Biografie cristologiche/Vangeli e interpretazione ebraica: differenze tra le versioni

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{{Biografie cristologiche}}
 
[[File:Portrait of St Mark from The Four Gospels Wellcome L0022867.jpg|350px|left|"I Quattro Vengeli" (manoscritto armeno con miniature, 1495)]]
{{q|'''''Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva.'''''|[[w:Edith Stein|Edith Stein]]}}
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Il secondo tema è la domanda: può l'essere umano conoscere la Volontà di Dio? Pare verosimile pensare, studiando la storia delle religioni, che tutte le religioni antiche fossero convinte di poter conoscere tale Volontà.<ref>[http://books.google.co.uk/books/about/A_History_of_God.html?id=_n3cCF2I2FUC Karen Armstrong, ''A History Of God''], Ballantine Books, 1994, pp. 9-51 & ''passim'' partic. Parte VI.</ref> La questione non è tanto un problema filosofico di sapere se la Volontà di Dio sia veramente conoscibile o meno — non è questo il luogo per discuterne: necessita un'altra occasione e contesto. Qui basti dire che ciò che è centrale nell'Ebraismo, e centralmente ebraico nel Cristianesimo, è la ferma convinzione che l'essere umano possa conoscere, e in verità conosca, la Volontà di Dio, perché Dio gliela ha rivelata. Gli scritti antichi ebraici e cristiani forniscono ampia testimonianza che l'affermazione di conoscere la volontà di Dio da parte di una persona risultava sgradita e incredibile alle altre persone — ecco quindi perché ci sono così frequenti allusioni ai falsi profeti e falsi maestri. Tuttavia la convinzione che l'essere umano possa conoscere la Volontà di Dio anima ogni singolo paragrafo degli scritti antichi, ebraici e cristiani. Infatti, questo movente è così essenzialmente ebraico che nella sua forma cristiana la volontà di Dio differisce da quella ebraica solo per il fatto che è la sua continuazione più recente e culminante. I testi cristiani<ref>Qui bisogna escludere i testi [[w:Gnosticismo|gnostici]], che la prima chiesa cristiana rifiutò in quanto lo Gnosticismo rifiutava a sua volta la rivelazione ebraica. Cfr. ''int. al.'', Walter Jacob, ''Christianity through Jewish Eyes: The Quest for Common Ground'', KTAV Publishers, 1974, ''s.v.'' "Gnosticism"; [[w:Ernesto Buonaiuti|Ernesto Buonaiuti]], ''Lo gnosticismo. Storia di antiche lotte religiose'', I Dioscuri, Genova 1987, ''passim''.</ref> non solo non rifiutano il patrimonio religioso ebraico, ma l'affermano come proprio, fino al punto di privarne gli ebrei stessi!<ref name="SamSand"/> L'impostazione cristiana riguardo alla Rivelazione antica fu quindi affermativa, ma continuò il proprio percorso chiedendosi, per così dire, cosa ha fatto Dio e quale è stata la Sua volontà dopo l'età remota di Mosè sul Sinai? A tale domanda i cristiani hanno risposto che ''recentemente'', nell'epoca di Ponzio Pilato, Dio si è nuovamente rivelato in Cristo, e che questa rivelazione è in coninuità ininterrotta dalla precedente rivelazione ebraica. L'ebreo non condivide questa convinzione, non più di quanto un cristiano condivida la convinzione mussulmana che pervenne ancor più tardi; tuttavia l'ebreo dovrebbe essere in grado di discernere che ciò che il Cristianesimo afferma è il proprio diritto alla rivelazione ebraica. Il Cristianesimo è essenzialmente ebraico nella sua interpretazione che gli sia stato concesso di conoscere la Volontà di Dio.<ref name="SamSand"/><ref name="Jewish"/>
 
Il terzo tema è se l'essere umano possa, conoscendo la Volontà di Dio, attenervisi ed osservarla. Sia l'Ebraismo che il Cristianesimo hanno asserito che si possa, e si debba. Non sono d'accordo su come ottenere tale conformità; in molte materie hanno tuttavia trovato un'armonia naturale. Nell'etica sociale, entrambi sono in accordo su fini ed obiettivi, un accordo ''quasi'' totale: per esempio, non si ricscontra nell'Ebraismo un parallelo con l'esortazione cristiana di "porgere l'altra guancia". Tuttavia, sebbene ci sia una leggera differenza in enfasi su questo punto particolare, ciononostante gli ideali sociali sono sinonimi. È nel rispondere alla domanda ''come'' l'essere umano possa adempiere alla Volontà di Dio che un ramo del Cristianesimo è in antitesi con l'interpretazione ebraica. Gli ebrei prescrivono che l'essere umano debba osservare la Volontà di Dio attraverso la fedeltà alle leggi e regole rivelate. Paolo invece credeva che le regole impedissero la fedeltà dell'uomo al volere divino e propose la "fede", piuttosto che le "opere" della Legge mosaica. Mentre in molte aree i motivi e le preoccupazioni dell'Ebraismo e del Cristianesimo seguono lineee parallele, l'impostazione paolina e quella della tradizione ebraica sono antitetiche ed inconciliabili tra di loro. Nel corso dei secoli, il Cristianesimo si è spesso ritratto dal paolinismo, ritornanrdoci tuttavia sporadicamente, con la conseguenza che, nei periodi di enfasi, l'antitesi piuttosto che la somiglianza è venuta a contrapporre le due tradizioni confessionali. In verità, è proprio l'elemento paolino del Cristianesimo che forma la barriera principale per la comprensione del Cristianesimo da parte dell'ebreo e per il cristiano la comprensione dell'Ebraismo — ironia della sorte, barriera creata da un ex-fariseo! Tuttavia, proprio nel caso di Paolo, c'è da sperare che gli ebrei, senza abbandonare le convinzioni ed i valori ereditati dal [[w:rabbinismo|rabbinismo]], cerchino di riscontrare lo sforzo immenso da parte di un ebreo geniale di rispondere alla domanda: come può l'essere umano eseguire la Volontà di Dio? Paolo è ebreo, non solo di nascita, ma anche perché la questione essenziale dell'Ebraismo, la questione del ''come'', è ciò che lo preoccupa. Gli ebrei — afferma Sandmel nello specifico — dovrebbero prender nota non tanto delle risposte date da Paolo (che sono estranee all'ebreo), ma della sua domanda, che fa parte della matrice ebraica.<ref name="SamSand"/><ref name="Sand"/> Paolo non è comunque rappresentativo di tutto il Cristianesimo. Altri scritti neotestamentari contengono temi e motivi alquanto consoni all'Ebraismo, e allo stesso tempo esprimono interessi ad esso remoti. Non è certo provincia dell'ebreo essere d'accordo con gli interessi del Nuovo Testamento ma, d'altra parte, non vuol dire chieder troppo al lettore di cultura nel mondo moderno di cercare di discernere la natura della ricerca cristiana riguardo a come l'essere umano possa ottemperare alla Volontà di Dio.<ref name="Jewish"/>
 
Per lo [[w:storico|storico]] moderno, incluso lo storico cristiano, la storia del Cristianesimo è notevolmente irregolare, anche in aree esterne alla collisione cristiana con gli ebrei. Le persone di rado sono intossicate di Dio completamente, e spesso coloro che si vantano di una fedeltà a Dio si sono stati individualmente negligenti. I profeti antichi ci permettono di constatare alcuni esempi di negligenze ebraiche, e voci meno antiche, sebbene forti ed eloquenti, hanno esternato nell'ambito del Cristianesimo la negligenza cristiana. Pur tuttavia ci sono stati in entrambe le tradizioni successi e grandi realizzazioni, e entrambe le tradizioni dovrebbero riconoscerlo reciprocamente.<ref name="Jewish"/>
 
==Note==