Storia della letteratura italiana/Giacomo Leopardi: differenze tra le versioni

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=== Il "vago e indefinito" ===
La "teoria del piacere" del luglio 1820 costituisce da una parte il nucleo germinalecentrale della filosofia pessimistica di Leopardi, dall'altra è il punto di partenza della sua poetica. Se nella realtà il piacere infinito è irraggiungibile, l'uomo può comunque figurarsi piaceri infiniti attraverso l'immaginazione. La realtà immaginata costituisce la compensazione, l'alternativa a una realtà di infelicità e noia. Ciò che stimola l'immaginazione a costruirsi una realtà parallela, in cui l'uomo può illusoriamente appagare il suo bisogno d'infinito, è tutto ciò che è "vago e indefinito", lontano, ignoto. Nelle pagine dello ''Zibaldone'' c'è una rassegna minuziosa in chiave sensistica di tutti gli aspetti della realtà sensibile che, per il loro carattere indefinito, possiedono questa suggestività. Si costruisce così una ''teoria della visione'': è piacevole, per le idee vaghe e indefinite che suscita, la vista impedita da un ostacolo, una siepe, un albero, una torre, una finestra (si ravvisa qui il germe dell'ispirazione che porterà all<nowiki>'</nowiki>''Infinito''), "perché allora in luogo della vista, lavora l'immaginazione e il fantastico sottentra al reale". Contemporaneamente prende forma anche una ''teoria del suono'', in cui Leopardi elenca tutta una serie di suoni suggestivi perché vaghi: un canto che va poco a poco allontanandosi, un canto che giunge all'esterno dall'interno di una stanza, il muggito degli armenti echeggiante per le valli, lo stormire del vento tra le fronde ecc.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Manzoni e Leopardi | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp=124-125 }}</ref>
 
=== Il bello poetico ===