Torah per sempre/Orientamento: differenze tra le versioni

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Forse evitare di parlare di Dio non è cosa nuova. Credenti dichiarano con fiducia ''Allahu akbar'', "Dio è grande", o l'equivalente in altra lingua, ma quando uno comincia a parlar loro di Dio, ciò che spesso dicono pare incoerente e per nulla simile a quello che i grandi teologi delle rispettive religioni hanno insegnato. Molti credenti sono alquanto intelligenti, e pertanto la religione ha per loro un qualche senso, sia intellettualmente che emotivamente, anche se sono confusi rispetto ai fondamenti; dopo tutto, l'intelletto deve accettare dei presupposti per iniziare a funzionare.
 
Lasciamo quindi che la gente continui ad asserire che Dio è grande e la sua Torah vera, e rispondiamo: "Amen! Ma calmiamoci e pazientiamo un attimo — dobbiamo cercare di capire cosa intendiamo. Un giorno potremo forse parlare di Dio, ma iniziamo con qualcosa di più semplice. Cos'è la Torah? Dobbiamo spiegare il più chiaramente possibile le sue origini, significati, e autorità dei testi e delle tradizioni ritenute sacre. Chi ha avuto per primo l'idea che un preciso testo scritto sia stato dettato da Dio a Mosè? E perché gli hanno creduto? Come successe che la gente iniziò a credere che il testo ora nelle nostre mani fosse perfetto, senza errori e ridondanze, guida complessiva di vita? Quando, come e perché venne ad essere accettato da alcuni ebrei che non solo il testo del [[w:Pentateuco|Pentateuco]], ma anche le [[w:Rabbinismo|interpretazioni rabbiniche]] rappresentassero la Torah rivelata? Come accadde che una successiva generazione di studiosi ebrei credesse che la Torah incorpori anche gli insegnamenti mistici, ora parte di una propria letteratura?"
 
Queste sono domande storiche, alle quali verrà risposto in questo libro sulla base delle testimonianze disponibili.
 
Ma non riusciremo ad evitare del tutto la teologia,<ref>[[w:Pietro Abelardo|Pietro Abelardo]] (ca. 1079-1172) introdusse il termine ''"teologia"'' nel mondo latino occidentale e gli diede un significato professionale e tecnico: "ragionare di fede che procede secondo i principi del dubbio metodologico".</ref> che accompagnerà a tratti l'esposizione storica, poiché porta a considerare come le scritture e la tradizione possano essere viste oggigiorno nell'ambito della comunità religiosa che le ha adottate. Se si dovesse soltanto di esporre la storia, allora si potrebbe presentarla in maniera obiettiva, o almeno impersonale. Tuttavioa, quando si innesta la teologia nella storia l'obiettività è compromessa. La teologia differisce dalla filosofia, come anche dalla filosofia della religione, poiché viene affrontata con un impegno ''a priori'' di accettare l'importanza di un dato vocabolario del discorso, un dato modo di pensare. Un'affermazione fatta o una storia esposta da un teologo è un'affermazione fatta o una storia esposta ''con un impegno''. L'impegno è preso verso la rilevanza privilegiata di certi testi nell'ambito della comunità dei fedeli (sebbene non necessariamente verso una qualche interpretazione particolare di tali testi). Il teologo, a differenza del filosofo della religione, si impegna ''a priori'' verso una data comunità (una "Chiesa") e la sua lettura di storia e religione riflette tale impegno.
 
== Significati ==
Cosa significa affermare che la Bibbia è vera? Non è certo come affermare le proposizioni della geometria, che si possono dimostrare e che, apparentemente, nessuno vuole contestare o usare come una "prova di fede". Inoltre in geometria non ha senso sostenere come proposizione generale che la "geometria è falsa"; uno direbbe "il teorema di Pitagora è vero" o un dato teorema specifico è vero o falso, a seconda dei casi, piuttosto che dire che il corpus di scritture sulla geometria è vero o falso nella sua totalità.