Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Un nuovo inizio: la letteratura israeliana: differenze tra le versioni
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È veramente raro riscontrare un romanzo comico sulla scena israeliana corrente, ma particolarmente raro è il tipo di romanzo comico che Shabtai ha qui prodotto. Senza fare concessioni al lettore, il romanzo consiste praticamente di un solo lungo paragrafo in un libro di circa trecento pagine. È una sorta di romanzo di coscienza, ma non in un flusso singolo né emanante da un solo riflettore (nel senso di chi riflette). Paragoni sono stati fatti con [[w:Marcel Proust|Proust]] e l<nowiki>'</nowiki>''[[w:Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'' di Joyce. Ma qui la narrazione salta costantemente da un personaggio all'altro, con le rispettive storie e sottostorie, dalle loro attività attuali ai loro pensieri e preoccupazioni, alle loro azioni frenetiche o alla loro impotenza, e nel tutto pervade il senso rodente della stranezza della vita e dell'inutilità complessiva. ''Zikhron Devarim'' è un romanzo tragicomico narrato come una sorta di frase inghiottita.<ref name="Zikhron"/>
L'atmosfera è del tutto pervasiva sin dall'[[w:Incipit|incipit]] del romanzo, con la subitanea rivelazione delle due morti. È una storia di morte, che parla della vita per illustrare il punto che la vitalità più intensa che si possa immaginare, espressa nel mangiare, fornicare, imparare o altro, è solo una distrazione irrilevante. Il motto di Goldmann è che "la vita non è null'altro che un viaggio nella morte... e inoltre, che la morfte è l'essenza della vita che si realizza in essa verso il completamento finale come una crisalide diviene farfalla, e che quindi tutti si devono abituare ad accettare la morte, che non arriva mai troppo presto." Nonostante tutta la preponderanza del divertimento esuberante e stravagante, il romanzo è totalmente desolante, tetro. I soli processi trasmessi sono l'inevitabilità e la bruttezza di invecchiare e la degenerazione, la natura transitoria di affetti personali (nessuno sembra capace di esprimere vero amore) e l'incapacità di elevarsi al di sopra dell'azione. L'Arte nella forma di Yisrael che suona l'organo, viene invocata, particolarmente in momenti di stress. Ma anch'essa fallisce.<ref name="Zikhron"/>
Goldmann personifica la dottrina della morte intenzionale. Yisrael e Tzazar rimangono a guardare. Tzazar, del quale molto si parla nel libro, è quello che osserva la coincidenza delle due morti ed i nove mesi di intervallo tra loro. La sua propria vita è una catastrofe, una marea
Non è che ci siano molti principi incorporati nel romanzo. Una volta esistevano gli ideali, sembra dire, ma ora hanno perso la loro validità. L'esperienza li ha obliterati. C'è il nichilismo. Goldmann accetta le implicazioni. Ma questo sforzo di ottenere una prospettiva religiosa finisce male. L'unico scopo della vita dovrebbe essere quello di guardare la morte in faccia, senza tante storie. Non è che Goldmann non desideri l'eternità, ma passa il tempo a riconciliarsi con l'inevitabile, che è diventato un'ossessione.<ref name="Shab"/>
Questo romanzo può essere letto come una critica sociale. La società israeliana viene presentata popolata da ebrei religiosi che si agitano in un mare allettante, aperto, inesplorato. La capacità di nuotare è limitata e condannata inevitabilmente al disastro. La vita è un gioco folle. Goldmann, presumibilmente la figura dominante del romanzo, è il più consapevole di tutto ciò. Tzazar cerca costantemente di evitare la conclusione necessaria e così si coinvolge in avventure promettenti ma controproducenti e infine deludenti. Yisrael è il più enigmatico dei tre e vive all'ombra degli altri due personaggi. Cerca di
Il fatto che tutto sia espresso ad unico livello, in tono uniforme, di certo impone delle restrizioni e pretende una giustificazione di tale tecnica eccentrica, che deve
==Galleria di autori israeliani==
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