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L'aspettativa che noi esseri umani possiamo intendere la natura di Dio è una buona definizione preliminare di quello che la Bibbia chiama peccato dell'[[w:idolatria|idolatria]]. In Deutero-Isaia, l'idolo è un oggetto materiale che riflette l'esperienza del profeta nella società pagana. Secondo il comandamento numero due dei dieci comandamenti:
{{q|Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassú nei cieli o quaggiú sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai.|Esodo {{passo biblico|Esodo|20,4-5}}}}
Anche questo testo fa riferimento al tentativo di adorare un oggetto materiale come fosse un dio. Per estensione, e come la tradizione post-biblica ha inteso l'idolatria, ogni volta che installiamo una caratteristica della creazione e la chiamiamo Dio, commettiamo il peccato dell'idolatria, il peccato cardinale ebraico. Non è necessario che sia un oggetto materiale; può essere qualcosa di più astratto o elusivo: una nazione, la storia stessa (come il [[w:marxismo|marxismo]]), una ricompensa finanziaria, o un altro essere umano. Ogniqualvolta prendiamo qualcosa che è relativo e lo poniamo come nostro valore ultimo, abbiamo commesso il peccato di idolatria. Abbiamo ridotto Dio a qualcosa che non può contenere il significato di ultimità. E questa è idolatria.<ref>Vedi in particolare [[w:Jacob Neusner|Jacob Neusner]], ''The Foundations of the Theology of Judaism'', Cap. 1, Jason Aronson, 1991.</ref>
 
==La questione delle caratteristiche divine==
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{{q|Qual'è il significato delle seguenti espressioni presenti nella Torah: "Sotto i Suoi piedi" [Esodo {{passo biblico|Esodo|24,10}}]; "Scritte dal dito di Dio" [Esodo {{passo biblico|Esodo|31,18}}];... "Agli occhi di Dio" [Genesi {{passo biblico|Genesi|38,7}}]... Tutte queste espressioni sono adattate alla capacità mentale della maggioranza degli esseri umani che hanno una chiara percezione solo dei corpi fisici. La Torah parla il linguaggio degli uomini. Tutte queste frasi sono metaforiche...<ref>[[Mishneh Torah]], ''Principi basilari della Torah 1:9'' — tradotto dal testo curato da Isadore Twersky, ''A Maimonides Reader'', Behrman House, 1972, 44-45.</ref>}}
Quello a cui Maimonide si riferisce qui è la nostra tendenza all'antropomorfismo — letteralmente, il tentativo di concepire Dio in forma umana. Maimonide riconosce che possiamo aver bisogno di usare questo modo di dire per concepire Dio, semplicemente perché concepire Dio in termini oggettivi va al di là delle abilità umane. Ciononostante, dobbiamo rimanere consapevoli del fatto che, quando attribuite a Dio, queste descrizioni non devono mai essere considerate letteralmente esatte. Tale principio si applica non solo alle metafore fisiche ma anche alle descrizioni della vita interiore di Dio; anch'essa può essere descritta solo metaforicamente.
{{q|Le espressioni del Pentateuco e dei libri dei Profeti... sono tutte metaforiche e retoriche, come per esempio: "Colui che siede nei cieli riderà," (Salmi {{passo biblico|Salmi|2,4}})... "Ma forse costoro offendono me?" (Geremia {{passo biblico|Geremia|7,19}}).<ref=">[[Mishneh Torah]], ''Principi basilari della Torah 1:12'' — tradotto dal testo curato da Isadore Twersky", ''A Maimonides Reader'', Behrman House, 1972, 44-45.</ref>}}
Maimonide, razionalista supremo, passò gran parte della sua vita a denunciare l'idea popolare che Dio fosse corporeo, avesse sentimenti e operasse in modi umani. Queste nozioni erano eretiche per Maimonide, che credeva, come si addice a un buon razionalista, che Dio fosse pura Mente.
 
La maggior parte di noi sarebbe d'accordo con Maimonide sul fatto che nulla di ciò che noi esseri umani diciamo di Dio o delle attività di Dio nel mondo sia letteralmente vero. La nostra descrizione di Dio è colma di "non proprio/non veramente". Dio non sta proprio in alto o in basso, o dentro o fuori, poiché Dio non è nello spazio. Né nel tempo — per Dio non c'è passato o futuro. Dio non è personale o impersonale, maschio o femmina, un pastore o un guerriero, un genitore o un amante. Dio non ascolta la preghiera, non parla nel Sinai, né vede il comportamento umano. Dio non è mai veramente irato o compiaciuto. Tutte queste impressioni sono modi umani di parlare di una realtà che trascende tutta la cognizione umana.
 
==Canto di Gloria==