La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Ritorno: differenze tra le versioni
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Si sostiene che la ''Mishneh Torah'' esibisca una forma assiomatica, mentra la ''Guida'' abbia la forma della summa, particolarmente nel modo in cui si adopera a giustificare i comandamenti.<ref>Ciò è ''contra'' Rynhold, che presume un modello assiomatico per l'esposizione della ''Guida'' riguardo alle ragioni dei comandamenti – si veda ''Two Models of Jewish Philosophy'', 6-32. L'approccio di Rynhold viene discusso ulteriormente più avanti.</ref> Inoltre, questo contrasto è una funzione della distinzione di genere letterario che abbiamo già esposto in merito alle due opere, cosicché dovremmo affermare una forma assiomatica/poetica/ebraica per la ''Mishneh Torah'' in opposizione ad una forma summa/prosa/arabica per la ''Guida''.
Tale asserzione deve essere dimotsrata in dettaglio, ma acquisisce una plausibilità iniziale grazie ad alcune caratteristiche di forma assiomatica e
Quanto alla forma summa, una delle sue principali caratteristiche è che mira "ad emancipare completamente l'argomento... dalla struttura dettata dalla scrittura o da fonti autorevoli".<ref>Sweeney, "Literary Forms".</ref> La ''Guida'' emancipa i comandamenti dalle loro fonti scritturali e autorevoli connettendoli con le nozioni generali delle finalità di una legge divina – qualsiasi legge divina – cioè, il benessere dell'anima ed il benessere del corpo. Queste finalità garantite filosoficamente costituiscono il quadro esterno di riferimento della ''Guida'' nel valutare i comandamenti e dettano, invece della scrittura o delle fonti autorevoli come la Mishnah, la struttura o classificazione dei comandamenti presenti in quell'opera.
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In questo rispetto la ''Mishneh Torah'' è perpendicolare alla ''Guida''. Presenta il flusso verticale dei comandamenti ed i loro effetti dalla più alta fonte fino al prodotto finale, cioè la società perfetta. La ''Guida'' si muove orizzontalmente, comprovando il valore ebraico delle affermazioni di verità, dei testi e delle pratiche tramite l'impegno dialettico con un'opinione contraria, procedura che è un'ulteriore caratteristica della forma summa.<ref>Da notare che ciò non rende la ''Guida'' una polemica. ''Mutatis mutandis'', quasi lo stesso potrebbe dirsi della ''Guida'' che Sweeney dice della ''[[w:Summa contra Gentiles|Summa contra Gentiles]]'' di [[w:Tommaso d'Aquino|Tommaso d'Aquino]]:
{{q|È stato affermato che ''Contra Gnetiles'' non è un'opera polemica ma protrettica, indirizzata ai cristiani, esortandoli ad approfondire la loro comprensione della fede, specificamente su come persuadere altri al credo cristiano (Jordan, 1986, 190, 194). I gentili del titolo non sono mussulmani ed ebrei, ma l'uomo pre- o extra-cristiano, e metaforicamente, la mente umana sotto tutela della natura (Jordan, 1986, 181)".}}
Sweeney basa la propria discussione qui su R. Jordan, "The Protreptic Structure of the ''Summa Contra Gentiles''", ''The Thomist'', 50/2 (1986), 173-209. Una terza caratteristica della summa elencata da Sweeney, che punta "a coprire completamente un'intera disciplina", è invero condivisa sia da ''Guida'' che da ''Mishneh Torah''. Vedi anche voce su Wikipedia: "[[w:Dio, essere e ragione in Tommaso d'Aquino|Dio, essere e ragione in Tommaso d'Aquino]]".<br/>Comunque alla ''Mishneh Torah'' non manca la dialettica, Per esempio, come osservato nell'Introduzione, Maimonide stesso asserisce che in essa ha adottato la stessa tattica usata nella ''Guida'' per provare l'esistenza di Dio sulla base dell'eternità del mondo, anche se la tradizione ebraica richiede la credenza nella creazione — vedi ''Guida'' i.71 (p. 182). In "Leggi delle Fondamenta della Torah", capitolo 8, l'insistenza sulla halakhah come contesto dell'autorità di un profeta e la negazione dei miracoli come base di fede di certo mirata a minare quella che Maimonide reputava fossero i presupposti dietro le asserzioni [[w:Teologia della sostituzione|supersessionistiche]] dell'islam e del cristianesimo.</ref> Così mentre la forma assiomatica della ''Mishneh Torah'' è, almeno in linea di principio, una faccenda di logica pura e semplice, la forma
Opinioni contrarie possono sorgere sia dentro che fuori del campo ebraico. Come abbiamo visto sopra, nell'esporre le ragioni dei comandamenti, Maimonide cerca di smontare gli argomenti di coloro che preferiscono vedere i comandamenti puramente come prodotto della volontà di Dio, insistendo che debbano essere intelligibili alle nazioni del mondo. Ciò delinea l'approccio alle ragioni dei comandamenti nella ''Guida'': il punto di riferimento non è l'ordine cosmico, ma l'essere umano ragionevole.
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Parimenti, la comprensione del significato microcosmico della struttura della ''Mishneh Torah'' inizia con la percezione di un tutto, un "insieme di quattordici". Da lì possiamo iniziare ad analizzare i modi in cui la struttura e la dinamica della ''Mishneh Torah'' siano paragonabili a quelle dell'universo. Al contrario, i capitoli sulle ragioni dei comandamenti nella ''Guida'' sono un esercizio di etichettatura, accoppiando leggi particolari a principi generali precedentemente enunciati.
In questo rispetto, l'arte è assiomatica, dato che l'apprezzamento dell'arte inizia con la percezione di un tutto, da cui le parti derivano il proprio significato. Il processo sotteso è l'emersione. Proposizioni emergonoda assiomi; il significato di un'opera d'arte viene liberato, o emerge, nella mente che lo contempla, così da essere precedente al suo fondamento logico. Nella forma summa, al contrario, il fondamento logico è precedente alle proposizioni: nel nostro caso, i fini del benessere dell'anima e del benessere del corpo esistono prima di comandamenti particolari. Per rimuovere il dubbio, ciò non contraddice quello che è stato detto precedentemente riguardo alle proposizioni in forma
L'assioma ha la tensione dell'arte. Usando il criterio aristotelico della perfezione artistica discusso precedentemente, niente può aggiunto ad un argomento assiomatico (presumendo che il potenziale del primo principio sia stato esaurito) e niento può essere levato, poiché se manca una proposizione qualsiasi, la sequenza si interrompe. Con la forma
Inoltre, nella forma summa, una volta che sono contrassegnate come criterio soddisfacente ''x'' o ''y'', le proposizioni sono significative di per sé; sono emancipate non solo dalle strutture tradizionali, ma da tutte le strutture. Il sabbath, per eempio, viene classificato in ''Guida'' iii.43 come tempo di riposo dal lavoro – promuovendo quindi il benessere del corpo – e perpetuazione della dottrina della creazione – promuovendo quindi il benessere dell'anima. Come tale, potrebbe sopravvivere di per sé come comandamento utile e ragionevole anche se non ne esistessero altri (a parte le conoscenza dell'esistenza di Dio) — in verità, secondo Maimonide, il sabbath era il solo comandamento uomo-Dio prescritto ai Figli di Israele subito dopo l'Esodo.<ref>Ciò segue il Talmud: vedi ''Guida'' iii.32 (p. 531) e rispettivi riferimenti.</ref> Nella forma assioma, invece, le proposizioni, e i comandamenti, possono solo esistere nella struttura, come Amleto esiste solo nel dramma shakespeariano. Di nuovo troviamo che due metodi non sono solo opposti direzionalmente ma sono anche asimmetrici: nella forma summa, il tutto è la somma delle parti; nella forma assioma, il tutto è maggiore della somma delle parti.
===Metodi paralleli===
Poiché queste due modalità di pensiero sono aspetti di una forma letteraria, definita come genere assiomatico/poetico/ebraico in opposizione al genere
Come discusso nell'Introduzione, questo modo di esaminare la materia implica un disaccordo con le spiegazioni precedenti circa le variazioni tra ''Mishneh Torah'' e ''Guida'' nella loro classificazione dei comandamenti. A differenza di Hadad, che vede le due classificazioni come differenti solo superficialmente, io le vedo genuinamente distinte e per ragioni profonde; mentre il suggerimento di Berman riguardo ad un processo di evoluzione tra ''Mishneh Torah'' e ''Guida'' è negato dall'idea di modalità parallele di pensiero sempre presenti nella mente di Maimonide.
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La soggettività è la caratteristica distintiva che Twersky vede nelle razionalizzazioni di comandamenti specifici presenti nella ''Mishneh Torah''. In tutti i suoi scritti che riguardano tale opera, egli incoraggia la sensibilità verso i solleciti etici e filosofici che la trasformano da manuale di legge in un'istruzione su un modo di vivere e di essere.<ref>"La preoccupazione principale della ''Mishneh Torah'' riguardo a spiegazioni che si concentrano su motivi etici-intellettuali – legge come forza educatrice-edificante – in opposizione all'interesse di ''Moreh'' per tutti i tipi di intelligibilità e razionalità, è il punto cruciale del problema" (Twersky, ''Introduction to the Code'', 432).</ref> Twersky si concentra sui comandamenti individuali rispetto ai quali Maimonide, sottilmente o apertamente, raccomanda un qualche motivo etico o fornisce un qualche approfondimento. Poiché queste riflessioni sono intermittenti, Twersky determina che la giurisprudenza abbia ancora priorità sulla filosofia nella ''Mishneh Torah''. Ciononostante, il rapporto tra un comandamento e la sua ragione che egli descrive in casi specifici, è lo stesso del rapporto tra comandamenti e la loro razionalizzazione qui descritta. Il significato della legge emerge dalla legge come il profumo dal fiore. Per Twersky è chiaro che, nella ''Mishneh Torah'' e nella ''Guida'', abbiamo a che fare con due tipi differnti di ragionamento, distinguendo "due tipi di razionalità e intelligibilità, coi loro livelli differenti di significatività e impatto, storico e astratto o empirico e immediato".<ref>Twersky, ''Introduction to the Code'', 437.</ref> Il tipo empirico di significatività che Twersky riscontra nella ''Mishneh Torah'' condivide caratteristiche con la forma poetica/assiomatica definita sopra.Come citato, è soggettiva: "Halaḵah, naturalmente, è nella sua determinatezza oggettiva, ma l'esperienza che accompagna la sua implementazione è alquanto variabile nella sua comprensione soggettiva."<ref>Twersky, ''Introduction to the Code'', 437.</ref> Emerge inoltre dal comandamento invece di precederlo — come osserva Twersky in merito alle restrizioni di Maimonide sul dovere di coinvolgere i poveri e gli sfortunati nelle celebrazioni delle festività:<ref>Vedi "Leggi del Riposo nelle Festività", 6:18; "Leggi delle Offerte Festive", 2:14.</ref> "Ciò è un'illustrazione particolarmente chiara di come approfondimenti e imperativi morali possano essere ''ricavati'' dalla legge formale."<ref>Twersky, ''Introduction to the Code'', 423 (corsivo nell'originale).</ref>
Soloveitchik confronta ''Guida'' e ''Mishneh Torah'' in modo molto simile, e allinea la differenza tra loro con ciò che ritiene siano due approcci differenti alle spiegazioni nella scienza: un
La definizione di Soloveitchik del metodo
{{q|La distinzione tra loro è la stessa che c'è tra i metodi di oggettificazione e ricostruzione. Stabilendo la causa, uno oggettifica il datum e lo subordina ad un ordine superiore. Tuttavia, esplorando la norma retrospettivamente attraverso solleciti vettoriali che puntano verso la soggettività, l'atto religioso con la sua struttura unica ritiene la sua piena autonomia... Il richiamo a pentirsi poteve essere realizzato in molti modi e non c'è una ragione necessaria perché la Torah abbia selezionato il mezzo del suonare lo shofar. Quindi il messaggio di pentimento, che per Maimonide è implicito nel suonare lo shofar, non può servire come causa del comandamento che gli assicurerebbe una condizione di necessità, ma deve essere appreso invece come un'allusione ad un aspetto soggettivo correlato.<ref>Vedi J.B. Soloveitchik, ''The Halakhic Mind'', 95-6.</ref>}}
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===Artificiale e/o naturale===
Nell'Introduzione è stato suggerito che un'opera d'arte può essere considerata come oggetto artificiale che aspira alla condizione di oggetto naturale.
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==Lutto fuori posto?==
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Questa redenzione viene ulteriormente rappresentata come processo naturale attraverso un modello in espansione di perdita e ripristino insito nella struttura delle principali divisioni della ''Mishneh Torah'': "Leggi delle Fondamenta della Torah"; il ''Libro della Conoscenza''; i primi dieci libri; e l'opera nel suo complesso. Questo modello collega le idee ebraiche di pentimento e redenzione all'idea neoplatonica del ritorno.
Con l'inclusione di questa seconda fase di emanazione neoplatonica, la forma della ''Mishneh Torah'' razionalizza i comandamenti come fluissero da una prima causa, l'esistenza di Dio (forma delle forme) e verso una causa finale, la forma microcosmica realizzata dell'uomo e dello stato. Questa razionalizzazione strutturale sta in contrasto alla spiegazione
Il posizionamento di "Leggi del Lutto" come penultima sezione dell'opera è sia una mitigazione delle speranze messianiche, segnalando che la realtà della morte rimarrà dopo la redenzione, sia un incoraggiamento alla speranza, segnalando, insieme col modello di perdita e restaurazione, che il lutto nazionale verrà revocato.
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