Biografie cristologiche/Stereotipi giudaici: differenze tra le versioni

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Oltre al menzionare scribi rapaci, la perturbazione della attività templari da parte di Gesù (Mc 11:15-17; Mt 21:12-13; Lc 19:45-46; Gv 2:14-16) è spesso vista come una protesta contro lo sfruttamento del Tempio. La nota su Giovanni 2:15-16 riportata nello ''New Oxford Annotated Bible'' (III ed.) riassume questa posizione interpretativa: "Una dimostrazione pubblica contro il materialismo che era diventato parte dei servizi cultici del Tempio. L'indignazione di Gesù non era verso coloro che stavano adorando, ma coloro che ne stavano pregiudicando tale adorazione."<ref>Obery M. Hendricks Jr., "John", in Michael D. Coogan ''et al.'' (curatori), ''New Oxford Annotated Bible'', 3<sup>a</sup> ed., OUP, 2001, p. 150 (Sez. "New Testament").</ref> Tuttavia, il sacrificio faceva parte del culto templare, e quindi la distinzione superficiale tra "coloro che stavano adorando" e "coloro che ne stavano pregiudicando" non funziona affatto. Né il culto veniva svolto nello stesso posto dove si trattavano gli affari (si potrebbe pensare, sebbene l'analogia non sia esatta, ad un negozio di souvenir della chiesa rispetto al santuario stesso). Le annotazioni sul vangelo di Marco nello stesso volume identificano correttamente il contesto della "purificazione" come la "Corte dei Gentili" e notano che il "commercio, tra cui il cambio di valute, era necessario in connessione con i sacrifici e le offerte in un'economia semimonetizzata."<ref>Richard Horsely, "Mark", in Coogan ''et al.'' (curatori), ''New Oxford Annotated Bible, cit.'', p. 79.</ref> Ma anche queste note impongono un'interpretazione non giustificata chiaramente. Viene asserito che "''spelonca di ladri'' è meglio tradotto con ''covo di banditi'', per rendere più strettamente il senso originale di Geremia [7:11] che i dominatori saccheggiano il popolo come banditi e poi cercano rifugio nel Tempio." Marco tuttavia parla sia di compratori che di venditori e di gente che porta cose, cosicché il modello del saccheggio non si adatta completamente. Il [https://www.biblegateway.com/passage/?search=mARCO+11%3A15-17&version=CEI;LND resoconto di Marco], che quasi sicuramente ha fornito la base di Matteo e Luca e forse anche di Giovanni, riporta:
{{q|Gesú, entrato nel Tempio, cominciò a scacciare quelli che nel Tempio vendevano e compravano e rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. E non permetteva ad alcuno di portare oggetti attraverso il Tempio. E insegnava, dicendo loro: "Non è scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi, invece, ne avete fatto un covo di ladroni!"|Lc 11:15-17}}
 
Il problema raffigurato da Marco non è uno di sfruttamento o dispostismo, saccheggio o ladrocinio; è l'atto stesso di "condurre affari". La versione di Giovanni accentua il punto: Gesù si adira, "non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato" (2:16). Quello che fece o non fece Gesù al Tempio, l'evidenza evangelica non implica che la sua preoccupazione fosse di demolire un sistema sfruttatore. Lo studioso neotestamentario Bruce Chilton offre una possibile alternativa: Caifa aveva spostato i venditori precedentemente alloggiati sul [[w:Monte degli Ulivi|Monte degli Ulivi]] alla Corte dei Gentili, ed alcuni ebrei, tra cui Gesù, avevano protestato.<ref name="Chilton">[[:en:w:Bruce Chilton|Bruce Chilton]], "Caiaphas", in David N. Freedman ''et al.'' (curatori), ''Anchor Bible Dictionary'', Vol. I; ''Rabbi Jesus; An Intimate Biography'', Doubleday, 2000.</ref> Il problema non è quindin uno di sfruttamento economico, ma un cambiamento del modo in cui veniva condotto il sistema dei sacrifici.<ref name="Chilton"/> Gesù inoltre potrebbe essersi aspettato un verdetto divino contro i capi del Tempio o la distruzione del Tempio alla fine del mondo, proprio come se lo aspettavano altri ebrei dell'epoca. Marco lo cita che dice ai discepoli: "Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta" (13:2). Che quella parte del complesso templare, il [[w:Muro Occidentale|Muro Occidentale]] (o Muro del Pianto), rimanga a tutt'oggi implica che la dichiarazione attribuita a Gesù abbia una qualche validità storica. Se la chiesa si fosse inventata il detto, non avrebbe creato una discrepanza tra la predizione e ciò che vermante è rimasto del Tempio. Flavio Giuseppe (''[[w:Guerra giudaica (Flavio Giuseppe)|Guerra]]'' 6.5.3) racconta che, durante il governatorato di Albino nel 62 [[w:e.v.|e.v.]] (quattro anni prima della prima rivolta contro Roma), Gesù figlio di Anania venne al Tempio durante la Festa di [[w:Sukkot|Sukkot]] ed iniziò ad esclamare quotidianamente:
:Una voce da oriente,<br/>
:una voce da occidente,<br/>
:una voce dai quattro venti,
:una voce contro Gerusalemme e il Tempio,<br/>
:una voce contro sposi e spose,<br/>
:una voce contro il popolo intero!<ref name="Flavio1">[http://digidownload.libero.it/Hard_Rain/Guerra%20Giudaica.pdf ''Guerra giudaica'', Libro VI.301] (trad. it.)</ref><br/>
 
Nonostante venisse picchiato per ordine del governatore, continuò le sue urla. Albino, reputando che l'uomo fosse pazzo, lo rilascò. Questo Gesù continuò la sua nenia per altri sette anni e cinque mesi, fintanto che una pietra scagliata da un carro lanciamissili romano lo colpì uccidendolo.<ref name="Flavio1"/> Questo Gesù rivela anche che una predizione profetica contro il Tempio non indica necessariamente che il profeta trovasse l'istituzione sfruttatrice — la sua era una predizione escatologica.<ref name="Tempio"/>
 
==''Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele''==