Leonardo da Vinci/Parte II: differenze tra le versioni

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==Le fonti del genio==
Il [[w:Rinascimento|Rinascimento]] è stato un momento di cambiamento e fermento che ha coinvolto tutte le sfaccettature della società — politica, economica, sociale, morale e intellettuale. La frammentazione del potere legittimo nel [[w:Italia settentrionale|Norditalia]] e la crescita delle città-stato, da un lato, e gli stati dispotici, dall'altro, segnano il carattere del [[w:Rinascimento italiano|Rinascimento italiano]] e contrastano questo periodo con le sue successive manifestazioni nel Nord Europa. La moltitudine di unità politiche che esistevano o che erano state fondate in Italia furono il risultato delle lotte tra il [[w:Sacro Romano Impero|Sacro Romano Impero]] e il [[w:Poteri universali|Papato]], quest'ultimo che ostacolava l'unità nazionale.<ref>Jacob Burckhardt, ''The Civilization of The Renaissance in Italy'', Phaidon Press, I960, p. 2.</ref> Nel vuoto politico entravano tutti coloro che avevano il talento e l'audacia di tenere le redini del potere. Fu così resa possibile la fioritura delle corti principesche di Milano, Urbino, Mantova e altre. Città-stato come Venezia, Siena, Genova e Firenze si aggrappavano gelosamente alle loro identità separate e stringevano alleanze con quel potere necessario a preservare la loro indipendenza o a raggiungere la supremazia. La struttura politica sottostante dell'Italia settentrionale era caotica, generava insicurezza, richiedeva il costante ricorso a guerre offensive e difensive, e rendeva il paese vulnerabile all'intervento straniero.
 
Il Rinascimento fu anche un periodo di cambiamento economico. Per alcuni teorici, l'impulso al cambiamento nacque principalmente dagli sviluppi economici che annunciavano il mondo capitalistico della moderna Europa occidentale. L'espansione del commercio e lo sviluppo del sistema bancario e dell'economia monetaria crearono un vigore economico che aprì opportunità ad una partecipazione più ampia nella società di quanto non fosse esistita nelle economie feudali. Le pressioni della crescita demografica aumentarono tale vigore, poiché un numero maggiore di persone fornì mano d'opera e cercò persino quelle ricompense che finalmente sembravano di più facile portata. Ma la crescita economica non resistette per tutto il corso del Rinascimento italiano. Ai tempi di Leonardo, infatti, la città-stato di Firenze stava entrando in un periodo di declino segnato da problemi economici, peste e povertà. La sua preminenza nel commercio di tessuti era stata sormontata dall'Inghilterra; le sue continue guerre con Pisa avevano prosciugato le decrescenti risorse della popolazione e della ricchezza materiale.<ref>Richard Ketchum, cur., ''The Horizon Book of the Renaissance'', American Heritage Publishing Co., 1969, p. 143.</ref> Problemi simili affliggevano anche gli altri stati d'Italia. Ma l'impeto dato dall'ondata economica degli anni precedenti rimase, così come le aspettative che aveva prodotto. La frugalità non doveva certo essere il segno di chi deteneva il potere in un periodo di contrazione economica.
 
==Note==