La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Ritorno: differenze tra le versioni

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La definizione di Soloveitchik del metodo sommativo e la sua applicazione alla ''Guida'' si conforma strettamente alla descrizione data sopra; non c'è nient'altro di importante da aggiungere. Tuttavia vale la pena di soffermarsi sui suoi commenti riguardo al metodo della ''Mishneh Torah'' dove, come Twersky, ricorre ad esempi individuali. L'esempio principale che sceglie è la ragione data da Maimonide per il suonare lo ''shofar'' (corno di montone) durante Rosh Hashanah, che è un sollecito, un richiamo a pentirsi.<ref>"Leggi del Pentimento", 3:4. Vedi ''supra'', [[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Emanazione#cite note-158|Cap. 3, nota 158]].</ref> Soloveitchik distingue l'idea di un "sollecito" dal tipo di ragione presente nella ''Guida'' come segue:
{{q|La distinzione tra loro è la stessa che c'è tra i metodi di oggettificazione e ricostruzione. Stabilendo la causa, uno oggettifica il datum e lo subordina ad un ordine superiore. Tuttavia, esplorando la norma retrospettivamente attraverso solleciti vettoriali che puntano verso la soggettività, l'atto religioso con la sua struttura unica ritiene la sua piena autonomia... Il richiamo a pentirsi poteve essere realizzato in molti modi e non c'è una ragione necessaria perché la Torah abbia selezionato il mezzo del suonare lo shofar. Quindi il messaggio di pentimento, che per Maimonide è implicito nel suonare lo shofar, non può servire come causa del comandamento che gli assicurerebbe una condizione di necessità, ma deve essere appreso invece come un'allusione ad un aspetto soggettivo correlato.<ref>Vedi J.B. Soloveitchik, ''The Halakhic Mind'', 95-6.</ref>}}
{{q|La distinzione tra loro è la stessa che c'è tra i metodi di oggettificazione e ricostruzione. ...<ref>Vedi J.B. Soloveitchik, ''The Halakhic Mind'', 95-6.</ref>}}
 
Come per Twersky, la caratteristica chiave dell'approccio della ''Mishneh Torah'' alla ragione di questo comandamento secondo Soloveitchik è l'emersione, in contraddizione all'approccio causale della ''Guida'': la regola precede la sua ragione, che emana da essa ed è apprezzata soggettivamente.
 
Il risultato, almeno nei casi citati da questi due pensatori, è che il metodo della ''Mishneh Torah'' di razionalizzare i comandamenti individualmente, riproduce il suo metodo di razinalizzarli collettivamente, ulteriore aspetto della sua natura organica. La razionalizzazione collettiva dei comandamenti nella ''Mishneh Torah'' è, come la risposta al suono del corno di montone, un aspetto soggettivo correlato della sua forma. La razionalità percepita dei comandamenti dipenderà da come siano ben assorbiti i "solleciti vettoriali" della forma. Ma la forma fa di più. Vincolando i comandamenti all'oggetto della conoscenza di Dio, conferisce uno "stato di necessità" che la ragione emergente di un comandamento individuale, considerata di per sé, non riesce a conferire. Lo stato non è di necessità assoluta. Come ci viene detto proprio nella prima ''halakhah'' della ''Mishneh Torah'', tale stato appartiene solo a Dio e inoltre, Abramo ce l'ha fatta senza la maggior parte dei comandamenti, come ce l'hanno fatta inizialmente i Figli di Israele nel deserto — l'abbiamo visto prima. È uno stato di necessità formale, nel modo in cui un particolare di un'opera d'arte è formalmente necessario.
 
===''Mishneh Torah'' e suo metodo===