Essenza trascendente della santità/La santità della Terra d'Israele: differenze tra le versioni

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Un po' più avanti nel capitolo Maimonide fa riferimento al Monte Moriah quale "luogo [che] è lo scopo finale della Legge sulla Terra". Questo potrebbe sembrare come se egli stesse assegnando a quel posto molto più di un importanza puramente storica o teleologica; ma subito ci dà motivo di comprendere che tale non è il suo intento. Qualche frase dopo, egli scrive:
{{q|È noto che questa gente costruiva templi alle stelle e in quel tempio veniva eretto un idolo per il quale si stabiliva un tipo di adorazionw, voglio dire, ad un idolo veniva assegnato una certa stella, o una porzione di una Sfera.<ref>Si veda spec. ''[[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah]]''.</ref> Di conseguenza a noi ci venne comandato di costruire un Tempio per Lui, che Egli sia glorificato, e che vi venisse posta l'arca in cui stavano le due Tavole che contenevano le parole "Io [sono il Signore]" e "''Non avrai''".<ref>''Guida'' iii.45 (p. 576). Corsivo aggiunto.</ref>}}
Lo "scopo finale della Legge sulla Terra" è la totale distruzione dell'idolatria e l'instaurazione dell'adorazione dell'unico vero Dio.<ref>Ulteriormente sull'idolatria in contrasto alla Torah intera, si veda ''MT'' "Leggi dell'Idolatria", 2:7-8, e i seguenti passi della ''Guida'': iii.29 (p. 521), iii.30 (p. 523), iii.37 (pp. 542, 545). Si veda inoltre ''MT'' "Leggi del Sabbath", 30:15, citato a fine libro.</ref> È ''perché'' (e solo perché) esistevano templi idolatri (e gli ebrei non contemplavano l'adorazione divina senza sacrifici) che a Israele fu comandato di costruire un Tempio a Dio e di porre in esso l'arca dell'alleanza, che conteneva le tavole del Decalogo, che insegnano l'essenza dell'ebraismo: l'esistenza di Dio e la non-esistenza di tutte le altre divinità.
 
Insomma, la discussione di Maimonide in ''Guida'' iii.45 sulla connessione tra Abramo e il Monte del Tempio rafforza l'asserzione che egli vedesse la santità del sito in termini che erano storici (gli eventi di significato storico mondiale che vi si svolsero) e teleologici (la necessità di sradicare l'idolatria), e non di tipo onologico.
 
Questa interpretazione viene ulteriormente confermata in un punto insolito della ''[[Mishneh Torah]]''. Maimonide dedica un intero capitolo di "Leggi del Tempio" ad un riassunto delle restrizioni che governavano ciò che poteva o meno essere fatto sul Monte del Tempio. A causa della grande santità del luogo, il comportamento dei visitatori veniva regolato severamente. Non certo un testo propizio in cui cercare supporto per l'interpretazione non-ontologica della santità! Tuttavia, in quello che sembra un tentativo di indicare almeno a qualcuno dei suoi lettori che egli dovesse veramente essere interpretato come io sto facendo qui, Maimonide inizia la sua discussione in "Leggi del Tempio", 7, con la seguente dichiarazione: "È un comandamento positivo di riverire il Santuario, poiché è detto: «Porterete rispetto al Mio Santuario» (Lev. {{passo biblico|Lev|19:30}}). Ciò non vi invita a riverire il Santuario stesso, ma Colui Che comandò che noi lo riverissimo."<ref>''Libro del Servizio al tempio'', trad. Lewittes, 29 (emendato). Cfr. ''MT'' "Leggi della Macellazione Rituale", 14:11 (ultimo paragrafo del ''Libro della Santità''): "Quando uno osserva il comandamento di coprire il sangue, lo deve fare, non col piede, ma con la mano, o con un coltello o utensile, in modo da non condurre l'osservanza del comandamento in maniera dispregiativa, trattando quindi i comandamenti di Dio con disprezzo. Poiché la riverenza è dovuta non ai comandamenti stessi, ma a Colui Che li ha emessi, che Egli sia benedetto, e che ci ha liberato dallo strisciare nelle tenebre rendendo i comandamenti una luce che raddrizzi i luoghi corrotti e una luce che ci insegni i percorsi della rettitudine. E quindi di certo la Scrittura dice: «La Tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero»" (Salmi {{passo biblico|Salmi|119:105}}). Cito la traduzione {{en}} di Rabinowitz e Grossman, p. 322.</ref> La Torah comanda che uno si comporti con timore reverenziale (''yirah'') verso il Tabernacolo nel deserto e in seguito nel Tempio; non per le costruzioni o i loro rispettivi siti, ma per reverenza verso Dio che comandò la loro costruzione. Il Tempio è uno strumento nel processo di purificare l'umanità da immoralità e ignoranza, e come tale è molto sacro. Ma questa sacralità è una funzione dello scopo glorioso del Tempio, non una funzione di una qualche caratteristica essenziale che lo pone a parte dagli altri edifici.<ref>Maimonide include la sua discussione della sinagoga nel ''Libro dell'Amore'' e non nel ''Libro del Servizio al Tempio''. Apparentemente egli sceglie di discutere la sinagoga nella sua capacità di sede di adorazione per tutti gli ebrei, e non nella sua capacità di rimpiazzo del Tempio. Mi chiedo se questa non sia una sottile svalutazione del Tempio: è fondamentalmente definito come luogo per sacrifici, non come luogo di preghiera, per Maimonide forma più elevata di adorazione.</ref>
 
Prima di terminare questa discussione, è importante sottolineare che Maimonide esprime un grande amore per la Terra di Israele. ''MT'' "Leggi dei Re", 5:9-12, è un panegirico commovente alla terra e l'amore per essa espresso dai Saggi talmudici.<ref>Su tale passo, si veda la discussione di Blidstein, "Living in the Land of Israel".</ref> Si può essere profondamente attaccati ad un luogo a causa del suo significato senza dover pensare che il luogo sia in un qualche modo distinto ontologicamente da altri luoghi, o ad essi superiore.
 
La santità, nelle persone, è una funzione di ciò che fanno, non di quello che sono. Dire che una persona (o una nazione) è santa non ne vuol dire nulla di "ontologico"; è dire soprattutto come tale persona o nazione agisce. Parimenti, dire che un luogo è santo non ne vuol dire nulla di "ontologico"; vuole soprattutto evidenziare la storia del luogo e come tale luogo debba essere trattato in ambito [[w:Halakhah|halakhico]].
 
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