Thomas Bernhard/Opere: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
layout e testo
 
testo
Riga 5:
=== Opere in volume ===
Dove non diversamente indicato, le opere sono romanzi.
* 1957 ''In terra e all'inferno '' (''Auf der Erde und in der Hölle'', poesia), Salzburg, 1957;
* 1958 ''[[w:In hora mortis (Bernhard)|In hora mortis]]'' (''In Hora Mortis'', poesia); tr. e nota di Luigi Reitani (Milano: SE, 2002);
* 1958 ''Sotto il ferro della luna'' (''Unter dem Eisen des Mondes'', poesia); tr. e nota di Samir Thabet (Milano: Crocetti, 2015);
* 1959 ''Le rose del deserto'' (''Die Rosen der Einöde'', libretto per balletto, voci e orchestra), Frankfurt am Main, 1959;
* 1963 ''[[w:Gelo (romanzo)|Gelo]]'' (''Frost''); tr. Magda Olivetti (Torino: Einaudi, 1986);:
:{{q|<small>Un chirurgo affida a un suo studente un'insolita missione: dovrà studiare segretamente il comportamento di suo fratello, un anziano pittore che si è isolato dal mondo ritirandosi a Weng, un paesino d'alta montagna, buio e malinconico. Durante lunghe passeggiate attraverso un paesaggio pietrificato dal gelo, bellissimo e terribile, lo studente si smarrisce ben presto nel labirinto ossessivo dei monologhi del pittore in cui verità lancinanti sembrano brillare al di là della fitta trama di allucinazioni, manie, congetture filosofiche, deliri persecutori e memorie autobiografiche. Il romanzo è il progressivo coinvolgimento dello studente e del lettore nella visionaria psicosi del pittore e nella vita quotidiana del villaggio, i cui abitanti sono esemplari di una umanità priva di ogni possibile luce di redenzione. "Ho riletto 'Gelo' dopo parecchi anni. Con piú attenzione della prima volta, fermandomi spesso a pensare a Weng, il paese di montagna piú cupo che si possa immaginare, e ai suoi abitatori, la moglie dell'oste che gestisce quella locanda fredda e fuori mano, lo scuoiatore che fa anche il becchino, l'ingegnere che dirige i lavori della centrale elettrica in costruzione, e naturalmente Strauch, che riempie con i suoi infiniti discorsi, quasi un monologo ininterrotto, le fitte pagine del romanzo, l'esordio stupefacente di quel Thomas Bernhard che oggi tutti considerano una delle vette della narrativa contemporanea. Il documento di un divenir-folli? Non solo e non semplicemente, anche se la parola follia già di per sé dice tutto, e Bernhard comincia qui a darle una fisionomia speciale, che fa esplodere la cosa (chiamiamola cosí) in mille frammenti, tutte le tonalità del nero e insieme tutti i colori della realtà. Una preparazione alla morte? Ma in quella landa mortificata dai brividi del freddo c'è vita, e Strauch è il piú vivo di tutti."</small>|''Dalla prefazione di Pier Aldo Rovatti''}}
* 1964 ''Amras'' (''Amras);'' tr. Magda Olivetti (Torino: Einaudi, 1989; Milano: SE, 2003, con una nota di Luigi Reitani);:
{{q|<small>Segregati in una torre – al tempo stesso eremo mistico e simbolo della loro tradizione familiare – due fratelli vivono un tempo sospeso e dilazionato, dopo il suicidio dei genitori, cercando un impossibile approccio all'Assoluto. In questo bruciante racconto della maturità, Thomas Bernhard ha condensato con sapienza narrativa i motivi e i temi cardine del suo intero universo poetico. Quei suoni che provengono dalla strada, le figure ancora intraviste dalle tende tirate nell'incombente buio della sera, i libri di poesia ancora compulsati, i noti oggetti e volti quotidiani, percepiti in un istante che si avverte come estremo: tutto questo è evocato con un amore segreto e umanissimo, che restituisce alla vita tutta la sua aura sacrale.</small>}}
* 1967 ''Prosa'' (''Prosa'', racconti), Frankfurt am Main: Suhrkamp, 1967. Nel volume:
** ''Attaché an der französischen Botschaft'' – ''Das Verbrechen eines Innsbrucker Kaufmannssohns'' – ''Der Zimmerer'' – ''Die Mütze'' – ''Jauregg'' – ''Zwei Erzieher'';
** ''È una tragedia? È una commedia?'' (''Ist es eine Komödie? Ist es eine Tragödie?''), poi ripubblicato in ''Adelphiana'', tr. Vittoria Rovelli Ruberl, 1971 e in ''aut aut'', 325, 2005, pp.&nbsp;17-21;
* 1967 ''[[w:Perturbamento|Perturbamento]]'' (''Verstörung''), tr. e nota di Eugenio Bernardi (Milano: Adelphi, 1981);:
{{q|<small>Un medico condotto della Stiria, accompagnato dal figlio, fa un giro di visite: insieme a loro, dalla prima frase fin oltre l'ultima, siamo presi in un "Perturbamento" che avvolge tutto come uno scirocco metafisico. Una vibrazione di malattia e di tristezza emana dalla psiche e dalla natura. La campagna, qui, è il luogo prediletto della brutalità: dal caldo opprimente dei fienili, dove i bmbini hanno paura di morire soffocati, al gelo segregato di un castello, a picco su una gola ostile alla luce: ovunque si percepisce un invito alla distruzione, un incoraggiamento all'ansia suicida. Le porte si aprono ogni volta su qualcosa di atroce: la moglie di un oste malmenata a morte, senza ragione, dagli avventori del locale; una vecchia maestra in agonia, con "il sorriso delle donne che si destano dal sonno sapendo di non avere più speranza"; una fila di uccelli esotici strangolati, perché i loro lamenti sono assordanti. In uno stile asciutto, protocollare, Bernhard elenca i relitti del dolore, finché la scansione inflessibile, martellante dei fatti lascia il posto all'immane delirio dell'ultimo infermo: il principe Saurau, raggelato da un eccesso di lucidità, scosso da un continuo frastuono nella testa, abbandonato ormai a una "micidiale tendenza al soliloquio". Nelle sue parole incessanti confluiscono e si dilatano i frammenti dell'orrore che già abbiamo traversato. Ma qui essi vengono scalzati dalla loro fissità e presi in un vortice, il moto perpetuo del "perturbamento". Bernhard ci conduce in un terribile viaggio nella solitudine e nella malattia: il solipsista industriale alla ricerca dell’ispirazione filosofica, immerso in un’ermetica misantropia dalla quale non esclude però la sorella, che é costretta quindi a vivere il dramma con lui, e che porterà entrambi alla rovina; l’artista ragazzo che in preda alla follia scarabocchia i ritratti dei grandi della musica classica, quando non legato al letto dalla madre e dai parenti a causa delle convulsioni; la signora Ebenhoh, straziata da una malattia mortale in completa solitudine alleviata di tanto in tanto da qualche libro (''La principessa di Cleves'') e da Schubert; il maestro costretto alla solitudine da un malinteso su un presunto crimine e condotto alla follia e alla malattia nel più miserevole disonore: tutti queste variazioni sul tema della solitudine e della malattia, nonché della sofferenza, sono uno stampo, un formante plastico per i personaggi che popoleranno i lavori seguenti di Bernhard e sfociano nella già citata figura del principe Sarau che li riassume tutti e li trascina in un vortice, causando un perturbamento, per l’appunto.</small>|''Prefaz. Andrea Gussago''}}
* 1968 ''[[Ungenach (romanzo)|Ungenach]]'' (''Ungenach. Erzählung'', romanzo breve); tr. Magda Olivetti (Torino: Einaudi, 1993);
* 19691968 ''[[Law:Ungenach partita a carte. Un'eredità(romanzo)|Ungenach]]'' (''WattenUngenach. Ein NachlaßErzählung'', romanzo breve),; tr. Magda Olivetti (Torino: Einaudi, 19831993);
* 1969 ''[[w:La partita a carte. Un'eredità|La partita a carte. Un'eredità]]'' (''Watten. Ein Nachlaß'', romanzo breve), tr. Magda Olivetti (Torino: Einaudi, 1983)
* 1969 ''[[w:Eventi (Bernhard)|Eventi]]'' (''Ereignisse'', racconti); tr. e nota di Luigi Reitani (Milano: SE, 1989). Contiene [anche]:
** 1968 ''Discorso in occasione del conferimento del Premio di Stato austriaco per la letteratura'' (''Rende anläfllich der Verleihung des österreichischen Staatspreises für Literatur'');
* 1969 ''Al limite boschivo'' (''An der Baumgrenze'', racconto); tr. Enza Gini (in ''L'italiano'', Parma: Guanda, 1981, pp.&nbsp;45-55; poi ripubblicato come ''Al limite boschivo''). Il volume Guanda contiene anche i racconti:
** ''L'italiano. Frammento'' (''Der Italiener. Fragment''), già in «Insel-Almanach auf das Jahr 1965», Frankfurt am Main, 1964, pp.&nbsp;83-93; poi in ''An der Baumgrenze. Erzählungen. Zeichnungen von Anton Lehmden'', Salzburg, 1969; poi in ''Der Italiener'', Salzburg, 1971 (con ''Notiz'' e ''Drei Tage''). Base dell'omonimo film di [[w:Ferry Radax|Ferry Radax]], nel 1972;:
{{q|<small>I tre racconti presentati qui fotografano dunque l'unica follia senza scampo, quella della razionalità. "L'italiano", crudele indagine dietro le quinte di un funerale di campagna, oppone forestieri a forestieri; "Kulterer" [vedi sotto] rivela, in modo non dissimile, l'alienazione di un carcerato che non ha più carcere; "Al limite boschivo", vertiginosa allegoria, dichiara addirittura la reciproca vacuità della vita e della morte, che appaiono entrambe ridotte, in questo 'giallo' di montagna, a connotazioni casuali. E importante però intendere che non si tratta mai di invettiva, o di denuncia a carico della diserzione di Dio. Di pura cronaca, invece. Dove i fatti sono sempre operati dagli altri, e dove il cronista non sappiamo neppure se ci sia veramente.</small>}}
** ''Kulturer'' (''Der Kulturer''). Il racconto è anche alla base del film con [[w:Helmut Qualtinger|Helmut Qualtinger]], [[w:Werner Schneyder|Werner Schneyder]], regia di [[w:Vojtěch Jasný|Vojtěch Jasný]];
* 1970 ''[[La fornace (romanzo)|La fornace]]'' (''Das Kalkwerk''); tr. Magda Olivetti (Torino: Einaudi, 1984);
* 19681970 ''[[Ungenachw:La fornace (romanzo)|UngenachLa fornace]]'' (''Ungenach.Das ErzählungKalkwerk'', romanzo breve); tr. Magda Olivetti (Torino: Einaudi, 19931984);
* 1971 ''Midland in Stilfs. Drei Erzählungen'', 3 racconti, Frankfurt am Main, 1971. Contiene:
** ''Am Ortler. Nachricht aus Gomagoi''; ''Midland in Stilfs''; ''Der Wetterfleck''
* 1970 ''Camminare'' (''Gehen'', romanzo breve), Frankfurt am Main: 1971;
* 1971 ''Tre giorni'' (''Drei Tage'', racconto), tr. Anna Calligaris, in ''aut aut'', 325, 2005, pp. 8-16;
* 1975 ''L'origine. Un accenno''. Vol. I dell'Autobiografia (''Die Ursache. Eine Andeutung''); tr. Umberto Gandini (Milano: Adelphi, 1982):<ref name="Auto">Riuniti nel volume ''Autobiografia'', a cura di Luigi Reitani, Milano, Adelphi (coll. "[[w:La Nave Argo|La Nave Argo]]" n. 14), 2011. ISBN 9788845926389</ref>
{{q|<small>In questo volume della sua biografia, Bernhard ha voluto subito raccontare un periodo della sua vita a cui risale il manifestarsi di una lesione insanabile in lui: i mesi passati durante la guerra nel Convitto nazionalsocialista di Salisburgo, fra macerie e angherie, e i mesi passati nello stesso collegio, ora chiamato Johanneum, e retto da sacerdoti cattolici, sempre fra angherie, all'inizio di una ottusa pace. Nell'intima compenetrazione salesburghese fra nazismo e cattolicità, nella vocazione della città al suicidio (una delle più alte percentuali europee) e all'Arte Universale, nella scuola come offesa permanente, nella capacità locale di cancellare la memoria e sovrapporre una nobile decorazione a un fondo putrido, Bernhard riconosce una costellazione atroce e beffarda alla quale da sempre ha tentato di sottrarsi: e qui la presenta e la ripercorre in pagine ossessive, implacate. Il piccolo Thomas Bernhard, al Convitto nazionalsocialista, suonava il violino nella "stanza delle scarpe", "piena zeppa di centinaia di scarpe dei suoi compagni intrise di sudore, accatastate su scaffali di legno marcio". Suonare il violino era per lui una preparazione al suicidio - e un modo di sfuggire al suicidio, concentrandosi nell'atto del suonare. Anni dopo sarà lo scrivere stesso, per Bernhard, una metodica esplorazione dell'orrore - e insieme l'unica mossa efficace per sfuggirgli.</small>}}
* 1975 ''[[Correzione (romanzo)|Correzione]]'' (''Korrektur''); tr. Giovanna Agabio (Torino: Einaudi, 1995);
* 19701975 ''[[La fornacew:Correzione (romanzo)|La fornaceCorrezione]]'' (''Das KalkwerkKorrektur''); tr. MagdaGiovanna OlivettiAgabio (Torino: Einaudi, 19841995);:
* 1976 ''Il loden. Racconti'' (''Der Wetterfleck. Erzählungen''); tr. e presentazione di Giulia Ferro Milone (Roma: Theoria, 1988);
{{q|<small>L'austriaco Roithamer, docente a Cambridge, in anni di febbrili progetti, costruisce per la sorella, l'unica persona da lui amata, un'abitazione a forma di cono in mezzo a un bosco. La risposta al regalo è la morte, il cono (rifugio, mausoleo, simbolo fallico, centro geometrico perfetto dell'esistenza e del pensiero) è destinato a scomparire risucchiato da una lussureggiante natura, eterna nemica. Tipica figura maniacale di Bernhard, Roithamer corregge all'infinito il suo progetto, lo corregge fino all'estrema autocorrezione: il suicidio. "Correzione" si dibatte tra amore e disprezzo, umanità e degrado, ipocrisia e violenza, malattia e morte in un crescendo che porta la follia alle soglie estreme di un'assoluta lucidità.</small>}}
* 1976 ''Il loden. Racconti'' (''Der Wetterfleck. Erzählungen''); tr. e presentazione di Giulia Ferro Milone (Roma: Theoria, 1988);
* 1976 ''La cantina. Una via di scampo''. Vol. II dell'Autobiografia (''Der Keller. Eine Entziehung''); tr. Eugenio Bernardi (Adelphi 1984)<ref name="Auto" />
* 1976 ''Le celebrità'' (''Die Berühmten''), in ''Stücke'', vol. 2;
* 1978 ''Il respiro. Una decisione''. Vol. III dell'Autobiografia (''Der Atem. Eine Entscheidung''); tr. Anna Ruchat (Milano: Adelphi 1989)<ref name="Auto" />
* 1978 ''[[w:L'imitatore di voci|L'imitatore di voci]]'' (''Der Stimmenimitator'', racconti); tr. Eugenio Bernardi (Milano: Adelphi 1987);
* 1978 ''[[w:Sì (romanzo)|Ja]]'' (''Ja'', romanzo breve); tr. Claudio Groff (Parma: Guanda 1983; poi ripubblicato come ''Sì'' sempre da Guanda);
* 1979 ''I racconti'' (''Die Erzählungen'');
* 1980 ''[[w:I mangia-a-poco|I mangia-a-poco]]'' (''Die Billigesser''); tr. Eugenio Bernardi (Milano: Adelphi, 2000);
* 1981 ''Il freddo. Una segregazione''. Vol. IV dell'Autobiografia (''Die Kälte. Eine Isolation''), tr. Anna Ruchat (Milano: Adelphi, 1991)<ref name="Auto" />
* 1981 ''Ave Vergil'' (''Ave Vergil'', poesia); tr. e introduzione di Anna Maria Carpi (Parma: Guanda, 1991);
* 1982 ''Un bambino''. Vol. V dell'Autobiografia (''Ein Kind''); tr. Renata Colorni (Milano: Adelphi, 1994)<ref name="Auto" />
* 1982 ''[[w:Cemento (romanzo)|Cemento]]'' (''Beton''), tr. Claudio Groff, con una nota di Luigi Reitani (Milano: SE, 1990);
* 1982 ''[[w:Il nipote di Wittgenstein|Il nipote di Wittgenstein. Un'amicizia]]'' (''Wittgensteins Neffe. Eine Freundschaft''); tr. Renata Colorni (Milano: Adelphi, 1989);
* 1983 ''[[w:Il soccombente (romanzo)|Il soccombente]]'' (''Der Untergeher''), tr. Renata Colorni (Adelphi 1985);
* 1984 ''[[w:A colpi d'ascia|A colpi d'ascia. Un'irritazione]]'' (''Holzfällen. Eine Erregung''); tr. Agnese Grieco e Renata Colorni (Milano: Adelphi, 1990);
* 1985 ''[[w:Antichi maestri|Antichi maestri]]'' (''Alte Meister''); tr. Anna Ruchat (Milano: Adelphi, 1992);
* 1986 ''[[w:Estinzione. Uno sfacelo|Estinzione. Uno sfacelo]]'' (''Auslöschung. Ein Zerfall''); tr. Andreina Lavagetto (Milano: Adelphi, 1996);
* 1987 ''Gedichte'' (antologia poetica), a cura di Christine Lavant, Frankfurt am Main: Suhrkamp, 1987;
* 1989 ''In alto. Tentativo di salvezza, nonsenso'' (''In der Höhe. Rettungsversuch, Unsinn''): scritto nel 1959, apparso nel 1989; frammento del romanzo incompleto ''Schwarzach St. Veit''; tr. Elisabetta Niccolini (Parma: Guanda, 1990).
Line 59 ⟶ 65:
 
=== Teatro ===
* 1970 ''Una festa per Boris'' (''Ein Fest für Boris''): prima rappresentazione allo ''Schauspielhaus'' di [[Amburgo]]; regia di [[w:Claus Peymann|Claus Peymann]]; con [[w:Judith Holzmeister|Judith Holzmeister]]; tr. Roberto Menin (in ''Teatro I'', Milano: Ubulibri, 1982: Torino: Einaudi, 2015).
* 1972 ''L'ignorante e il folle'' (''Der Ignorant und der Wahnsinnige''): prima rappresentazione sabato 29 luglio al ''Festival di Salisburgo''; regia di Claus Peymann, scenografia di [[w:Karl-Ernst Herrmann|Karl-Ernst Herrmann]], costumi di [[w:Moidele Bickel|Moidele Bickel]]; con [[w:Bruno Ganz|Bruno Ganz]], [[w:Ulrich Wildgruber|Ulrich Wildgruber]], [[w:Otto Sander|Otto Sander]], [[w:Angela Schmid|Angela Schmid]], [[w:Maria Singer|Maria Singer]]; tr. Roberto Menin (in ''Teatro IV'', Milano: Ubulibri, 1999).
* 1974 ''La brigata dei cacciatori'' (''Die Jagdgesellschaft''): prima rappresentazione al Burgtheater di Vienna; regia di Claus Peymann, scenografia di Herrmann; con Judith Holzmeister, [[w:Joachim Bißmeier|Joachim Bißmeier]], [[w:Werner Hinz|Werner Hinz]]; tr. Italo Alighiero Chiusano (in ''Teatro II'', Milano: Ubulibri, 1984: Torino: Einaudi, 2015).
* 1974 ''La forza dell'abitudine'' (''Die Macht der Gewohnheit''): prima rappresentazione al Salzburger Festspiel; regia di [[w:Dieter Dorn|Dieter Dorn]], scenografie di [[w:Wilfried Minks|Wilfried Minks]]; con [[w:Bernhard Minetti|Bernhard Minetti]], [[w:Anita Lochner|Anita Lochner]]; tr. Umberto Gandini (in ''Teatro I'', Milano: Ubulibri, 1982: Torino: Einaudi, 2015).
* 1975 ''Il presidente'' (''Der Präsident''); tr. Eugenio Bernardi (in ''Teatro V'', Milano: Ubulibri, 2004);
* 1977 ''Minetti. Ritratto di un artista da vecchio'' (Minetti. Ein Portrait des Künstlers als alter Mann): prima rappresentazione al ''Württembergischer Staatstheater'' di Stoccarda; regia di Claus Peymann, scenografia di Herrmann; con [[w:Bernhard Minetti|Bernhard Minetti]] nel ruolo del protagonista; tr. Umberto Gandini (in ''Teatro II'' Ubulibri 1984: Torino: Einaudi, 2015);
* 1978 ''Immanuel Kant'' (Immanuel Kant); tr. Umberto Gandini (in ''Teatro IV'', Milano: Ubulibri, 1999);
* 1979 ''Il riformatore del mondo'' (Der Weltverbesserer): prima rappresentazione allo ''Schauspielhaus'' di Bochum; regia di Claus Peymann, scenografia Herrmann; con Bernhard Minetti, [[w:Edith Heerdegen|Edith Heerdegen]]); tr. Roberto Menin (in ''Teatro I'', Milano: Ubulibri, 1982: Torino: Einaudi, 2015);
* 1979 ''Prima della pensione. Una commedia dell'anima tedesca'' (Vor dem Ruhestand. Eine Komödie von deutscher Seele); tr. Roberto Menin (in ''Teatro IV'', Milano: Ubulibri, 1999);
* 1981 ''Su tutte le cime la pace'' (''Über allen Gipfeln ist Ruh''): prima rappresentazione allo Schauspielhaus di Bochum; regia di [[w:Alfred Kirchner|Alfred Kirchner]]; con [[w:Traugott Buhre|Traugott Buhre]];
* 1981 ''Alla meta'' (Am Ziel): prima rappresentazione al ''Salzburger Festspiel''; regia di Claus Peymann, scenografia di Herrmann; con [[w:Marianne Hoppe|Marianne Hoppe]]; tr. Eugenio Bernardi (in ''Teatro II'', Milano: Ubulibri, 1984: Torino: Einaudi, 2015);
* 1983 ''L'apparenza inganna'' (Der Schein trügt): prima rappresentazione allo Schauspielhaus di Bochum; regia di Claus Peymann, scene di [[w:Erich Wonder|Erich Wonder]]; con Bernhard Minetti; tr. Roberto Menin (in ''Teatro III'', Milano: Ubulibri, 1991);
* 1984 ''Il teatrante'' (Der Theatermacher): prima rappresentazione al Salzburger Festspiel 1985; regia di Claus Peymann, scene di Herrmann; con Traugott Buhre, [[w:Hugo Lindinger|Hugo Lindinger]], [[w:Kirsten Dene|Kirsten Dene]], [[w:Martin Schwab|Martin Schwab]], [[w:Josefin Platt|Josefin Platt]]; più tardi riproposto nei medesimi ruoli e nella medesima veste allo ''Schauspielhaus'' di Bochum e al ''Burgtheater'' (1986); dopo la morte di Lindigers, con [[w:Sepp Bierbichler|Sepp Bierbichler]] nel ruolo dell'oste; tr. Umberto Gandini (in ''Teatro V'', Milano: Ubulibri, 2004);
* 1984 ''[[w:Ritter, Dene, Voss|Ritter, Dene, Voss]]'' (Ritter, Dene, Voss): prima rappresentazione al Salzburger Festspiel, 1986; regia di Claus Peymann, scene di Herrmann; con [[w:Ilse Ritter|Ilse Ritter]], [[w:Kirsten Dene|Kirsten Dene]], [[w:Gert Voss|Gert Voss]]; riproposto più tardi all'[[w:Akademietheater|Akademietheater]], 1986, e dal [[w:Berliner Ensemble|Berliner Ensemble]], 2004; tr. Eugenio Bernardi (in ''Teatro III'', Milano: Ubulibri, 1991);
* 1986 ''Semplicemente complicato'' (Einfach kompliziert). Prima rappresentazione al ''Schillertheater'' di Berlino; con Bernhard Minetti. Più tardi riproposto all'''Akademietheater''; tr. Umberto Gandini (in ''Teatro III'', Milano: Ubulibri, 1991);
* 1987 ''Elisabetta II'' (Elisabeth II): prima rappresentazione al Schillertheater; con [[w:Kurt Meisel|Kurt Meisel]]; tr. Umberto Gandini (in ''Teatro V'', Milano: Ubulibri, 2004);
* 1988 ''A Doda'' - ''Alles oder nichts'' - ''Eis'', ''Freispruch'' ''Maiandacht. Ein Volksstück als wahre Begebenheit [Meiner Kindheitsstadt Traunstein gewidmet]'' - ''Match'' - ''Der deutsche Mittagstisch'', in ''Der deutsche Mittagstisch. Dramolette'', Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1988
* 1988 ''Piazza degli eroi'' (Heldenplatz): prima rappresentazione al Burgtheater; regia di Claus Peymann, scene di Herrmann Beil; con [[w:Wolfgang Gasser|Wolfgang Gasser]], Kirsten Dene, [[w:Elisabeth Rath|Elisabeth Rath]], Marianne Hoppe; tr. e prefazione di Rolando Zorzi (Milano: Garzanti, 1992);
* 1990 ''Claus Peymann compra un paio di pantaloni e viene con me a mangiare, e altri dramoletti'' (Claus Peymann kauft sich eine Hose und geht mit mir essen. Drei Dramolette), cioè: ''Claus Peymann verläßt Bochum und geht als Burgtheaterdirektor nach Wien'' (1986), ''Claus Peymann kauft sich eine Hose und geht mit mir essen'' (1986) e ''Claus Peymann und Hermann Beil auf der Sulzwiese'' (1987); tr. Elisabetta Niccolini (Milano: Ubulibri, 1990);
 
=== Opere in quotidiani, riviste e antologie ===
* [[1950]] ''Das rote Licht'' (con lo pesudonimo Thomas Fabian), in «Salzburger Volksblatt», 19-06-1950;
* [[1950]] ''Vor eines Dichters Grab'' (con lo pesudonimo Nikklas van Heerlen), in «Salzburger Volksblatt», 12-07-1950;
* [[1951]] ''Die Siedler'' (con lo pseudonimo Thomas Fabian), in «Salzburger Volksblatt», 8-09-1951;
* [[1952]] ''Mein Weltenstück'', in «Münchner Merkur», 22-04-1952 (poi in ''Die ganze Welt in meines Herzens Enge. Anthologie junger Salzburger Lyrik'', Salzburg, 1955, pp.&nbsp;58-63);
* [[1953]] ''Das große Hunger'' in «Demokratisches Volksblatt», 15-10-1953;
* [[1953]] ''Die verrückte Magdalena'', in «Demokratisches Volksblatt», 17-01-1953;
* 1953 ''Sieben Tannen die die Welt bedeuten'', in «Demokratisches Volksblatt», 24-12-1953;
* 1954 ''Betagte Landschaft'' - ''Die Landschaft der Mutter'' - ''Kreuzgang im Kloster Nonnberg'' - ''Sankt Sebastian in der Linzer Gasse'', in «Handschreiben der Stifterbibliotek», 13, 1954;
Line 119 ⟶ 125:
* 1982 ''Conversazione con l'autore'', a cura di Andé Müller, in ''Teatro I'', Milano: Ubulibri, 1982;
* 1982 ''Montaigne'' (''Montaigne. Eine Erzählung in 22 Fortsetzungen''), in «Die Zeit», 8-10-1982; tr. Pierfrancesco Fiorato, in «Nuova corrente», XLVII, 127, 2001, pp.&nbsp;7-17;
* 1982 ''[[w:Goethe muore|Goethe muore]]'' (''Goethe schtirbt''), in «Die Zeit», 19-03-1982; tr. Micaela Latini, in «Almanacchi nuovi», 1, 1999, pp.&nbsp;116-28; poi in ''aut aut'', 325, 2005, pp.&nbsp;22-31; (poi trad. di Elisabetta Dell'Anna Ciancia in "Piccola Biblioteca [[w:Adelphi|Adelphi]]", 2013, ISBN 9788845927591)
 
'''Nota:''' <small>''L'ultimo scritto da Bernhard poco prima della morte è dedicato alla ''Tramvia di Gmunden'' (Straßenbahn Gmunden): una feroce lettera al Salzkammergut-Zeitung contro la soppressione della linea tramviaria di Gmunden, che con i suoi 2,3 km è la più breve del mondo.''</small>
Line 130 ⟶ 136:
* 1968 ''Premio Anton Wildgans'' ('Anton-Wildgans-Preis')
* 1970 ''Premio Georg Büchner'' ('Georg-Büchner-Preis')
* 1972 ''Premio [[w:Franz Theodor Csokor|Franz Theodor Csokor]]'' ('Franz-Theodor-Csokor-Preis')
* 1972 ''Premio Grillparzer'' ('Grillparzer-Preis')
* 1972 ''Premio Adolf Grimme'' ('Adolf-Grimme-Preis')