La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Ritorno: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Riga 173:
Si sostiene che la ''Mishneh Torah'' esibisca una forma assiomatica, mentra la ''Guida'' abbia la forma della summa, particolarmente nel modo in cui si adopera a giustificare i comandamenti.<ref>Ciò è ''contra'' Rynhold, che presume un modello assiomatico per l'esposizione della ''Guida'' riguardo alle ragioni dei comandamenti – si veda ''Two Models of Jewish Philosophy'', 6-32. L'approccio di Rynhold viene discusso ulteriormente più avanti.</ref> Inoltre, questo contrasto è una funzione della distinzione di genere letterario che abbiamo già esposto in merito alle due opere, cosicché dovremmo affermare una forma assiomatica/poetica/ebraica per la ''Mishneh Torah'' in opposizione ad una forma summa/prosa/arabica per la ''Guida''.
 
Tale asserzione deve essere dimotsrata in dettaglio, ma acquisisce una plausibilità iniziale grazie ad alcune caratteristiche di forma assiomatica e ''summatica''summativa descritte da Sweeney. Il modello della forma assioma che Sweeney trova in [[w:Proclo|Proclo]] è il cosmo stesso: "La forma assiomatica rispecchia la struttura metafisica dell'emanazione. Siccome tutto l'essere emana dall'Uno, tutte le proposizioni derivano da assiomi." In tal caso, la sua forma microcosmica, incorporando infatti l'idea di emanazione, sembrerebbe costruire nella ''Mishneh Torah'' una struttura assiomatica di argomentazione. Questo è un modo più tecnico di esprimere l'idea, citata nel precedente capitolo, che la gerarchia neoplatonica dei suoi primi dieci libri dà l'impressione che i comandamenti emanino da Dio, la cui esistenza è il primo principio indiscutibile.
 
Quanto alla forma summa, una delle sue principali caratteristiche è che mira "ad emancipare completamente l'argomento... dalla struttura dettata dalla scrittura o da fonti autorevoli".<ref>Sweeney, "Literary Forms".</ref> La ''Guida'' emancipa i comandamenti dalle loro fonti scritturali e autorevoli connettendoli con le nozioni generali delle finalità di una legge divina – qualsiasi legge divina – cioè, il benessere dell'anima ed il benessere del corpo. Queste finalità garantite filosoficamente costituiscono il quadro esterno di riferimento della ''Guida'' nel valutare i comandamenti e dettano, invece della scrittura o delle fonti autorevoli come la Mishnah, la struttura o classificazione dei comandamenti presenti in quell'opera.
Riga 181:
In questo rispetto la ''Mishneh Torah'' è perpendicolare alla ''Guida''. Presenta il flusso verticale dei comandamenti ed i loro effetti dalla più alta fonte fino al prodotto finale, cioè la società perfetta. La ''Guida'' si muove orizzontalmente, comprovando il valore ebraico delle affermazioni di verità, dei testi e delle pratiche tramite l'impegno dialettico con un'opinione contraria, procedura che è un'ulteriore caratteristica della forma summa.<ref>Da notare che ciò non rende la ''Guida'' una polemica. ''Mutatis mutandis'', quasi lo stesso potrebbe dirsi della ''Guida'' che Sweeney dice della ''[[w:Summa contra Gentiles|Summa contra Gentiles]]'' di [[w:Tommaso d'Aquino|Tommaso d'Aquino]]:
{{q|È stato affermato che ''Contra Gnetiles'' non è un'opera polemica ma protrettica, indirizzata ai cristiani, esortandoli ad approfondire la loro comprensione della fede, specificamente su come persuadere altri al credo cristiano (Jordan, 1986, 190, 194). I gentili del titolo non sono mussulmani ed ebrei, ma l'uomo pre- o extra-cristiano, e metaforicamente, la mente umana sotto tutela della natura (Jordan, 1986, 181)".}}
Sweeney basa la propria discussione qui su R. Jordan, "The Protreptic Structure of the ''Summa Contra Gentiles''", ''The Thomist'', 50/2 (1986), 173-209. Una terza caratteristica della summa elencata da Sweeney, che punta "a coprire completamente un'intera disciplina", è invero condivisa sia da ''Guida'' che da ''Mishneh Torah''. Vedi anche voce su Wikipedia: "[[w:Dio, essere e ragione in Tommaso d'Aquino|Dio, essere e ragione in Tommaso d'Aquino]]".<br/>Comunque alla ''Mishneh Torah'' non manca la dialettica, Per esempio, come osservato nell'Introduzione, Maimonide stesso asserisce che in essa ha adottato la stessa tattica usata nella ''Guida'' per provare l'esistenza di Dio sulla base dell'eternità del mondo, anche se la tradizione ebraica richiede la credenza nella creazione — vedi ''Guida'' i.71 (p. 182). In "Leggi delle Fondamenta della Torah", capitolo 8, l'insistenza sulla halakhah come contesto dell'autorità di un profeta e la negazione dei miracoli come base di fede di certo mirata a minare quella che Maimonide reputava fossero i presupposti dietro le asserzioni [[w:Teologia della sostituzione|supersessionistiche]] dell'islam e del cristianesimo.</ref> Così mentre la forma assiomatica della ''Mishneh Torah'' è, almeno in linea di principio, una faccenda di logica pura e semplice, la forma summaticasummativa della ''Guida'' ha, anche in linea di principio, una larga componente di retorica; nell'arena delle filosofie in competizione, la poesia non basta.
 
Opinioni contrarie possono sorgere sia dentro che fuori del campo ebraico. Come abbiamo visto sopra, nell'esporre le ragioni dei comandamenti, Maimonide cerca di smontare gli argomenti di coloro che preferiscono vedere i comandamenti puramente come prodotto della volontà di Dio, insistendo che debbano essere intelligibili alle nazioni del mondo. Ciò delinea l'approccio alle ragioni dei comandamenti nella ''Guida'': il punto di riferimento non è l'ordine cosmico, ma l'essere umano ragionevole.
Riga 202:
Parimenti, la comprensione del significato microcosmico della struttura della ''Mishneh Torah'' inizia con la percezione di un tutto, un "insieme di quattordici". Da lì possiamo iniziare ad analizzare i modi in cui la struttura e la dinamica della ''Mishneh Torah'' siano paragonabili a quelle dell'universo. Al contrario, i capitoli sulle ragioni dei comandamenti nella ''Guida'' sono un esercizio di etichettatura, accoppiando leggi particolari a principi generali precedentemente enunciati.
 
In questo rispetto, l'arte è assiomatica, dato che l'apprezzamento dell'arte inizia con la percezione di un tutto, da cui le parti derivano il proprio significato. Il processo sotteso è l'emersione. Proposizioni emergonoda assiomi; il significato di un'opera d'arte viene liberato, o emerge, nella mente che lo contempla, così da essere precedente al suo fondamento logico. Nella forma summa, al contrario, il fondamento logico è precedente alle proposizioni: nel nostro caso, i fini del benessere dell'anima e del benessere del corpo esistono prima di comandamenti particolari. Per rimuovere il dubbio, ciò non contraddice quello che è stato detto precedentemente riguardo alle proposizioni in forma summaticasummativa che non derivano dai primi principi. Leggi possono essere formulate, o esaminate, alla luce di certi fini, ma i fini non producono direttamente le leggi, certamente non in tutti i loro particolari. Ciò non si applica solo al rituale religioso. Per esempio, incidenti stardali sono ovviamente un male, lesivo al benessere del corpo. Ha quindi senso legiferare affinché i veicoli mantengano la propria mano. Ma quale mano, destra o sinistra, in molti casi è una questione di basi culturali e storiche nel paese interessato e non deriva da un qualche principio filosofico o ''telos'' consensuale.<ref>In Italia si guida tenendo la destra (come gran parte dell'Europa), ma in Inghilterra antiche tradizioni, che dovrebbero apparentemente risalire ai tempi del diritto romano, richiedevano che i cavalieri tenessero la sinistra, onde poter alzare la mano destra per salutare o difendersi da cavalieri che venivano dalla parte opposta. Ciò infine venne messo per legge, obbligando il traffico a tenere la mano sinistra, fatto che a sua volta divenne la norma nei paesi dell'impero britannico e così è rimasto in svariate nazioni anche dopo la loro indipendenza. Pertanto, le ragioni per cui in Australia si guida a sinistra sono: (1) filosofiche/teologiche — per prevenire morte e ingiurie; (2) storiche/culturali — l'Australia è stata una colonia britannica.</ref>
 
L'assioma ha la tensione dell'arte. Usando il criterio aristotelico della perfezione artistica discusso precedentemente, niente può aggiunto ad un argomento assiomatico (presumendo che il potenziale del primo principio sia stato esaurito) e niento può essere levato, poiché se manca una proposizione qualsiasi, la sequenza si interrompe. Con la forma summaticasummativa, d'altra parte, le proposizioni possono essere aggiunte ''ad infinitum'', come anche sottratte. Ciò viene riflesso dalle basi differenti proposte dalla ''Mishneh Torah'' e dalla ''Guida'' per le proibizioni contro l'aggiungere ai comandamenti o il sottrarre dai comandamenti. Nell'Introduzione abbiamo visto come queste proibizioni vengano usate descrittivamente nella ''Mishneh Torah'', definendo la perfezione della Torah in termini simili alla definizione di Aristotele riguardo alla perfezione dell'arte. In ''Guida'' iii.41, invece, la loro base presupposta è politica: "Poiché questo potrebbe aver condotto alla corruzione delle regole della Legge e alla credenza che quest'ultima non provenisse da Dio." In altre parole, nella ''Mishneh Torah'', aggiungere o sottrarre ai comandamenti è impensabile, mentre nella ''Guida'' è sconsigliabile.
 
Inoltre, nella forma summa, una volta che sono contrassegnate come criterio soddisfacente ''x'' o ''y'', le proposizioni sono significative di per sé; sono emancipate non solo dalle strutture tradizionali, ma da tutte le strutture. Il sabbath, per eempio, viene classificato in ''Guida'' iii.43 come tempo di riposo dal lavoro – promuovendo quindi il benessere del corpo – e perpetuazione della dottrina della creazione – promuovendo quindi il benessere dell'anima. Come tale, potrebbe sopravvivere di per sé come comandamento utile e ragionevole anche se non ne esistessero altri (a parte le conoscenza dell'esistenza di Dio) — in verità, secondo Maimonide, il sabbath era il solo comandamento uomo-Dio prescritto ai Figli di Israele subito dopo l'Esodo.<ref>Ciò segue il Talmud: vedi ''Guida'' iii.32 (p. 531) e rispettivi riferimenti.</ref> Nella forma assioma, invece, le proposizioni, e i comandamenti, possono solo esistere nella struttura, come Amleto esiste solo nel dramma shakespeariano. Di nuovo troviamo che due metodi non sono solo opposti direzionalmente ma sono anche asimmetrici: nella forma summa, il tutto è la somma delle parti; nella forma assioma, il tutto è maggiore della somma delle parti.
 
===Metodi paralleli===
Poiché queste due modalità di pensiero sono aspetti di una forma letteraria, definita come genere assiomatico/poetico/ebraico in opposizione al genere summaticosummativo/prosastico/arabo, ne consegue che, mentre la classificazione nella ''Mishneh Torah'' potrebbe essere ''sui generis'' per l'oeuvre di Maimonide (essendo la ''Mishneh Torah'' la sua unica opera maggiore in ebraico), la classificazione nella ''Guida'' non è necessariamente esclusiva a quel libro ma potrebbe condividere delle caratteristiche con discussioni dei comandamenti altrove nei suoi scritti in arabo. E ciò infatti accade: parte dell'argomentazione qui sarà che la classificazione della''Guida'' in qualche modo si rifa al metodo del ''Libro dei Comandamenti'', che ovviamente è anteriore alla ''Mishneh Torah''. In altre parole, mentre dobbiamo prendere in considerazione lo sviluppo e le necessità particolari di particolari opere, fondamentalmente gli approcci della ''Mishneh Torah'' e della ''Guida'' riguardo alla razionalizzazione dei comandamenti, rappresentano due metodi logici, uno associato all'ebraico e l'altro all'arabo, che accompagnarono Maimonide in parallelo per tutta la sua carriera.
 
Come discusso nell'Introduzione, questo modo di esaminare la materia implica un disaccordo con le spiegazioni precedenti circa le variazioni tra ''Mishneh Torah'' e ''Guida'' nella loro classificazione dei comandamenti. A differenza di Hadad, che vede le due classificazioni come differenti solo superficialmente, io le vedo genuinamente distinte e per ragioni profonde; mentre il suggerimento di Berman riguardo ad un processo di evoluzione tra ''Mishneh Torah'' e ''Guida'' è negato dall'idea di modalità parallele di pensiero sempre presenti nella mente di Maimonide.
Riga 261:
La soggettività è la caratteristica distintiva che Twersky vede nelle razionalizzazioni di comandamenti specifici presenti nella ''Mishneh Torah''. In tutti i suoi scritti che riguardano tale opera, egli incoraggia la sensibilità verso i solleciti etici e filosofici che la trasformano da manuale di legge in un'istruzione su un modo di vivere e di essere.<ref>"La preoccupazione principale della ''Mishneh Torah'' riguardo a spiegazioni che si concentrano su motivi etici-intellettuali – legge come forza educatrice-edificante – in opposizione all'interesse di ''Moreh'' per tutti i tipi di intelligibilità e razionalità, è il punto cruciale del problema" (Twersky, ''Introduction to the Code'', 432).</ref> Twersky si concentra sui comandamenti individuali rispetto ai quali Maimonide, sottilmente o apertamente, raccomanda un qualche motivo etico o fornisce un qualche approfondimento. Poiché queste riflessioni sono intermittenti, Twersky determina che la giurisprudenza abbia ancora priorità sulla filosofia nella ''Mishneh Torah''. Ciononostante, il rapporto tra un comandamento e la sua ragione che egli descrive in casi specifici, è lo stesso del rapporto tra comandamenti e la loro razionalizzazione qui descritta. Il significato della legge emerge dalla legge come il profumo dal fiore. Per Twersky è chiaro che, nella ''Mishneh Torah'' e nella ''Guida'', abbiamo a che fare con due tipi differnti di ragionamento, distinguendo "due tipi di razionalità e intelligibilità, coi loro livelli differenti di significatività e impatto, storico e astratto o empirico e immediato".<ref>Twersky, ''Introduction to the Code'', 437.</ref> Il tipo empirico di significatività che Twersky riscontra nella ''Mishneh Torah'' condivide caratteristiche con la forma poetica/assiomatica definita sopra.Come citato, è soggettiva: "Halaḵah, naturalmente, è nella sua determinatezza oggettiva, ma l'esperienza che accompagna la sua implementazione è alquanto variabile nella sua comprensione soggettiva."<ref>Twersky, ''Introduction to the Code'', 437.</ref> Emerge inoltre dal comandamento invece di precederlo — come osserva Twersky in merito alle restrizioni di Maimonide sul dovere di coinvolgere i poveri e gli sfortunati nelle celebrazioni delle festività:<ref>Vedi "Leggi del Riposo nelle Festività", 6:18; "Leggi delle Offerte Festive", 2:14.</ref> "Ciò è un'illustrazione particolarmente chiara di come approfondimenti e imperativi morali possano essere ''ricavati'' dalla legge formale."<ref>Twersky, ''Introduction to the Code'', 423 (corsivo nell'originale).</ref>
 
Soloveitchik confronta ''Guida'' e ''Mishneh Torah'' in modo molto simile, e allinea la differenza tra loro con ciò che ritiene siano due approcci differenti alle spiegazioni nella scienza: un di summa e assioma approccio sommativosummativo, che va dalle parti al tutto, e un approccio strutturale, cha va dal tutto alle parti, che naturalmente combacia con le nostre definizioni delle modalità di argomento di sommasumma e assioma.<ref>Vedi J.B. Soloveitchik, ''The Halakhic Mind'', 55-61.</ref>
 
La definizione di Soloveitchik del metodo sommativosummativo e la sua applicazione alla ''Guida'' si conforma strettamente alla descrizione data sopra; non c'è nient'altro di importante da aggiungere. Tuttavia vale la pena di soffermarsi sui suoi commenti riguardo al metodo della ''Mishneh Torah'' dove, come Twersky, ricorre ad esempi individuali. L'esempio principale che sceglie è la ragione data da Maimonide per il suonare lo ''shofar'' (corno di montone) durante Rosh Hashanah, che è un sollecito, un richiamo a pentirsi.<ref>"Leggi del Pentimento", 3:4. Vedi ''supra'', [[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Emanazione#cite note-158|Cap. 3, nota 158]].</ref> Soloveitchik distingue l'idea di un "sollecito" dal tipo di ragione presente nella ''Guida'' come segue:
{{q|La distinzione tra loro è la stessa che c'è tra i metodi di oggettificazione e ricostruzione. Stabilendo la causa, uno oggettifica il datum e lo subordina ad un ordine superiore. Tuttavia, esplorando la norma retrospettivamente attraverso solleciti vettoriali che puntano verso la soggettività, l'atto religioso con la sua struttura unica ritiene la sua piena autonomia... Il richiamo a pentirsi poteve essere realizzato in molti modi e non c'è una ragione necessaria perché la Torah abbia selezionato il mezzo del suonare lo shofar. Quindi il messaggio di pentimento, che per Maimonide è implicito nel suonare lo shofar, non può servire come causa del comandamento che gli assicurerebbe una condizione di necessità, ma deve essere appreso invece come un'allusione ad un aspetto soggettivo correlato.<ref>Vedi J.B. Soloveitchik, ''The Halakhic Mind'', 95-6.</ref>}}
 
Riga 293:
 
===Artificiale e/o naturale===
Nell'Introduzione è stato suggerito che un'opera d'arte può essere considerata come oggetto artificiale che aspira alla condizione di oggetto naturale.
 
 
Line 304 ⟶ 305:
 
==Lutto fuori posto?==
 
 
 
Riga 312:
Questa redenzione viene ulteriormente rappresentata come processo naturale attraverso un modello in espansione di perdita e ripristino insito nella struttura delle principali divisioni della ''Mishneh Torah'': "Leggi delle Fondamenta della Torah"; il ''Libro della Conoscenza''; i primi dieci libri; e l'opera nel suo complesso. Questo modello collega le idee ebraiche di pentimento e redenzione all'idea neoplatonica del ritorno.
 
Con l'inclusione di questa seconda fase di emanazione neoplatonica, la forma della ''Mishneh Torah'' razionalizza i comandamenti come fluissero da una prima causa, l'esistenza di Dio (forma delle forme) e verso una causa finale, la forma microcosmica realizzata dell'uomo e dello stato. Questa razionalizzazione strutturale sta in contrasto alla spiegazione sommativasummativa dei comandamenti nella ''Guida''. Fornisce inoltre una soluzione al problema dell'autorità dei comandamenti, e una risposta positiva alla questione se i comandamenti possano essere cognitivi.
 
Il posizionamento di "Leggi del Lutto" come penultima sezione dell'opera è sia una mitigazione delle speranze messianiche, segnalando che la realtà della morte rimarrà dopo la redenzione, sia un incoraggiamento alla speranza, segnalando, insieme col modello di perdita e restaurazione, che il lutto nazionale verrà revocato.