Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Ai bordi dell'Europa: la scena italiana: differenze tra le versioni

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È tuttavia il seguito del succitato libro, [[w:La tregua (romanzo)|''La tregua'']] (1963), che descrive il processo di liberazione ed il ritorno a casa nei particolari. La liberazione fu così avvincente ed improvvisa, ed il ritorno così lento, doloroso, colmo di delusione. Sulla strada verso Katowice, al narrante viene consigliato dal suo avvocato interprete di nascondere ancora la propria ebraicità — "c'est mieux pour vous. La guerre n'est pas finie." L'Europa era in rovina, sebbene fosse una sorta di casa "protetta da una civiltà che era nostra." Era permeata da "un male irreparabile e definitivo che era presente ovunque, annidandosi come una cancrena negli intestini dell'Europa e del mondo." Ci sarebbe mai più stata normalità in queste vite logore?<ref>Si veda anche [[w:Il fumo di Birkenau|Liana Millu, ''Il fumo di Birkenau'']], Giuntina, 1995; [[w:La notte (romanzo)|Elie Wiesel, ''La notte'']], Giuntina, 1980, 21ma ed. 1995.</ref>
 
Nella poesia ''Shema'', scritta agli inzi dell'anno dopo la guerra, Levi invia un messaggio agli "altri", cioè coloro che non hanno provato questo orrore, descrivendo questa situazione. Lo ''[[w:Shemà|Shema]]'' è la preghiera fondamentale dell'ebreo tradizionale, che afferma l'unità di Dio. È presa da Deuteronomio 6:4, dove Mosè esorta il suo popolo ad osservare i comandamenti di Dio in ogni momento. Una nuova preghiera viene creata dal poeta.<ref>Roberto Mauro, ''Primo Levi: il dialogo è interminabile'', Giuntina, 2009, pp. 18-19.</ref> ''Considerate<br/>''
''se questo è un uomo<br/>''
''Che lavora nel fango<br/>''
''Che non conosce pace<br/>''
''Che lotta per mezzo pane<br/>''
''Che muore per un sì o per un no...<br/>''
''Vi comando queste parole<br/>''
''Scolpitele nel vostro cuore<br/>''
''Stando in casa andando per via,<br/>''
''Coricandovi alzandovi:<br/>''
''Ripetetele ai vostri figli<br/>''
''O vi si sfaccia la casa,<br/>''
''La malattia vi impedisca,<br/>''
''I vostri nati torcano il viso da voi.''<ref>Incipit di ''Se questo è un uomo'', poi inserita nella raccolta ''Ad ora incerta'', Garzanti, 1984.</ref><br/>
 
Come Israele è ammonito di ricordarsi delle parole dei comandamenti in tutti i momenti del giorno e di ripeterle ai propri figli, così i nostri fortunati contemporanei sono esortati a considerare la domanda posta. Il messaggio biblico naturalmente è stato secolarizzato. È il poeta che esprime le istruzioni invece di Mosè, e il peso del suo messaggio viene dall'uomo e non da Dio. Tuttavia il messaggio è quello di meditare sulla natura dell'uomo. Se non possiamo prender nota di un altro, noi non verremo notati. Diventiamo non-uomini. C'è qui un eco del Nuovo Testamento, che ci chiede di considerare se questo è un uomo, ''[[w:Ecce Homo|ecce homo]]'' — ''Eccovi l'Uomo'' (Giov. 19:5). Guardate com'è ridotto l'uomo per mano di altri uomini. Sono forse queste le componenti di Cristo il redentore? Ma anche il linguaggio cristiano è stato secolarizzato. L'italiano dopo tutto è la lingua dell'Umanesimo come anche quella della chiesa latina. Ed in questa poesia italiana composta da uno scrittore ebreo, siamo riportati all'esecuzione di un Messia; è un momento parallelo all'affermazione centrale della fede ebraica.<ref name="PLevi"/>
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La narrativa discussa in questo capitolo è tanto diversa quanto la letteratura stessa. Non è letteratura ebraica nel senso normale dell'essere specificamente ebrea, scritta forse nella sua propria lingua, trattando di temi ebraici, problemi della comunità, e così via.<ref>Attilio Milano, ''Storia degli ebrei in Italia'', Einaudi, 1963, ''loc. cit.''</ref> Ancor meno tratta delle più vaste materie — come la storia ebraica, l'esistenza contemporanea degli ebrei e la posizione dello Stato di Israele nell'ambito del popolo ebraico e del mondo nel suo complesso. Ci sono alcune eccezioni, come le poesie intitolate [http://193.206.215.17/BVE/result.php?dove=breve&useq=1&nf=va&vf=RAVV005384&startp=semplice ''Amo Israele''] (1969) di '''Anna Maria Caredio''' (1927-2012) che, come lei stessa affermò, si ''riconvertì'' all'Ebraismo dei propri antenati prima che fossero cristianizzati. Queste poesie sono frutto di vari viaggi in Israele e chiedono perdono dei peccati cristiani, come nella poesia ''Yom Kippur di una cristiana'':
 
:''Figlia di Sion<br/>''
:''Solo tu puoi perdonare, tu che soffri<br/>''
:''Trasforma i nomi<br/>''
:''di Roma, Varsavia, Auschwitz<br/>''
:''In gigli intrecciati d'incenso''<br/>
 
Ma sono poesie che testimoniano con gioia anche di una nazione ebraica rediviva:<ref>[http://books.google.co.uk/books/about/Amo_israele.html?id=sozlGwAACAAJ&redir_esc=y Anna Maria Caredio, ''Amo Israele'', Lorenzioni & Fabiani, 1969].</ref>
 
:''Non si riuscirà mai a rievocare tutto il sangue e la sofferenza di Israele,<br/>''
:''Ma ora i cieli hanno alti arcobaleni<br/>''
:''Perché Israele è viva.''<br/>
 
La difficoltà di definire l'elemento ebraico è quindi da evidenziarsi particolarmente in merito della narrativa italiana. Il critico Giorgio Romano parla di "esempi specifici della trattazione di temi ebraici, in opere di scrittori ebrei". Continua dicendo che la definizione di quale esattamente sia l'elemento ebraico nell'opera di uno scrittore o romanziere è estremamente difficile. Alcuni vedono l'introspezione ed il pessimismo come l'elemento caratteristico; altri il morso della satira e l'umorismo (sebbene l'umorismo — come disse [[w:Umberto Saba|Umberto Saba]] — sia "la forma suprema della generosità"); e altri ancora il tipo di comportamento che contesta le banalità e sfata le nozioni comunemente diffuse.<ref name="Romano">[http://www.jstor.org/discover/10.2307/41431089?uid=3738032&uid=2&uid=4&sid=21104839205941 Giorgio Romano, "The Jewish Novel in Italy", ''European Judaism'', 1970, Vol. 4, nr. 2, 1970, pp. 27-34.</ref> Sebbene la difficoltà di definizione sia pienamente comprensibile, i termini dell'analisi non portano oltre tale limitazione. Ogni utilizzo solleva la domanda, e per tale ragione qui tendiamo ad evitare la definizione completamente, finanche a non imporre le restrizione di includere un soggetto ebraico palese. In vari modi, abbiamo visto lo scrittore ebreo affrontare una larga gamma di temi in racconti, poesie, saggi, memorie e romanzi, che abbiamo provato ad accettare nei termini dell'opera stessa. E quindi i soggetti sono stati illuminati, come tutto il materiale ne è illuminato, dalla più grande letteratura.<ref name="Romano"/>