Iconografia intellettuale: differenze tra le versioni

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[[File:"The School of Athens" by Raffaello Sanzio da Urbino.jpg|650px|center|"Scuola di Atene" di Raffaello]]
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==Intellettuali antichi==
[[File:Federico Bianchini mounting telescope.png|left|80px|uomo al telescopio, incisione, 1720]]
Un'incisione realizzata a Parigi al tempo della [[w:Rivoluzione francese|Rivoluzione francese]] mostra un omino su una montagna lontana che osserva attraverso un telescopio le attività dell'umanità. Difficilmente potrebbe esserci un'immagine migliore per rappresentare il ruolo e la posizione dell'intellettuale moderno in quanto esse differiscono da quelle delle sue controparti nell'antichità classica. Non ha una dimora sicura, uno scopo ben definito. La sua occupazione principale è osservare e commentare gli altri. Al contrario, gli intellettuali antichi erano saldamente integrati nella loro società, che si trattasse del poeta che si esibiva in culti e festival, del filosofo che insegnava nel ''[[w:Ginnasio|gymnasium]]'' e nell'[[w:agorà|agorà]], o del politico nell'assemblea popolare. Il loro posto nella società era nella città, e questo fu vero fino alla tarda antichità. Perfino lo stile di vita controculturale di un [[w:Diogene di Sinope|Diogene]] è impensabile senza l'arena pubblica.
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[[File:Goethe Schiller Weimar 2.jpg|200px|thumb|right|Monumento di Goethe e Schiller a Weimar]] Ci sono state poche società che abbiano celebrato i loro poeti e pensatori quanto lo hanno fatto i greci. Eppure le statue votive e onorifiche del periodo classico li celebrano non come grandi intelletti, ma come cittadini esemplari. [[w:Omero|Omero]] appare come il distinto uomo anziano, Anacreonte come il simposiasta ben educato, Sofocle come il decoroso oratore pubblico. La lapide di [[w:Eschilo|Eschilo]] registrava soltanto che aveva combattuto i persiani a [[w:Battaglia di Maratona|Maratona]]: non una parola del suo successo come scrittore. Non importa quanto grande sia stata la reputazione di un uomo per il suo successo intellettuale, almeno nella democratica Atene: non era questo un motivo per distinguerlo dalla condizione e aspetto convenzionali dei suoi concittadini. Ma in contrasto alle statue classiche del cittadino modello, se prendiamo come esempio i poeti di Weimar, i loro stessi gesti richiamano i singoli caratteri sia come poeti che come persone. L'incontro si svolge non in pubblico, ma in uno spazio "privato" ideale. '''[[w:Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]]''' e '''[[w:Friedrich Schiller|Schiller]]''' sono raffigurati come grandi menti con invidiabili qualità umane, ma non come cittadini modello con i quali i loro simili potessero identificarsi. Ancora una volta non esiste un parallelo antico diretto.
 
[[File:Socrates blue version2.png|left|100px|Socrate silenico]] Il primo vero "ritratto intellettuale" nell'antichità è la rappresentazione di '''[[w:Socrate|Socrate]]''' con la brutta faccia di [[w:Sileno|Sileno]]. Questo affronto alle norme estetiche ed etiche della ''[[w:kalokagathia|kalokagathia]]'' fu progettato per provocare i contemporanei della statua e, in tal modo, iniziò una lunga tradizione che proseguì con la "vita da cani" di Diogene, i vecchi corpi essiccati delle statue filosofiche ellenistiche, fino ai capelli sudici di [[w:Apuleio|Apuleio]]. Nella figura di Socrate, la maschera di Sileno diventa un archetipo del filosofo che mette in discussione le convenzioni sociali e il pensiero difettoso, rivendicando il ruolo di educatore sul modo migliore di pensare e vivere la propria vita.<ref>Félix Bourriot, ''Kalos kagathos - kalokagathia. D’un terme de propagande de sophistes à une notion sociale et philosophique, Étude d’histoire athénienne'', Georg Olms, 1995.</ref>
 
Fu solo circa un secolo dopo, mentre la struttura unificante della ''polis'' si stava dissolvendo, che il filosofo greco acquisì per la prima volta un'immagine distinta da quella del cittadino medio e divenne un personaggio pubblico con un'autorità propria. Dall'inizio del terzo secolo [[w:p.e.v.|p.e.v.]] il filosofo si definì "l'altro". È interessante notare che ciò consisteva inizialmente nell'aderire all'immagine tradizionale del cittadino. Mentre i loro contemporanei adottarono rapidamente l'aspetto ben rasato iniziato da Alessandro Magno, i filosofi continuarono a farsi crescere la barba. E mentre altri preferivano abiti più elaborati (e più caldi), questi si aggrappavano al semplice mantello del cittadino. In tale senso, l'immagine del filosofo ebbe fin dall'inizio un elemento "conservatore". La sua critica ai nuovi costumi invocava vie ancestrali, cioè l'età della ''polis'' libera e democratica.
 
[[File:Philosopher probably Apollonius of Tyana Heraklion museum original.jpg|right|200px|thumb|Barba e mantello per il filosofo greco (forse Apollonio di Tiana)]] Tuttavia, la qualità ascetica è solo un aspetto del rifiuto della biancheria intima da parte del filosofo. Esporre i corpi nudi di questi vecchi filosofi diede agli scultori l'opportunità di ritrarre il processo di invecchiamento con spietata onestà. La "rivelazione" dell'invecchiamento del corpo maschile assunse una qualità ancor più drammatica seguendo la tradizione dei fisici perfetti nella statuaria classica. Come la maschera di Socrate, anche questa era una violazione calcolata delle norme della ''kalokagathia'' che ancora dominava l'immagine di sé del cittadino greco. In entrambi i casi l'affermazione provocatoria contiene un messaggio particolare: la morte è il destino di ogni individuo, ma solo il filosofo può insegnarci come, di fronte alla morte, vivere una vita "in conformità con la natura".
 
La religione greca non aveva un dogma codificato, nessun insieme di insegnamenti morali come il catechismo, nessun clero stabilito che potesse provvedere ai bisogni pastorali dei fedeli. A partire da Socrate, furono i filosofi a venire sempre più a ricoprire questo ruolo. Così il mantello del filosofo designò il consigliere e il filosofo ''ex-cathedra'', che la società si aspettava dovesse condurre una vita dimostrativa ed esemplare. Il prete cristiano e il monaco sono i veri successori dell'antico filosofo, e non è un caso che presto abbiano assunto sia la barba che il mantello.
 
[[File:Statue de Voltaire.jpg|thumb|200px|right|Statua di Voltaire, opera di Jean-Antoine Houdon]] La '''statua di [[w:Voltaire|Voltaire]]''' in età avanzata è anche caratterizzata da fragilità fisica e passione spirituale. Ma [[w:Jean-Antoine Houdon|Houdon]] non stava cercando di trasmettere un esempio del modo di vivere filosofico. Piuttosto, ponendo Voltaire su un trono, trasmetteva la pretesa degli intellettuali (qui in nome dei filosofi) di partecipare alla gestione dello stato. La statua incarna l'eccitazione dell'[[w:Illuminismo|Illuminismo]] nella situazione politica poco prima della Rivoluzione francese. Nessun filosofo greco si è mai seduto su un trono, al massimo una "sedia" accademica. Persino il "trono" di [[w:Epicuro|Epicuro]] si rivela piuttosto un posto d'onore, usato dai suoi allievi per trasmettere l'autorità intellettuale e morale unica del loro maestro. Per quanto Houdon abbia fatto affidamento sull'antico per la sua visione di Voltaire, il suo è un tipo di filosofo che non è mai esistito nell'antichità.
 
==Intellettuali moderni==
 
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