Dati utili per wargamers/Armi sovietiche 1: differenze tra le versioni

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I missili Styx hanno ottenuto risultati del tutto insoddisfacenti nel 1973 contro gli israeliani. Questo e gli scontri durante la Prima Guerra del Golfo hanno demolito la loro fama, ma in realtà nel periodo 1967-71 ottenne risultati di grande rilievo, tanto che le marine occidentali ne risultarono scioccate e da allora cominciarono a sviluppare attivamente missili antinave più sofisticati e piccoli, e sistemi CIWS (ovvero artiglierie e missili anti-missile). I missili Styx vennero usati contro il caccia Eilat e misero a segno 3 colpi su 4 in condizioni di lancio ideali. Le due motocannoniere Komar non dovettero nemmeno uscire dal porto e si comportarono come delle batterie missilistiche costiere. 4 anni dopo due missili furono più che sufficienti per distruggere il Khaibar, della marina Pakistana (gemello dell’Eilat). Su 13 missili lanciati in quella guerra, risulta che almeno 11 andarono a segno, anche a danno dei serbatoi di petrolio della costa. Di fatto, poche motocannoniere missilistiche Osa furono capaci di bloccare il traffico navale nemico nel Pakistan orientale e di colpire anche il porto di Karachi, pesantemente difeso. Eppure, pochi anni dopo esse vennero sconfitte da quelle israeliane e nel 1980, durante una battaglia aeronavale, le Osa vennero distrutte una per una dagli F-4E iraniani armati di missili Maverick. Cosa era cambiato? Essenzialmente, i missili Styx non erano stati pensati per operare contro bersagli molto piccoli e manovrieri come le motocannoniere missilistiche nemiche, dotate di sistemi ECM capaci di ingannarne la funzionalità del sistema di guida. Così su oltre 50 missili lanciati contro le navi israeliane il risultato fu giusto una scheggia a bordo di una di queste. Le motocannoniere missilistiche sovietiche non avevano una grande capacità di combattimento a parte la batteria di missili, avendo solo delle mitragliere antiaeree a corto raggio. Anche per questo, alle Osa negli anni ‘70 erano succedute le Tarantul, con un dislocamento raddoppiato, CIWS e un nuovo cannone da 76 mm capace di sparare 120 colpi al minuto e di ingaggiare efficacemente missili antinave, il che precedette di anni il Super Rapido della OTO-Melara. La dotazione di missili non cambiava, segno che il dislocamento maggiore era destinato a migliorare le altre caratteristiche della piattaforma. Le Tarantul tesero a sostituire le 'Osa' della marina russa e indiana, ma queste erano talmente diffuse che tale sostituzione con navi più grandi, dal costo almeno triplo, non ebbe mai conclusione. Le 'Osa' erano, d'altro canto, un progetto semplice e razionale. Dopo che le motosiluranti P6 vennero dotate di due missili antinave e la relativa elettronica, diventando le Komar, la soluzione più semplice possibile per i nuovi missili, i sovietici triplicarono il dislocamento, raddoppiarono i missili, installarono per la prima volta una batteria di mitragliere interamente automatizzata dal caricamento all'ingaggio in caratteristiche mini-torrette, ed ottennero navi tanto efficaci che si stimò, 6 potevano ottenere i risultati di 18 Komar con meno perdite operative. La percentuale di missili a segno era stimata bassa, con 12 ordigni da lanciare per un paio di colpi su di un cacciatorpediniere NATO onde assicurarne l'affondamento (lo Styx aveva una potentissima testata da 500kg a carica cava con il serbatoio carburante sistemato davanti per un effetto incendiario aggiuntivo). Tale previsione si dimostrò falsata in pessimismo, con 5 missili su 6 a segno e l'affondamento dei due cacciatorpediniere bersagliati. Tra l’altro i due cacciatorpediniere erano navi antiaeree, sia pure di vecchia generazione, e anche questo fu impressionante, dato che il Khaibar ebbe modo di sparare and entrambi i missili in avvicinamento, ma senza nessun successo. In seguito gli Styx ebbero meno fortuna, ma occorre dire che le versioni avanzate con guida radar monopulse o infrarossa (sia sovietiche che cinesi, ovvero i famosi 'silkworm') non vennero utilizzati. l'SS-N 2C o P-20 era dotato di un sistema radar avanzato o uno IR, gittata raddoppiata e capacità di volare -grazie ad un altimetro radar avanzato- a 30 metri di quota, e fino a 3 al momento dell'impatto. Questo ne faceva un missile a volo radente, molto più difficile da localizzare ed abbattere, e pur restando un'arma obsoleta e pesante, era nell’insieme molto più potente e capace dei vecchi Styx , nochè invulnerabile alle ECM efficaci contro di questi. I missili ‘Sikworm’ delle batterie iraniane attorno al Golfo di Hormuz sono a tutt’oggi un problema molto serio per eventuali nemici.
 
I missili SA-7 sono un altro esempio di come sia difficile valutare nella giusta prospettiva un sistema d’arma. Da tenere presente che munire i fanti di un’arma più potente che le solite armi pesanti iniziarono ben prima dell’epoca dei missili. I sovietici adottavano correntemente l’uso dei faciloni controcarro al tiro antiaereo, con risultati piuttosto buoni, mentre i tedeschi idearono il fliegerfaust, pugno volante. Esso era costituito da un lanciarazzi che sparava 9 proiettili da 20mm muniti di un piccolo motore a razzo. Naturalmente si trattava di un sistema a corto raggio, ma l’idea era di fornire una sorta di cannone da 20 mm portatile per il singolo fante. Gli SA-7 hanno dimostrato un rateo di successo ridotto contro aerei ad alte prestazioni, non tanto per l'affidabilità di funzionamento, ma per la carenza di prestazioni velocistiche, di carica esplosiva e di manovrabilità, e infine per la scarsa capacità di resistere ai flare (ovvero ai bengala, usati come 'esche' dagli aerei). Secondo una statistica della SAAF sudafricana su oltre 220 missili Strela lanciati contro i suoi aerei, solo 5 hanno colpito e solo un aereo è stato abbattuto. Eppure, i missili SA-7 sono un'arma importante, la seconda della categoria entrata in servizio, ovvero appena dopo i Redeye americani, e diffusa come nessun 'altra. La loro capacità di ingaggio contro aerei ad alte prestazioni è limitata ma non inesistente e vari jet hanno subito nel tempo le relative conseguenze. Per evitare di peggio, si è dovuto adattare le loro tattiche aeree, adottando profili di volo molto bassi (che in condizioni di alte temperature aiutano anche a mascherare l'aereo nel calore del terreno) oppure picchiate da media quota, risalendo subito dopo. Gli elicotteri e gli aerei ad elica erano invece bersagli abbastanza facili quando privi di contromisure, come si accorsero i sud-vietnamiti (con punte anche del 25% di colpi a segno sui loro A-1, elicotteri ed altre macchine) dopo il 1972, e poi gli stessi sovietici in Afghanistan. Comparati con gli Stinger -dotati di un sensore molto superiore, raffreddato e capace, come sul Sidewinder L di ingaggi frontali-, gli Strela sono armi obsolete (anche se molto più economiche), ma nondimeno, ancora una volta, va detto che essi sono stati una soluzione economica e ragionevolmente efficiente per dare ad una massa di truppe come quelle comuniste un sistema semplice ed economico, quindi estremamente diffuso dato che la sola DDR aveva una dotazione di lanciamissili pari a quasi 2000 sistemi. Ancora nel 1990, invece, gli Stinger erano poco diffusi nelle unità di fanteria standard occidentali, soprattutto al di fuori dall’US Army. Invece, già dopo il 1970 gli SA-7 erano disponibili in larga quantità.
 
Anche qui va l'inerzia dei numeri necessari e del costo dei nuovi sistemi ha impedito un riequipaggiamento in tempi rapidi. Gli Strela non erano significativamente peggiori dei Redeye e tanto meno dei Blowpipe inglesi, ma nell'arco di alcuni anni il loro sensore non raffreddato divenne obsoleto. Dalla fine degli anni '70, alla versione migliorata dell'SA-7 (la B) fece seguito l'SA-14, simile ma dotato di sensore IR raffreddato. Si trattava di un'arma molto migliore, e anche se non ancora all'altezza dello Stinger, giunse leggermente in anticipo ed ebbe una discreta produzione. Subito dopo vennero sviluppati sistemi ancora più avanzati, come l'SA-16 e l'SA-18 (pare che questo fu sviluppato per primo, ma venendo identificato dalla NATO per ultimo, ebbe la cifra successiva all’altro). Nel resto del mondo vi era poco su cui scegliere. Il missile Javelin era un Blowpipe migliorato, ma non ancora in maniera del tutto soddisfacente. Il Mistral era ancora in sviluppo e divenne disponibile solo alla fine degli anni '80. Le sue prestazioni erano elevatissime, ma era un'arma portatile ma non da spalla, il solo missile raggiungeva arrivava a 1,9 m e 20 kg così da richiederne un sistema di lancio per veicoli o un treppiede speciale, con tanto di sedile per l’operatore. Un simile problema affliggeva anche l’RBS-70 svedese, arma molto precisa e sviluppata negli anni ’70, che aveva un sistema di guida laser e un costo piuttosto elevato. Siccome la diffusione dei nuovi missili sovietici non fu molto elevata al di fuori dell'URSS, il Patto di Varsavia e gli alleati esterni rimasero, in pratica, all'era SA-7 fino agli anni ’90. Il discorso complessivo è che se l’SA-7 Grail o Strela 2 era un sistema piuttosto inefficiente, è però disonesto compararlo allo Stinger o al Mistral ignorando la cronologia, i sistemi realmente coevi, le quantità prodotte, la diffusione e i successori, che stavano quasi alla pari delle armi occidentali ed erano simili in tempistica, pur costando assai meno.