Essenza trascendente della santità/Persone sante: differenze tra le versioni

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Fino a questo punto mi sono concenrato su come una persona posso ottenere la santità. Ho proposto che, per Maimonide, la santità non è una sorta di proprietà sopraggiunta; è il modo in cui l'ebraismo caratterizza ciò che possiamo chiamare (in un idioma molto non-maimonideo), comportamento "amato-da-Dio". Uno ottiene la santità non diventando come Dio (praticamente impossibile per qualunque creatura) bensì imitando gli attributi d'azione di Dio; agendo, per così dire, come Dio e, quindi, in un certo modo, venendo "amati" da Dio. Stando così le cose, non ci dovrebbe sorprendere scoprire che è anche un comportamento che può provocare l'opposto di santità, la profanazione:
{{q|...<ref>''MT'' "Leggi delle Fondamenta della Torah", 5:11, citato dal ''Libro della Conoscenza'', trad. Hyamson, 41''a-b''.</ref>}}
Il nome di Dio può essere santificato o profanato: dipende interamente da come uno si comporta.<ref> </ref>L'interpretazione di Maimonide deve essere confrontata con quella di Nahmanide[[w:Nachmanide|Nachmanide]], che glossa Lev. 19:2 come comandasse che gli ebrei evitino l'impurità rituale. Per una discussione, si veda Silman, "Introduzione", p. xii, e Faur, ''In the Shadow of History'', 12-13.</ref>
 
==Note==