Storia della letteratura italiana/Verismo: differenze tra le versioni

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L'Ottocento è considerato il secolo del romanzo, genere che a partire dagli anni cinquanta si afferma anche in Italia soppiantando la lirica, che all'inizio del XIX secolo era ancora ritenuta la forma letteraria più prestigiosa in assoluto. Viene così superato il disprezzo per il romanzo in quanto genere letterario inferiore: i nuovi scrittori lo considerano anzi il genere della nuova epoca e lo strumento migliore per dare voce alle esigenze espressive dei tempi nuovi. In particolare, il romanzo si presta bene a raccontare la realtà sociale, organizzandola all'interno di complesse strutture di intrecci. Il romanzo inoltre risponde meglio degli altri alle esigenze dei lettori comuni: il pubblico letterario dell'epoca, che si è progressivamente ampliato nel corso dei decenni, è composto prevalentemente da lettori di narrativa.<ref name="Baldi101">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso| autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La Scapigliatura, il Verismo, il Decadentismo | opera=Moduli di stori della letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=101 }}</ref>
 
Il romanzo è il genere tipico della civiltà borghese, e la sua affermazione in Italia corrisponde al processo di modernizzazione che segue la fine del Risorgimento. Non sarà infatti un caso se alla crisi del positivismo durante il [[../Decadentismo|decadentismo]] corrisponderà la crisi del romanzo e delle sue complesse architetture di intreccio.<ref name="Baldi101"/> I principali modelli per gli scrittori italiani sono di ascendenza francese, e in particolare la ''Commedia umana'' di Balzac (che viene letta attraverso la visione positivista di Hippolyte Taine) e il ciclo dei ''Rougon-Macquart'' deidi fratelli GoncourtZola. A questi si deve aggiungere l'influenza dell'inglese [[w:Charles Dickens|Charles Dickens]] e del francese [[w:Paul Bourget|Paul Bourget]], inventore del romanzo psicologico. Conoscono larga fortuna anche i romanzieri russi, tra tutti [[w:Fëdor Dostoevskij|Dostoevskij]] e [[w:Lev Tolstoj|Tolstoj]]. Centrale è infine l'influsso della poetica di Flaubert, con il suo rigore stilistico, il suo canone dell'impersonalità e la tensione a rappresentare come ridicoli i valori borghesi.<ref name="Baldi102">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso| autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La Scapigliatura, il Verismo, il Decadentismo | opera=Moduli di stori della letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=102 }}</ref>
 
In questo contesto, il verismo si affermerà come tendenza egemonica nella narrativa italiana. Tuttavia, va precisato che le esperienze che la storia della letteratura accomuna sotto l'etichetta di "veriste" sono tra di loro molto diverse, e condividono unicamente un generico riferimento alla "realtà".<ref name="Baldi102"/> Giovanni Verga in particolare metterà a punto in modo rigoroso una tecnica narrativa rivoluzionaria, attraverso cui esprime una visione della realtà segnata dal pessimismo e dal materialismo. L'esperienza di Verga, tuttavia, rimarrà isolata: diversamente da quello che era accaduto per Manzoni, la sua influenza non raggiungerà mai un livello nazionale né avrà mai un tale seguito da costituire una scuola.<ref name="Baldi102"/> Negli anni novanta il romanzo veristico entrerà in crisi e verrà gradualmente sostituito dal romanzo psicologico, in cui l'attenzione è dedicata esclusivamente alle caratteristiche psicologiche dei personaggi. I principali protagonisti di questa fase della letteratura italiana saranno [[../Antonio Fogazzaro|Antonio Fogazzaro]] e [[../Gabriele D'Annunzio|Gabriele D'Annunzio]].<ref name="Baldi103">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di storia della letteratura | titolo=La Scapigliatura, il Verismo, il Decadentismo | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | p= 103}}</ref>