Storia della letteratura italiana/Verismo: differenze tra le versioni

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== Nascita e affermazione del verismo ==
[[File:Brogi, Giacomo (1822-1881) - 5903 Milano.Panorama dal campanile della Chiesa di San Carlo.jpg|thumb|left|Veduta di Milano in una fotografia scattata negli anni settanta dell'Ottocento. Divenuta capitale dell'editoria, Milano è luogo di incontro per gli scrittori italiani e sarà il centro in cui nascerà e si svilupperà il verismo.]]
Il verismo nasce e si sviluppa a Milano, la città dallaall'epoca con la vita culturale più feconda, in cui si raccolgono intellettuali di regioni diverse; saranno però gli autori siciliani a dare a questa tendenza la sua formulazione più coerente. Punto di partenza è l'esperienza del naturalismo francese, del quale viene ripresa soprattutto l'idea che il metodo della scienza deve essere trasferito anche nell'arte.<ref>{{cita libro | autore1= Mario Pazzaglia | titolo=Letteratura italiana: testi e critica con lineamenti di storia letteraria | anno=1979 | editore=Zanichelli | città=Bologna | volume=3 | pp=845 }}</ref> In questo, il verismo si distanzia dal realismo romantico di Manzoni e Nievo, che partivano da una interpretazione religiosa o idealistica della vita. Gli scrittori veristi, al contrario, propongono una descrizione materialista e scientifica, "oggettiva", della realtà, una descrizione che dall'analisi dei fatti porti alla formulazione delle leggi che li determinano.<ref name="Pazzaglia846">{{cita libro | autore1= Mario Pazzaglia | titolo=Letteratura italiana: testi e critica con lineamenti di storia letteraria | anno=1979 | editore=Zanichelli | città=Bologna | volume=3 | pp=846 }}</ref>
 
Il verismo si interessa in particolare delle questioni socio-culturali dell'epoca, portando avanti una critica delle strutture sociali vigenti.<ref name="Pazzaglia846"/> Le opere veriste rappresentano soprattutto le realtà sociali dell'Italia centrale, meridionale e insulare: gli scrittori provenienti da queste regioni vivono la frattura tra la propria condizione di appartenenza a un mondo rimasto isolato nelle sue tradizioni primitive e la vita culturale del resto del paese.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 788}}</ref> In questo senso, il verismo è il risultatofiglio della crisi in cui era caduta ladella società italiana dopo l'unitàpost-unitaria, quando divennero evidenti i limiti del Risorgimento e le contraddizioni del nuovo Stato.<ref name="Pazzaglia846"/> Nelle opere di Verga, per esempio, si ritrovano temi come l'arretratezza del Meridione, i costumi e le usanze del popolo, il modo di vivere assaimolto diverso rispetto al Nord Italia. Secondo Verga, non è possibile che un personaggio di umili origini riesca in qualche modo, per quanto essosi valgaimpegni, riesca a riemergereemergere da quelladalla condizione in cui è nato. Non è possibile che un povero diventi ricco: nella novella ''La roba'', il poverol'umile contadino Mazzarò riesce aad divenire ricco,arricchirsi grazie al suo impegnoingegno, ma giuntosebbene asia unadivenuto condizione relativamenteun benestante, o quanto meno comoda, il personaggio non potrà mai vivere tranquillamente, non potrà mai integrarsi innell'ambiente quelloaristocratico che si definisce l'ambientee alto-borghese, proprio perché egli non vi appartiene di nascita.
 
[[File:Interguglielmi, Eugenio (1850-1911) - Sicilia - Carusi all’imbocco di un pozzo della zolfara, 1899.jpg|thumb|Giovanissimi minatori (''carusi'') di fronte a una zolfara in Sicilia (1899)]]
 
Il verismo è però anche espressione del desiderio di rottura con una tradizione letteraria ritenuta accademica ed estetizzante, alla ricerca di uno stile diretto, semplice, legato alla lingua parlata, e di un rapporto più autentico con il vero e la realtà.<ref name="Pazzaglia846"/> Il primo teorico del verismo è Luigi Capuana, che teorizzòteorizza la "poesia del vero"; così Giovanni Verga, che dapprima era collocabile nella corrente letteraria tardoromantica intrapreseintraprende la strada del verismo con lale raccoltaraccolte di novelle ''Vita dei campi'' e ''Novelle rusticane'' e infine col primo romanzo del ''Ciclociclo dei ''Vinti'', ''I Malavoglia'', nel 1881. In Verga e nei veristi, a differenza del naturalismo, convive comunque il desiderio di far conoscere al lettore il proprio punto di vista sulla vicenda, pur non svelando direttamente opinioni personali nella scrittura.
 
La caratteristica tipica del verismo è l'utilizzo del '''principio dell'impersonalità''', tecnica ripresa da Flaubert che consente all'autore di porsi in un'ottica di distacco nei confronti dei personaggi e dell'intreccio del racconto. L'impersonalità narrativa è propria di una narrazione distaccata, rigorosamente in terza persona e, ovviamente, in chiave oggettiva, priva, cioè, di commenti o intrusioni d'autore che potrebbero, in qualche maniera, influenzare il pensiero che il lettore si crea a proposito di un determinato personaggio o di una determinata situazione.