Thomas Bernhard/Fuoco: differenze tra le versioni

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Verso la fine degli anni '50 scrisse un gruppo di brani in prosa intitolati "Ereignisse" (''Eventi''). L'opera più importante di questo periodo fu ''On the Mountain'', scritta nel 1959, ma non pubblicata fino alla sua morte avvenuta nel 1989. L'importanza critica di questo lavoro per lo sviluppo di Bernhard come scrittore viene catturata con precisione dalla commovente postfazione di Sophie Wilkin all'edizione inglese:
{{q|Il novello reporter di tribunale che appare in ''In der Höhe'' [''In alto''] ha scritto centinaia di poesie ma ora inizia a lavorare sul suo primo libro man mano che gli viene in mente, annotando appunti, frammenti di idee, osservazioni, incontri, personaggi, sentimenti, creando da questi dati una larga rete in cui catturare le realtà della sua vita. Nel processo scopre il potere delle parole, infinite combinazioni e permutazioni di parole come solo la lingua tedesca, con i suoi sostantivi a molti strati, può esserne unicamente capace. Scopre le parole di per se stesse. Non può fermarsi a creare paragrafi o frasi strutturate, la vita è letteralmente troppo breve (che con la sua malattia polmonare aggravata da incompetenti che a volte deve istruire egli stesso nelle procedure — qualsiasi terapia potrebbe significare la sua fine). La sua scrittura è diventata sinonimo di respirazione: è il suo tentativo di salvataggio, cercando di salvargli la vita, anche se non ha senso continuare a lottare contro l'inevitabile, assurdo registrare l'assurdità della vita di fronte alla morte.<ref>{{en}} ''On the Mountain'', Postfazione di Sophie Wilkin, pp. 130-31.</ref>}}
Curiosamente per uno scrittore che avrebbe raggiunto la fama letteraria principalmente come drammaturgo e romanziere, le prime importanti pubblicazioni di Bernhard furono volumi di poesie che avevano un'ispirazione decisamente religiosa e mistica, a partire da ''Auf der Erde und in der Hölle (In terra e all'inferno)'' in 1957, seguito l'anno successivo da ''In hora mortis'' e ''Unter dem Eisen des Mondes (Sotto il ferro della luna)''. In un'intervista con André Müller, Bernhard descrisse i suoi inizi poetici come segue: "Ho scritto molte poesie, che pensavo fossero migliori di quelle di Rilke, Trakl e di tutti gli altri, e così sono andato a vedere Otto Müller, nel suo ufficio al secondo piano, suonai il campanello e gli dissi: "Sono il tal dei tali e ho delle poesie per lei. Vuole pubblicarle?" Si sedette, ne scelse alcune e vennero effettivamente pubblicate. Fu nel 1956."<ref>Citato in Claude Porcell, ''Ténèbres: Textes, discours, entretien'', Maurice Nadeau, 1986, pp. 86-87.</ref> Durante tutta la fase principale della sua carriera, tuttavia, Bernhard dovette praticamente abbandonare la scrittura di poesie da pubblicare. ''Ave Vergil'', una raccolta pubblicata nel 1981, conteneva in realtà poesie scritte venti anni prima, e ''Gesammelte Gedichte'', l'edizione antologica delle sue poesie, non apparve fino al 1991, due anni dopo la sua morte.
 
Un importante punto di svolta nella carriera di Bernhard avvenne nella primavera del 1963 con la pubblicazione del suo primo romanzo, ''Frost (Gelo)'', che introduce una situazione narrativa – in cui un narratore ragionevolmente sano scrive una narrazione che imita sempre più il discorso del pazzo che sta osservando – situazione per la quale Bernhard avrebbe mostrato una decisa predilezione. La pubblicazione di questo romanzo, che fu accolto dai recensori come un importante evento letterario, portò all'assegnazione del Premio Letterario della [[w:Brema (stato)|Libera Città Anseatica di Brema]]. Nel suo discorso di accettazione del premio, intitolato "Argomento freddo con pensiero chiaro", Bernhard, dopo aver proclamato la morte delle fiabe che avevano sostenuto l'Europa, caratterizza il particolare tipo di difficoltà posto dalla vita moderna: "Vivere senza fiabe è più difficile, motivo per cui è difficile vivere nel XX secolo. Inoltre, ora non facciamo altro che esistere; non viviamo, nessuno vive più. Ma è bello esistere nel XX secolo; andare avanti; dove? Non sono venuto, come ben so, da nessuna fiaba e non entrerò mai in una fiaba."<ref>Citato in Claude Porcell, ''Ténèbres, cit.'', p. 30.</ref> Il denaro derivante da questo premio era solo una piccola parte della somma di cui Bernhard aveva bisogno per acquistare il '''casale''' [vedi foto ''supra''] che voleva nell'Alta Austria. Quindi andò dal suo editore e gli chiese l'intera somma, minacciandolo che altrimenti si sarebbe trovato un altro editore. Mezz'ora dopo, lasciava l'ufficio con la somma necessaria in tasca. Fatta eccezione per i frequenti viaggi fuori dall'Austria, Bernhard vivrà in questa proprietà per il resto della sua vita e le case nelle regioni isolate dell'Austria rurale sarebbero diventate la cornice preferita dei suoi romanzi.