Antologia ebraica/Puro di Cuore: differenze tra le versioni

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{{Antologia ebraica}}
[[File:Grocholski Praying Jew.jpg|300px|center|Ebreo in preghiera]]
{{q|Non vedo la foresta a causa degli alberi.|Detto ebraico| מרוב עצים לא רואים את היער |lingua=he}}
{{q|Nelle facciate che mettiamo su per gli altri dimostriamo il nostro potenziale; tramite i nostri figli riveliamo la nostra realtà. |Lawrence Kelemen, ''To Kindle A Soul'', p. 195| בכל החזיתות שאנו מטילים על אחרים אנחנו מדגימים את הפוטנציאל שלנו, דרך הילדים שלנו אנחנו מגלים את המציאות שלנו. לורנס קלמן, כדי ללבות עמ 'נשמה |lingua=he}}
 
 
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DA ''LEGUM SACRARUM ALLEGORIARUM LIBRI'' <ref>Filone, ''Legum sacrarum allegoriarum libri'' III, 1-6, 28-31; con note adattate da Isak Heinemann, ''Die Werke Philos von Alexandria'', Breslau, 1919, III. Cfr. anche {{en}} [http://www.earlyjewishwritings.com/philo.html Testi delle opere di Filone].</ref></small></center>
 
"E Adamo e sua moglie si nascosero dalla presenza del Signore Dio fra gli alberi del giardino" (Gen. 3:8). Qui le Scritture ci familiarizzano col principio che i malvagi sono senza dimora.<ref>I duplici significati di ''polis'' ("città" e "stato"), e di ''pheugein'' ("fuggire", "essere esiliato", da cui "venir bandito") chiariscono questo brano. Per capire ciò che segue nel testo, ci si deve rammentare che secondo gli insegnamenti dei [[w:Cinismo|Cinici]] e degli [[w:Stoicismo|Stoici]], il saggio non si considera cittadino di un singolo stato, ma membro di uno stato mondiale. La cittadinanza di questo stato mondiale però si basa sul possesso della qualità della ragione; Filone la interpreta eticamente.</ref> Poiché se la virtù costituisce la vera città del saggio, allora colui che non può partecipare alla virtù è un esule da tale città. Ed i malvagi non possono partecipare alla virtù e quindi sono esiliati, sono fuggitivi. Ma colui che fugge dalla virtù allo stesso tempo si nasconde da Dio. Poiché se i saggi sono a Dio visibili — in quanto sono Suoi amici — i malvagi sono tutti apparentemente nascosti ed occultati da Lui, dato che sono nemici scellerati della giusta ragione. Le Scritture testimoniano che l'uomo malvagio non ha casa né alloggio, in allusione a Esaù nel suo "mantello di pelo" e guisa peccaminosa, poiché sta scritto: "Esaú era un esperto cacciatore, un uomo di campagna" (Gen. 25:27). Poiché la cattiveria legata alla caccia di passioni, affrettando stoltamente il perseguimento della rozzezza,<ref>Questa è una allusione al terzo significato di ''polis'' — l'urbano in opposizione al rurale. I Greci consideravano il contadino (''agroikos'') ignorante, come gli ebrei parimenti consideravano l<nowiki>'</nowiki>''Am ha`aretz'' (עם הארץ), ed i Romani il ''rusticus''.</ref> non può vivere nella città della virtù.
"E Adamo e sua moglie si nascosero dalla presenza del Signore Dio fra gli alberi del giardino" (Gen. 3:8). Qui le Scritture ci familiarizzano col principio che i malvagi sono senza dimora.
 
 
==Il Nome Buono==