Biografie cristologiche/Gesù ed Ebraismo: differenze tra le versioni

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Il suo collegamento con l'insegnamento ebraico basilare continua. Secondo il [[w:Bavli|Talmud babilonese]], commentario della [[w:Mishnah|Mishnah]] del sesto secolo, un potenziale convertito una volta chiese a [[w:Hillel|Rabbi Hillel]], uno dei più rinomati [[w:maestri ebrei|maestri ebrei]], "Insegnami la Torah, cioè insegnami tutte le tue tradizioni, valori, pratiche e teologia, ''al regel achat'' (stando eretto su un solo piede)" (''[[w:Shabbat (Talmud)|Shabbat]]'' 31a). Hillel saggiamente rispose: "Ciò che ti è odioso, non farlo al tuo prossimo. Tutta il resto è commentario; vai ed impara." Alcuni decenni dopo, anche Gesù istruiva i suoi seguaci dicendo: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro." Il collegamento della sintesi che Hillel fa degli insegnamenti dell'Ebraismo viene rinforzato dal successivo commento di Gesù: "questa infatti è la Legge ed i Profeti" (Mt. 7:12).
 
Cristiani ed ebrei occasionalmente dibattono su quale sia la formulazione migliore, la versione negativa proposta da Hillel, o quella positiva offerta da Gesù. La versione negativa potrebbe essere incolpata di promuovere un posizione passiva o almeno non proattiva, mentre la versione positiva esorta all'azione. La positiva potrebbe essere considerata promuovere una forma egocentrica di azione che non considera i bisogni distinti e le esigenze dell'altro. Ma le argomentazioni all fine non sono né accurate né utili. Hillel certo non limitava la sua interpretazione della Torah solo a questa frase, e la tradizione ebraica nel suo complesso richiede un impegno proattivo. Gesù, da parte sua, non parla certo di costringere le vedute dell'uno sull'altro. A fin dei conti, sebbene i filosofi che desiderano estrarre queste due dichiarazioni dal loro rispettivo contesto vogliano dibattere i benefici e/o debiti di ciascuno dei due, la discussione su basi religiose tende a cadere nella retorica de "Il mio insegnante è meglio del tuo." Tale approccio non dimostra affatto amore di Dio o del prossimo. Forse, se chiesa e sinagoga la smettessero di discutere chi abbia meglio formulato la Regola d'Oro — che non è per niente limitata solo a Gesù e Hillel — e cominciassero a seguirla, sarebbe meglio per tutti.<ref name="Amy">Amy-Jill Levine, ''The Misunderstood Jew'', HarperOne, 2006, pp. 21-24.</ref>
 
La connessione di Gesù all'Ebraismo può essere vista non solo nei suoi commenti generali sulla Torah, ma anche nella sua pratica dei comandamenti. Per esempio, Gesù si veste da ebreo. Specificamente, indossa ''[[w:tzitzit|tzitzit]]'', "frange", che [[w:Libro dei Numeri|Numeri]] esorta tutti gli uomini a portare (e che molti [[w:Ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] portano tutt'oggi) e che possono essere visti correntemente attaccati al ''[[w:Talled|talled]]'', o "scialle di preghiera", indossato in sinagoga durante il culto. Numeri 15:37-40 riporta:
{{q|Parla ai figli d'Israele e ordina loro che si facciano, di generazione in generazione, delle frange agli angoli delle loro vesti e che mettano alle frange di ogni angolo un cordone violetto. Sarà una frangia alla quale guarderete per ricordarvi di tutti i comandamenti dell'Eterno e metterli in pratica, e per non seguire invece il vostro cuore e i vostri occhi che vi portano alla fornicazione. Così vi ricorderete di tutti i miei comandamenti e li metterete in pratica, e sarete santi per il vostro Dio.|Numeri 15:37-40}}
 
Le frange fanno ricordare a chi le indossa i [[w:613 Mitzvot|613 "comandamenti", o ''mitzvot'']] (plur. dell'ebraico ''mitzvah''), un po' come il [[w:rosario|rosario]] ha un carattere [[w:contemplazione|contemplativo]] per i cattolici. I Vangeli non mancano di affermare che Gesù indossava tali frange: sono queste frange che l'emorroissa tocca nella speranza di essere guarita (Matteo 9:20). Similmente, Marco 6:56 riporta:
{{q| E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.|Marco 6:56}}
 
Il fatto che Gesù, secondo Matteo 23:5, critichi i Farisei e gli scribi perché "allargano i loro filattèri e allungano le frange" implica che i suoi filatteri erano stretti e le sue frange più corte. Gesù pertanto non respinge la Torah ma anzi, "ne va fiero" - per dirlo in italiano moderno, "la porta sul palmo della mano".<ref name="Amy"/>
 
La menzione della frange ha un risultato pratico per i cristiani. La conservazione nei Vangeli di questo particolare indica che l'Antico Testamento deve essere riconosciuto come ben più di una semplice anticipazione dell'arrivo del messia, dopodiché possa essere scartato o, con più rispetto, messo in cantina con altre anticaglie, da conservare ma non usare. Mantenendo il dettaglio che Gesù portava le frange, il Nuovo Testamento ammonisce che si preservi il rispetto delle tradizioni ebraiche e che le pratiche ebraiche proprie di Gesù siano onorate, anche dalla chiesa gentile, che non le segue.<ref name="Bloch"/>
 
==Parabole==