo per spiegare perché un confronto con la realtà della psiche tedesca tra il 1933 e il 1945 rimanga così problematico. Ironia della sorte, si basa sul razzismo intrinseco degli europei caucasici. A differenza di altri autori di genocidi, come Stalin e i suoi scagnozzi, che potrebbero essere dichiarati "asiatici" o quantomeno "alieni/stranieri", i tedeschi erano europei caucasici. Rosenfeld sostiene che questa vicinanza invita a un'epifania personale spiacevole e indesiderata ed è una riflessione sgradevole sulla "supremazia" della cultura europea bianca.<ref>Rosenfeld. ''Imagining Hitler'', pp. 15-16.</ref> Inoltre, ciò che ha evidenziato Hitler e il suo popolo fin dall'inizio è stato il fatto che i tedeschi istruiti lo elessero legalmente e continuarono a sostenerlo. L'attrazione popolare del nazismo fu segnato da strade affollate di gente esultante e sorridente. Hitler fu un leader totalitario camatoamato dal suo pubblico.
 
Pertanto, quando mi riferisco agli esecutori, '''intendo specificamente la nazione tedesca e quella austriaca'''. Molti leader delle SS e dei nazisti, ad esempio Stangl, Eichmann e Hitler, erano austriaci di nascita. Il loro antisemitismo fu della varietà ideologica nazista, un antisemitismo a livello "industriale", un antisemitismo mai visto prima.