Biografie cristologiche/Nuovo Testamento e antiebraismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
pagina completata
Riga 1:
{{WIP|Monozigote}}
{{Biografie cristologiche}}
 
Line 176 ⟶ 175:
La Bibbia si presta ad assumere innumerevoli interpretazioni. La ricerca storico-critica può essere molto utile per eliminare alcune delle interpretazioni negative, come quelle che sorgono quando i lettori d'oggi incontrano il Discorso della Montagna o la formula paolina di unificazione esposta in Galati. Tale utilità può significare che Gesù di Nazaret forse non chiamò mai "gli ebrei" figli del diavolo; può proporre che la folla di Gerusalemme non strepitò mai formalmente chiedendo il sangue di Gesù, e può asserire che Paolo non scrisse mai che gli ebrei "hanno messo a morte il Signore Gesù e sono nemici di tutti." Ma gli argomenti storici rimangono speculativi.<ref name="Kessler"/><ref name="Amy4"/>
 
Inoltre, gli argomenti storici rischiano di essere compromessi, perché presumono che il pubblico "originale" o l'"intento originale" determinino il significato. Restringere la questione dell'antiebraismo all'autore di un testo, e ancor più, pretendere di conoscere l'intento dell'autore senza considerare il relativo pubblico, è un metodo erroneo, come qualsiasi predicatore sa. Ciò che il presbitero dice dal pulpito non è sempre ciò che la congregazione sente dai banchi. Asserire che il testo non possa assumere nuovi significati ma debba essere interpretato solo nel contesto del suo ambiente originale condanna sia la chiesa che la sinagoga, perché tale argomento preclude alla gente di scoprire i propri significati nel testo. Parlando teologicamente, una focalizzazione totalmente storica rischia di far chiudere bottega allo Spirito Santo.<ref name="Amy4"/> La sola soluzione della questione dell'antiebraismo neotestamentario non può venire dagli storici. L'eliminazione di letture antiebraiche deve provenire dai teologi, da quei membri della chiesa che concludono che l'antiebraismo è sbagliato e che insistono su una sensibilità cristiana riguardo all'argomento. Il testo rimane, sia per ebrei che per cristiani, un mezzo continuativo di comunicazione tra comunità, individuo, e Dio; è una conversazione attraverso il tempo, attraverso le tradizioni religiose, attraverso le culture. L'interpretazione quindi non può mai essere statica. Se dobbiamo andare oltre alla cortesia forzata che spesso distingue la conversazione interreligiosa, e correre il rischio di impegnarsi in un dialogo onesto, allora dobbiamo costringerci a vedere attraverso gli occhi dell'altro, a sentire attraverso le orecchie dell'altro, e ad interpretare con una consapevolezza delle sensibilità reciproche.<ref>[https://books.google.co.uk/books?id=fyle3aiaIucC&pg=PT543&lpg=PT543&dq=reb+moshe+leib+of+sasov%2Blove&source=bl&ots=LZnkolU66W&sig=b6MVs3hl9ErUpIlqrUOTO8uDhTM&hl=en&sa=X&ei=IpbrVPhKg6xTj_uD6AY&ved=0CEoQ6AEwBw#v=onepage&q=reb%20moshe%20leib%20of%20sasov%2Blove&f=false MartinInvece Buber,di scartare subito l''Talesasserzione ofche theil Hasidim''testo sia antiebraico, Knopfpotremmo Doubledaypiuttosto Publishingcercar Group,di 2013,comprendere ''adcome hoc''];mai cfri lettori che fanno questa asserzione sono giunti a tale conclusione. ancheInvece [http://www.darchenoam.org/rav-moshe-leib-sassovers-three-loves/]di affermare subito che il testo è antiebraico, potremmo piuttosto chiedere a coloro che ne traggono un significato antiebraico che significato il testo abbia per loro.<ref name="Amy4"/ref>
 
D'aiuto qui è la classica storia raccontata da [[w:Moshe-Leib di Sasov|Rebbe Moshe Leib di Sasov]] (1754-1807). Si narra che il [[w:Rebbe|rebbe]] annunciasse ai suoi discepoli, "Ho imparato come si debba veramente amare il prossimo da una conversazione che ho udito per caso tra due paesani":<br/>
:Il primo disse: "Dimmi, amico Ivan, mi ami?"<br/>
::Il secondo: "Ti amo profondamente."<br/>
::Il primo: "Lo sai, amico mio, cosa mi provoca dolore?"<br/>
::Il secondo: "Ma scusa, come faccio a sapere cosa ti provoca dolore?"<br/>
::Il primo: "Se non sai cosa mi provoca dolore, come puoi dire che mi ami veramente?"<br/>
"Cercate quindi di comprendere, figli miei," continuò il rebbe, "che amare, amare veramente, significa conoscere ciò che provoca dolore al tuo compagno."<ref>[https://books.google.co.uk/books?id=fyle3aiaIucC&pg=PT543&lpg=PT543&dq=reb+moshe+leib+of+sasov%2Blove&source=bl&ots=LZnkolU66W&sig=b6MVs3hl9ErUpIlqrUOTO8uDhTM&hl=en&sa=X&ei=IpbrVPhKg6xTj_uD6AY&ved=0CEoQ6AEwBw#v=onepage&q=reb%20moshe%20leib%20of%20sasov%2Blove&f=false Martin Buber, ''Tales of the Hasidim'', Knopf Doubleday Publishing Group, 2013, ''ad hoc'']; cfr. anche [http://www.darchenoam.org/rav-moshe-leib-sassovers-three-loves/].</ref>
 
Impegnarsi in un dialogo interconfessionale significa capire che ciò che è dogma per un partecipante è un pericolo per l'altro, che ciò che è profondo può anche essere doloroso. Ebrei e cristiani devono leggere i testi insieme. I cristiani devono riconoscere l'impatto che hanno avuto per gli ebrei i versetti problematici citati in questo capitolo e anche in altri testi. A loro volta, gli ebrei devono essere consapevoli che la maggioranza dei cristiani non leggono i testi in maniera consapevolmente antiebraica e rigettano persino qualsiasi implicazione antiebraica. Sebbene il Nuovo Testamento possa essere visto come antiebraico, non necessariamente lo deve essere. Inevitabilmente le parole hanno significati differenti per differenti lettori. Dobbiamo immaginarci come le nostre parole suonano a orecchie diverse. Lo stesso simbolo, lo stesso testo, possono avere significati alquanto divergenti, a seconda degli occhi che leggono e delle orecchie che sentono.<ref name="Amy4"/>
 
==Note==
<references/>
 
{{Avanzamento|75100%|2324 febbraio 2015}}
[[Categoria:Biografie cristologiche|Nuovo Testamento e antiebraismo]]