Le religioni della Mesopotamia/Sumer e Accad/Gli Accadi: differenze tra le versioni

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{{nota|larghezza = 450px|center|contenuto=<center>'''La sacerdotessa Enḫeduanna, il primo poeta nella storia umana'''</center><br>Il primo poeta nella storia dell'umanità, nota sia da fonti successive che contemporanee è la sacerdotessa Enḫeduanna, vissuta intorno al XXIV secolo a.C., figlia del re accadico Sargon, fondatore del primo impero della storia. La più celebre opera di Enḫeduanna, è scritta in lingua sumerica e ha come titolo ''Nin-me-šárra'' (Signora di tutti i Me), opera nota più comunemente con il moderno titolo di "L'esaltazione di Inanna". Del ''Nin-me-šárra', che si compone di 153 righe, conserviamo oltre cinquanta diversi testimoni, frammenti di tavole incise in cuneiforme. Nell'opera viene narrata, in termini a volte oscuri, un drammatico evento della vita di Enḫeduanna: la sua fuga da Ur e il suo esilio nella steppa. L'opera prende quindi la forma di invocazione, affinché gli dèi liberino dall'esilio la sacerdotessa, alludendo a un certo Lugalanne, probabile rivoltoso sumero contro il potere del padre Enḫeduanna, il re accadico Sargon. L'inno si conclude con l'invocazione alla dea Inanna (sumerico; accadico: Iŝtar) e infine con il ritorno della dea, e della sua grande sacerdotessa, nel santuario di Ur. Tale opera ebbe un profondo riconoscimento nella stessa letteratura religiosa sumerica, considerata in quell'ambito come uno dei dieci componimenti religiosi più notevoli, l'unico di cui peraltro conosciamo l'autore.
[[File:Victory stele of Naram Sin 9062.jpg|right|300px|thumb|]]
 
[[File:Lugal (cuneiforme).JPG|200px|left|thumb|Segno cuneiforme per il sumerico ''lugal'' (lett. "grande uomo") e per gli accadici ''bēlu'' e ''šarru'', con il significato di "signore", quindi di "re".{{q|Il ''lugal'' si configura dunque ben presto come un re, ma la regalità, in Mesopotamia, non è, come del resto altrove, autonoma dalla sfera religiosa. Il re esercita un controllo su di essa e spesso tenta di appropriarsi di prerogative sacerdotali. Alla regalità stessa era attribuita un'origine divina; essa, prima del diluvio, era discesa dal cielo per la prima volta in Eridu di Sumer e, dopo il diluvio, era nuovamente discesa dal cielo per la prima volta a Kish. Questa trascendenza celeste della regalità individua il re (''lugal'') come un vicario della divinità, alla quale compete il compito di legittimarne il ruolo. L'universo divino, replica di quello umano, esprimeva un potere sovrannaturale, che superava la frammentazione politica delle città, rispetto alle quali appariva unitario, e che aveva la sua sede nella città santa di Nippur. L'organizzazione monarchica del mondo divino diventava garanzia del potere esercitato dal re nelle diverse città anche prima dell'unificazione politica del paese. Il re, tuttavia, a differenza dell'Egitto, non è un dio, per quanto la regalità resti di origine divina. E finché la regalità non diviene ereditaria, con l'introduzione del principio dinastico, il ''lugal'' è tale in quanto sposo della dea Inanna (Ištar in semitico, la Signora del cielo. Sono dunque le nozze con la dea che definiscono il ruolo del re, a sua volta scelto da Inanna. Ma il matrimonio sacro non comporta uno statuto divino per il sovrano né la sua immortalità. È solo con l'avvento del regno di Accad che si incontra per la prima volta una dichiarata divinizzazione del re, forse per effetto del modello egizio. Il primo sovrano divinizzato è Narām-Sin (2254-2218 a.C.), che accanto al nome porta il determinativo ''dingir''. Prima di questo sovrano la divinizzazione sembra aver riguardato alcuni re predinastici dell'universo mitologico, come Dumuzi (Tammuz in ebraico e aramaico, o come lo stesso Gilgameš.|Paolo Scarpi, ''Area mesopotamica e vicino orientale'', in ''Manuale di storia delle religioni'' (a cura di Giovanni Filoramo). Bari, Laterza, 1998, pp. 19 e sgg.}} ]]
Una traslitterazione del cuneiforme sumerico con traduzione del componimento, apparati critici e commento, nonché un capitolo sulla vita e le opere della sacerdotessa-poetessa è in William W. Hallo e J.J.A. Van Dijk, ''The Exaltation of Inanna'', New Heaven and London Yale University Press, 1968. Di seguito l'incipit del componimento con la traslitterazione del The ETCSL project, Faculty of Oriental Studies, University of Oxford.
{{nota|larghezza = 400px|right|contenuto=<center>'''La Leggenda della nascita di Sargon</center>'''<br>{{q|1.Signora di tutti i Me (''nin-me''), risplendente di luce <br>2. Donna virtuosa, vestita dello splendore divino (''melam''), diletta del Cielo e della Terra<br>3. Ierodula (''nu-u<sub>8</sub>-gig'' )del dio An, con il grande diadema<br>4. Colei che ama la tiara consona alla grande sacerdotessa<br>5. La cui mano impugna (tutti) i sette Me<br>6. O mia Signora, tu sei la guardiana di tutti i grandi Me<br>7. Tu hai riunito i Me, tu hai legato i Me alle tue mani<br>8. Tu hai raccolto i Me, tu hai stretto i Me al tuo petto<br>9. Come un drago (''ušumgal'') tu hai lanciato il veleno sui territori dei nemici<br> 10. Quando tu ruggisci alla terra come il dio della Tempesta (Iškur), la vegetazione non può resisterti<br>11. Come un diluvio (''a-ma-ru'') discendi dalla tua montagna (''kur'')<br>12. O potente del cielo e della terra, tu sei Inanna|En-ḫedu-annaEnḫeduanna, ''nin-me-šárra'' (Signora deidi tutti i Me), 1-12. |1.nin me šar2-ra ud dalla e3-a <br>2.munus zid me-lem4 gur3-ru ki aĝ2 an uraš-a<br>3.nu-gig an-na suḫ-gir11 gal-gal-la<br>4.aga zid-de3 ki aĝ2 nam-en-na tum2-ma<br>5.me 7-bi šu sa2 dug4-ga<br>6.nin-ĝu10 me gal-gal-la saĝ keše2-bi za-e-me-en<br>7.me mu-e-il2 me šu-zu-še3 mu-e-la2<br>8.me mu-e-ur4 me gaba-za bi2-tab<br>9.ušumgal-gin7 kur-re uš11 ba-e-šum2<br>10.<sup>d</sup>iškur-gin7 ki šeg(KA×LI) gi4-a-za <sup>d</sup>ezina2 la-ba-e-ši-ĝal2<br>11.a-ma-ru kur-bi-ta ed3-de3<br>12.saĝ-kal an ki-a <sup>d</sup>inana-bi-me-en|lingua=SUX}}}}
[[File:Lugal (cuneiforme).JPG|200px|leftright|thumb|Segno cuneiforme per il sumerico ''lugal'' (lett. "grande uomo") e per gli accadici ''bēlu'' e ''šarru'', con il significato di "signore", quindi di "re".{{q|Il ''lugal'' si configura dunque ben presto come un re, ma la regalità, in Mesopotamia, non è, come del resto altrove, autonoma dalla sfera religiosa. Il re esercita un controllo su di essa e spesso tenta di appropriarsi di prerogative sacerdotali. Alla regalità stessa era attribuita un'origine divina; essa, prima del diluvio, era discesa dal cielo per la prima volta in Eridu di Sumer e, dopo il diluvio, era nuovamente discesa dal cielo per la prima volta a Kish. Questa trascendenza celeste della regalità individua il re (''lugal'') come un vicario della divinità, alla quale compete il compito di legittimarne il ruolo. L'universo divino, replica di quello umano, esprimeva un potere sovrannaturale, che superava la frammentazione politica delle città, rispetto alle quali appariva unitario, e che aveva la sua sede nella città santa di Nippur. L'organizzazione monarchica del mondo divino diventava garanzia del potere esercitato dal re nelle diverse città anche prima dell'unificazione politica del paese. Il re, tuttavia, a differenza dell'Egitto, non è un dio, per quanto la regalità resti di origine divina. E finché la regalità non diviene ereditaria, con l'introduzione del principio dinastico, il ''lugal'' è tale in quanto sposo della dea Inanna (Ištar in semitico, la Signora del cielo. Sono dunque le nozze con la dea che definiscono il ruolo del re, a sua volta scelto da Inanna. Ma il matrimonio sacro non comporta uno statuto divino per il sovrano né la sua immortalità. È solo con l'avvento del regno di Accad che si incontra per la prima volta una dichiarata divinizzazione del re, forse per effetto del modello egizio. Il primo sovrano divinizzato è Narām-Sin (2254-2218 a.C.), che accanto al nome porta il determinativo ''dingir''. Prima di questo sovrano la divinizzazione sembra aver riguardato alcuni re predinastici dell'universo mitologico, come Dumuzi (Tammuz in ebraico e aramaico, o come lo stesso Gilgameš.|Paolo Scarpi, ''Area mesopotamica e vicino orientale'', in ''Manuale di storia delle religioni'' (a cura di Giovanni Filoramo). Bari, Laterza, 1998, pp. 19 e sgg.}} ]]
 
 
Con il termine "Accadi" (anche Akkadi) si intende quel popolo che, parlante una lingua semitica, fa riferimento alla città di Akkad, capitale dell'impero "accadico" fondata dal re e condottiero Sargon (Šarru-kīnu, regno: ca. 2334-2279 a.C.).
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Thorkild Jacobsen<ref>pp. 178-9.</ref>, e Gentili<ref>''Sargon, re senza rivali''. Pisa, SEU, 1998, p. 31.</ref> segue, ritiene invece che Lugal-Zagesi avesse precedentemente sconfitto Ur-Zubaba, distruggendo la città di Kiš: sarà quindi Sargon, condottiero del re di Kiš, a subentrare a questo sovrano sumero e quindi a sconfiggere successivamente Lugal-Zagesi, per poi ricostruire la città (questo spiegherebbe l'iscrizione, cfr. Poebel ''PBS'' IV,1 p.176, che vuole Sargon rifondatore di Kiš).
 
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Di fatto, nel XXIV secolo a.C. e per un secolo, assistiamo nella Bassa Mesopotamia a un deciso cambiamento storico: alla costellazione di città-stato (in quel momento dominate dal re sumero della città di Uruk, Lugal-Zagesi) si sostituisce un impero unificato, per mezzo di una guerra di conquista, da un re accadico (quindi semita).
 
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{{nota|larghezza = 400px|right|contenuto=<center>'''La Leggenda della nascita di Sargon</center>'''<br>{{q|1.Signora di tutti i Me (''nin-me''), risplendente di luce <br>2. Donna virtuosa, vestita dello splendore divino (''melam''), diletta del Cielo e della Terra<br>3. Ierodula (''nu-u<sub>8</sub>-gig'' )del dio An, con il grande diadema<br>4. Colei che ama la tiara consona alla grande sacerdotessa<br>5. La cui mano impugna (tutti) i sette Me<br>6. O mia Signora, tu sei la guardiana di tutti i grandi Me<br>7. Tu hai riunito i Me, tu hai legato i Me alle tue mani<br>8. Tu hai raccolto i Me, tu hai stretto i Me al tuo petto<br>9. Come un drago (''ušumgal'') tu hai lanciato il veleno sui territori dei nemici<br> 10. Quando tu ruggisci alla terra come il dio della Tempesta (Iškur), la vegetazione non può resisterti<br>11. Come un diluvio (''a-ma-ru'') discendi dalla tua montagna (''kur'')<br>12. O potente del cielo e della terra, tu sei Inanna|En-ḫedu-anna, ''nin-me-šárra'' (Signora dei Me), 1-12. |1.nin me šar2-ra ud dalla e3-a <br>2.munus zid me-lem4 gur3-ru ki aĝ2 an uraš-a<br>3.nu-gig an-na suḫ-gir11 gal-gal-la<br>4.aga zid-de3 ki aĝ2 nam-en-na tum2-ma<br>5.me 7-bi šu sa2 dug4-ga<br>6.nin-ĝu10 me gal-gal-la saĝ keše2-bi za-e-me-en<br>7.me mu-e-il2 me šu-zu-še3 mu-e-la2<br>8.me mu-e-ur4 me gaba-za bi2-tab<br>9.ušumgal-gin7 kur-re uš11 ba-e-šum2<br>10.<sup>d</sup>iškur-gin7 ki šeg(KA×LI) gi4-a-za <sup>d</sup>ezina2 la-ba-e-ši-ĝal2<br>11.a-ma-ru kur-bi-ta ed3-de3<br>12.saĝ-kal an ki-a <sup>d</sup>inana-bi-me-en|lingua=SUX}}}}