Storia della letteratura italiana/Accademia dell'Arcadia: differenze tra le versioni

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Secondo una convenzione generalmente accettata, la prima metà del Settecento viene definita «età dell'Arcadia».<ref>Giuseppe Petronio, ''L'attività letteraria in Italia'', Palumbo, Palermo, 1970, p. 427.</ref> L'Accademia dell'Arcadia viene fondata a Roma il 5 ottobre 1690 da Gian Vincenzo Gravina e da Giovanni Mario Crescimbeni, coadiuvati nell'impresa anche dal torinese Paolo Coardi, in occasione dell'incontro nel convento annesso alla chiesa di San Pietro in Montorio di quattordici letterati appartenenti al circolo letterario della regina Cristina di Svezia. L'Accademia è considerata non solamente una scuola di pensiero, ma un vero e proprio movimento letterario che si sviluppa e si diffonde in tutta Italia in risposta a quello che era considerato il ''cattivo gusto'' del [[../Barocco|Barocco]].
 
Essa si richiama nella terminologia e nella simbologia alla tradizione dei pastori-poeti della mitica regione dell'Arcadia, e il nome fu trovato da Taia durante una adunata ai Prati di Castello, a quei tempi un paesaggio pastorale.<ref name="M">"Le muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol. I, pag.321-323</ref> Oltre al nome dell'Accademia, emblematico da questo punto di vista è il fatto che anche la sede, una villa sulla salita di via Garibaldi sulle pendici del Gianicolo, sia chiamata ''Bosco Parrasio''. I membri sono detti ''Pastori'', Gesù bambino (adorato per primo dai pastori) è scelto come protettore, mentre l'insegna è la siringa del dio Pan, cinta di rami di alloro e di pino. Ogni partecipante inoltre doveva assumere, come pseudonimo, un nome di ispirazione pastorale greca.
 
== Struttura e organizzazione ==