Torah per sempre/Mistici e cabalisti: differenze tra le versioni

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La parte banale della nozione è stata ravvivata con l'aiuto dei computer digitali dagli autori de ''The Bible Code''.<ref>Drosnin, ''Bible Code''. Sull'assurdità del procedimento si veda Levy, ''Fixing God's Torah'', pp. 167-173.</ref> Questo libro cerca di dimostrare che, occultate in una serie di lettere ebraiche generate da computer ed estratte dai Cinque Libri di Mosè, si trovano informazioni particolareggiate di avvenimenti futuri come la scoperta di Newton delle leggi di gravità e l'assassinio del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. Per quanto bizzarro, è stranamente consistente con la visione del mondo presentata da ''Sefer Yetzirah'' e successivamente dalla Cabala.<ref>In PARTE II.2 vedremo che è comunque impossibile determinare con precisione il testo "corretto" su cui poter basare un tale esercizio. Né pare che sia mai stato spiegato su che base i codificatori della Bibbia ignorino gli spazi tra le lettere. Nonostante ciò, esiste una vera problematica di crittografia nella Bibbia; cfr. M. Fishbane, ''Biblical Interpretation'', p. 464.</ref>
 
Tuttavia un aspetto più serio emerge quando ci chiediamo cosa abbia portato l'autore di ''Sefer Yetzirah'' a esporre la sua cosmogonia fantastica, tenendo in mente che egli visse nel sesto secolo (o forse anche prima), e non nel ventunesimo. Quasi certamente, stava adattando idee neopitagoriche ad un contesto ebraico. Non solo numeri, asseriva, ma lettere, in altre parole la Torah, costituivano l'essenza dell'universo creato. Vale a dire, si rivolgeva a immaginari pitagorici dicendo "Voi pensate che l'essenza del mondo si trovi solo nei numeri. Non dubito che i numeri siano importanti, ma non sono tutto. L'essenza del mondo è la Torah, e la Torah stessa consiste di combinazioni di ventidue lettere dell'alfabeto ebraico. Pertanto, la creazione deve generarsi da tutte quelle cose che possono essere enumerate, sia lettere che numeri."
 
Un millennio e mezzo dopo questa polemica sembra strana. A suo tempo però era un serio tentativo di catturare il pensiero ampiamente espresso dalla letteratura rabbinica che il fine della creazione fosse stabilito solo tramite la Torah; senza la Torah il mondo sarebbe senza senso. È un attacco velato alle filosofie pagane della tarda antichità, che implica la futilità di qualsiasi tentativo di dare significato al mondo senza la Torah.
 
Ma questo non è il modo in cui razionalisti o cabalisti la interpretavano. Razionalisti come l'autore del commentario allo ''Sefer Yetzirah'' attribuito a Saadya Gaon scoprirono nelle sue pagine le Dieci Categorie di Aristotele; i cabalisti vedevano nel suo linguaggio allusivo tutte le speculazioni della cabala susseguente, tra cui la dottrina zoharica delle ''[[w:Sephirot|Sephirot]]'' (emanazioni divine, parola ebraica derivante da "numero", '''סְפִירוֹת''') ed infine dalla [[w:Cabala lurianica|dottrina lurianica]] della creazione. L'ingegnosità non sempre ebbe successo nel riconciliare la Cabala col testo iniziale dello ''Sefer Yetzirah'', cosicché il testo venne "corretto" da rabbini eminenti come [[w:Isaac Luria|Isaac Luria]] (1534-1572) nel sedicesimo secolo e il Gaon di Vilna nel diciottesimo; è ora difficile essere sicuri quale sia stato il testo originale.
 
 
== Importanza mistica delle ''Mitzvot'' ==