Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Dalla periferia al centro in America: differenze tra le versioni

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Sia l'esperienza internazionale che il pensiero europeo avevano influenzato la letteratura americana in direzione dell'[[w:esistenzialismo|esistenzialismo]], cioè una percezione dell'uomo tramite situazioni estreme. L'uomo crea se stesso in una situazione; questo è ciò che significa esistere. E nessuna esperienza è più estrema ed ultima della morte. Poiché la morte è al di là dell'esperienza, è attraverso le ombre della morte, la conoscenza della morte a venire, che l'uomo riesce a trovare la sua natura esistenziale. Nessuno è stato più assiduo nel coltivare l'uomo esistenziale nella letteratura di '''[[w:Norman Mailer|Norman Mailer]]''' (1923-2007). Il tono gli viene dato dal soggetto del suo primo romanzo, ''[[w:Il nudo e il morto|The Naked and the Dead (Il nudo e il morto)]]'' (1948): "In tutta la nave, in tutta la flotta, c'era la consapevolezza che in poche ore alcuni di loro sarebbero morti." Nello schema di Mailer, niente può raffinare e definire il conscio più della morte.<ref>Norman Mailer, ''[[w:Il nudo e il morto|The Naked and the Dead (Il nudo e il morto)]]'' (1948), trad. ital. di Bruno Tasso, collana Romanzi moderni, Garzanti, 1959.</ref>
<ref name="Mailer">Per le note biografiche e la critica letteraria su Mailer, si vedano ''int. al.'', [[:en:w:J. Michael Lennon|Michael J. Lennon]], ''Norman Mailer: A Double Life'', Simon & Schuster, 2013, importante studio critico-biografico; [https://books.google.co.uk/books?id=3a7DQgAACAAJ&dq=Richard+Poirier+Norman+Mailer&hl=en&sa=X&ei=GPKVVLWQI9Gv7Aau2YDwDg&ved=0CCgQ6AEwAQ Richard Poirier, ''Norman Mailer'', Viking, 1972]; ''Norman Mailer: The Man and His Work'', curato da Robert F. Lucid, Little, Brown, 1971, raccolta di saggi su Mailer; [http://books.google.co.uk/books/about/Norman_Mailer.html?id=GjuwAAAAIAAJ Barry H. Leeds, ''The Enduring Vision of Norman Mailer'', Pleasure Boat Studio, 2002.]</ref>
 
Sempre più nel corso degli anni, Mailer è passato dalla narrativa al giornalismo. Per poter trovare l'eroe ai limiti dell'esperienza, ha quindi scarsa necessità di inventarsi le situazioni. Può invece unirsi alla marce di protesta per problemi conflittuali ed importanti, o scrivere di criminali e grandi progetti. E l'eroe della sua opera non è altri che egli estesso. Negli scritti successivi Mailer a volte si inserisce nella narrazione persino come personaggio "M". Proprio come l'invenzione tendeva a rispecchiare la realtà nei suoi romanzi, ora la realtà si sposta nell'invenzione. Mailer nei panni di "M" è un eroe proiettato nell'azione, un ideale di stile [[w:Enrest Hemingway|hemingwayano]], a cavallo dei confini del mondo come un colosso esistenziale. Non riesce a tenersi sulla via di mezzo, come i comuni mortali devono fare solitamente. Si deve agitare da un polo all'altro: "Tra santo e debosciato, non sembrava esistere via di mezzo per i suoi appetiti" (''Advertisements for Myself'').<ref>''Advertisements for Myself'', Putnam, 1959 (''Pubblicità per me stesso'', Lerici, 1962; poi trad. di A. Serpieri e M. Materassi, Baldini Castoldi Dalai, 2009).</ref> Come eroe deve continuare ad esaminare se stesso, poiché ogni risposta presenta nuove domande. Un giudizio etico dell'uomo dinamico viene continuamente dato e riveduto. L'autoscoperta non può essere un passo concluso, ma un processo in corso. Egli, eroe proprio, deve essere messo alla prova. Per Hemingway, le cui opere ammira immensamente, la prova poteva essere la guerra o le corride, esperienze che richiedevano coraggio, devozione, forza e nervi saldi. Per Mailer prove equivalenti devono essere trovate, sebbene più domesticate e più urbane. Divenne una figura pubblica e conferenziere: "Il piacere di parlare in pubblico proveniva dalla sensibilità che offriva: con ogni frase uno era migliore o peggiore, vicino o meno vicino alla promessa esistenziale della verità" (''Armies of the Night'').<ref>''Armies of the Night'', New American Library, 1968 (trad. ital. ''Le armate della notte'', Milano, Mondadori, 1968), vincitore del [[w:Premio Pulitzer per la saggistica|Premio Pulitzer per la saggistica nel 1969]].</ref> Ed il tipo che più elicita la sua ammirazione è colui che è aperto a nuove esperienze e sfide, argento vivo. Nel suo saggio intitolato "The White Negro" (in ''Advertisements for Myself'') spiega le caratteristiche del fricchettone (''hipster''), l'uomo che sa che il proprio destino è convivere con la morte. Il Nero è più capace dell'uomo bianco a far parte della categoria, perché egli, di sua propria natura e per natura della società bianca, vive in costante pericolo. Quindi è attraente per la nostra generazione. Il pericolo fronteggia il Nero costantemente, pertanto il Nero è l'uomo contemporaneo al suo più tipico, sebbene ''in extremis''. La vita , nonostante le sue brutture, è in realtà eccitante perché pone alternative estreme. L'uomo moderno di successo è colui che è consapevole della natura della società è riesce ad affrontarla. Ecco cosa significa essere ''"hip"'' (anticonformista, originale, indipendente, ecc.), come il Nero: "Hip è la sofisticazione del primitivo saggio in una jungla gigantesca", e nella nostra epoca in generale: "Non importano i suoi orrori, il ventesimo secolo è un secolo estremamente eccitante poiché la sua tendenza è di ridurre tutta la vita ad alternative ultime."<ref name="Mailer"/>
 
==Note==
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Isaac Bashevis Singer crop.jpg|Isaac Bashevis Singer nel 1988
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