Leonardo da Vinci/Premessa: differenze tra le versioni
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{{q|Li abbreviatori delle opere fanno ingiuria ala cognizione e allo amore, con ciò sia cosa che l'amore di qualunque cosa è figliol d'essa cognizione, e l'amore è tanto piú fervente quanto la cognizione è piú certa; la qual certezza nasce dalla cognizione integrale di tutte quelle parte, le quali, essendo insieme unite, compongono il tutto [...] Gli è vero che la impazienza, madre della stoltizia, è quella che lalda la brevità.|Windsor Castle, Royal Library, f. 19084: [[w:Leonardo da Vinci|Leonardo da Vinci]], ''Scritti scelti''<ref>Nel volume a cura di Anna Maria Brizio, Utet, 1952, p. 614.</ref>}}
Questa critica pungente non incoraggia certo un autore che voglia afferrare la complessità di Leonardo e rendere giustizia alla vastissima gamma delle sue attività in poche pagine. Lo studioso degli scritti di Leonardo si trova ad affrontare una mole di materiale a dir poco scoraggiante, non solo in terminio di quantità, ma anche di varietà e relative difficoltà di interpretazione. Per non dire poi dei problemi che presentano i suoi manoscritti, i quali sarebbero già abbastanza difficili da leggere anche se non fossero scritti ''a specchio'', cioè da destra a sinistra (un movimento comunque naturale per un mancino che si trovi a utilizzare gli stessi strumenti di Leonardo con la sua stessa rapidità).<ref>E per
La situazione dei moderni "abbreviatori" del lavoro e della vita di Leonardo (tra cui ci annoveriamo con la dovuta modestia) appare dunque sconfortante su tutti i fronti. Comunque, se osserviamo più da vicino ciò che egli sta dicendo, forse le cose non vanno così male.
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