Pensare Maimonide/Maimonide e Shekhinah: differenze tra le versioni

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Passando ora alla ''Shekhinah'', troviamo il termine menzionato per la prima volta nella ''Guida'' (i.10; pp. 35-7)<ref>In ''Guida'' i.5 (p. 30), Maimonide fa riferimento alla "santa presenza divina" di Dio come qualcosa che può essere appresa (cioè compresa) dopo molte preparazioni. Ma in questo passo egli non usa né ''Shekhinah'' in ebraico né ''sakinah'' in arabo. Piuttosto, dice: ''al-ḥaḍrah al-qadisiyah al-ilahiyah''. I traduttori non sono affatto unanimi su come interpretare questa espressione. Friedlaender segue Ibn Tibbon, che riporta ''hamaḥaneh hakadosh ha’elohi''. Al-Harizi, seguito da Kafih, ha ''hama’amad hakadosh ha’elohi''. Schwartz è d'accordo con Pines e traduce: ''lehabit banokheḥut hakedoshah ha’elohit''.</ref> in connessione con una discussione del termine ''yarod'' (discesa), termine che può significare "uno stato inferiore di speculazione; quando un uomo dirige i suoi pensieri verso un oggetto molto inferiore". Ma, Dato la bassa condizione degli esseri umani, discesa può significare anche
{{q|un traboccamento di ispirazione profetica, la discesa dell'ispirazione profetica sul profeta o la discesa della ''shekhinah''<ref>Arabo ''sakinah''; Pines lo traduce con "permanenza".</ref> in un certo luogo era definito con discesa; mentre la rimozione di questa condizione profetica da un particolare individuo or la cessazione della ''shekhinah'' era definita ascesa. In ogni caso dove trovi i termini discesa e ascesa attribuiti al Creatore, che Egli sia lodato, viene inteso quest'ultimo significato.}}
In ogni caso, cioè, in cui si dice che la ''shekhinah'' sia discesa, il vero significato è che un incontro profetico ha avuto luogo.<ref>Si confronti ''Guida'' ii.42 (pp. 389-90) su ''shekhinah'' come termine di profezia.</ref> L'analisi di Maimonide sulla profezia si concentra interamente sull’"ascesa" del profeta. Pertanto, dire che la ''shekhinah'' riposa su un profeta, o discende su un profeta, non dice nulla sul "movimento" da parte di Dio o della ''shekhinah'' e molto invece sul movimento morale e spirituale/intellettuale da parte del profeta.
 
Tanto per la discesa, quanto per l'ascesa:
{{q|Quando, d'altra parte, la Scrittura dice "E Mosè salì verso Dio" (Esodo 19:3), s'intende il terzo significato del termine [ascendere];<ref>Pines spiega in una nota che questo terzo significato denota "la direzione del pensiero verso un oggetto eccelso".</ref> ciò in aggiunta al fatto che [Mosè] ascese verso la cima della montagna<ref>Giosuè {{passo biblico|Gios|15:8}}; Maimonide sembra qui fare semplice uso dell'espressione, senza voler interpretare il versetto in Giosuè o finanche farci riferimento.</ref> su cui era discesa la luce creata. Il versetto non significa che Dio, che Egli sia glorificato, ha un posto su cui si possa ascendere o da cui si possa discendere; Egli è esaltato molto in alto oltre l'immaginazione degli ignoranti.}}
Proprio come Dio (e la ''shekhinah'' e la luce creata di Dio) non discente realmente, così neanche uno ascende realmente a Dio.
 
 
 
 
 
 
 
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{{Vedi anche|Essenza trascendente della santità|Guida maimonidea|Torah per sempre}}
==Note==