Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/Atraḫasis: differenze tra le versioni

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{{quote|... l'idea "essere è rappresentata da Gilgamesh, nella veste più positiva del volere vivere e di "tendenza a preservare nell'essere", come dimostra lo smarrimento dell'eroe di fronte alla morte di En-ki-du; quest'ultima, appunto, provocando un contrasto violento e una brusca interruzione dell'azione, rappresenta il "non essere" di fronte al quale l'"essere" si rivolta e cerca il modo di non venire annullato a propria volta. Tuttavia, la semplice continuità e il consolidamento nell'esistenza non è una soluzione: il riavvicinamento dei contrari non può avvenire a vantaggio di uno solo dei due poli; di qui il fallimento del tentativo dell'eroe di conquistare l'immortalità. È il serpente, uno dei simboli dell'eterno ritorno, ad apparire con la sua muta periodica per esprimere la natura di ciò che compone l'opposizione di Essere e Non-essere, il Divenire, il mutamento continuo dell'eterno ritorno. Si comprende meglio, allora, l'atteggiamento incolore di Gilgamesh di ritorno a Uruk: di lui non si dice quasi più nulla, perché era ormai diventato superfluo dopo quest'episodio d'importanza fondamentale.|Raymond-Riec Jestin in Puech 107}}
 
== Xisouthros nella ''Storia di Babilonia'' (Βαβυλωνιακὰ) di Berosso (Βήρωσσος) ==
Berosso (anche Beroso), in greco antico Βήρωσσος che rende l'accadico Bēl-rē'ušunu (Bel [Marduk] è il loro pastore),fu un sacerdote babilonese vissuto intorno III secolo a.C., officiante nel tempio di Marduk a Babilonia (l'Esagila; "Casa che leva alto il capo", "Casa elevata"). A seguito della conquista della Mesopotamia da parte di Alessandro Magno, Berosso decise di mettere in lingua greca la storia della propria cultura. Compose quindi la Βαβυλωνιακὰ (Storia della Babilonia), un'opera dedicata ad Antioco I. Il testo di Berosso si suddivide in tre libri: il I tratta dalle origini al Diluvio universale, il II giunge al regno di Nabû-naṣir (747 a.C.), il III arriva ad Alessandro Magno. Di questa opera non conserviamo che frammenti raccolti da altri autori e raccolti e studiati agli inizi del XX secolo dal filologo e storico tedesco Paul Schnabel (1887-1947)<ref>Cfr. a tal proposito Paul Schnabel, ''Berossos und die babylonisch-hellenistische Literatur''. Teubner, Leipzig 1923. Nachdruck Olms, Hildesheim 1968.</ref>. I richiami al mito Ziusudra (Atraḫasis) di Berosso sono riportati da due autori antichi:
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* Il primo di questi è il grammatico greco Alessandro Poliistore, vissuto nel I secolo a.C., il quale ci narra di Xisouthros (adattamento in greco del termine di origine sumerica Ziusudra) al quale apparve il dio Kronos (Κρόνος) in sogno per rivelargli che il giorno 15 del mese macedone di ''Daisios'' (Δαίσιος, corrispondente al mese mesopotamico di Ayyar, approssimativamente il nostro mese di maggio) l'umanità sarebbe stata sterminata dal Diluvio universale, ordinandogli quindi di seppellire i testi sacri nella città di Sippar (città del dio Sole, Utu) e di fabbricarsi una grande barca dove rifugiare i proprio famigliari e le varie specie di animali.
 
== Note ==