Guida maimonidea/Filosofia e concetti: differenze tra le versioni

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{{q|Bisogna fare molta attenzione ad adempiere il comandamento della mezuzah, poiché obbliga tutti sempre. Ogni volta che uno entra o esce [di casa], egli incontrerà l'unità del nome di Dio, ricorderà il Suo amore, si sveglierà dal sonno e dal concentrarsi sulle vanità temporali, e realizzerà che nulla esiste per sempre ma solo la conoscenza della Roccia dell'Universo; uno viene immediatamente riportato ai propri sensi e segue i percorsi del giusto. I Saggi hanno detto: colui che ha i [[w:Tefillin|Tefillin]] sulla testa e nel braccio, e le frange negli indumenti, ed una mezuzah sullo stipite, è sicuro di non peccare, poiché ha molti richiami; questi sono gli angeli che lo salvano dal peccato, come è detto: ''L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva'' (Salmi 34:8).|"Leggi sui Tefillin, Mezuzah, Rotolo della Torah", 6:13}}
 
La mezuzah ricorda alla persona la sua devozione a Dio e lo allontana dalle vanità temporali. Lo protegge non contro pericoli esterni ma contro i propri impulsi — quegli stessi impulsi che potrebbero portarlo a trasformare la mezuzah in un amuleto acon suosignificati beneficiosuperstiziosi.<ref name="Magic"/>
 
Questa estesa lista di proibizioni offre la miglore illustrazione di come le considerazione filosofiche possano intrecciarsi alla ''halakhah'' nella ''Mishneh Torah''. Maimonide in effetti trasforma l'attività razionale in obbligo halakhico: una persona deve esaminare se i suoi motivi per svolgere o evitare una data azione siano guidati da considerazioni causali naturali che si basano su solida teoria. Petanto il Capitolo 11 di "Leggi sull'Idolatria" va oltre un innovazione teologica audace; effettua una rivoluzione degli aspetti più fondamentali della vita quotidiana dell'ebreo. Una comunità che accetti queste proibizioniestese ampliateproibizioni dovrà sradicare gran parte della religione popolare che fa uso magico di oggetti rituali e di amuleti — pratiche come credere che i testi del Libro dei Salmi possegga poteri protettivi.<ref name="Magic"/>
 
Non a caso questi ''halakhot'' della ''Mishneh Torah'' sollevarono numerose critiche da parte di vari halakhisti la cui visione del mondo era del tutto opposta a quella di Maimonide e la cui interpretazione di queste proibizioni era conseguentemente differente. R. Solomon ben Aderet (detto ''Rashba'') era tra i maggiori oppositori di Maimonide riguardo alla portata di tali proibizioni; come il suo insegnante Nahmanide, Rashba le interpretava in senso stretto. In un ''responsum'' sull'uso della magia nelle procedure mediche, Rashba usava la sua vasta erudizione per citare passi talmudici in contrasto con l'interpretazione di Maimonide.<ref>''Teshuvot ha-Rabba'', H. Dimitrovsky (cur.), vol. 1, ''Minchat Kenaot'', Gerusalemme, 1990, cp. 21.</ref> Non si può negare che la grande costruzione di Maimonide relativa alle proibizioni della magia impongono una struttura scientifica e filosofica sul materiale talmudico. Come sappiamo, il Talmud è colmo di panacee che non possono resistere allo scrutinio scientifico aristotelico. I saggi stessi a volte agivano d'accordo con considerazioni astrologiche e spesso facevano uso di una serie di tecniche magiche, dagli incantesimi agli amuleti per creare creature fantastiche. Maimonide era ben consapevole delle asserzioni talmudiche contradditorie che rivelano fiducia in una visione astrologica del mondo. Nella sua ''Lettera sull'Astrologia'' che era dedicata a chiarire la sua posizione in materia, egli denuncia le tradizioni astrologiche dichiarandole fondate sulla pseudoscienza dei Caldei, Egizi e Cananei. Le tradizioni razionali dei Greci, Indiani e Persiani rifiutavano tale visione. Quanto alla presenza di opinioni astrologiche nel talmud stesso, Maimonide fa le seguenti affermazioni preventive:
{{q|Lo so che potresti cercare e trovare detti di alcuni saggi particolari nel Talmud e Midrashim le cui parole sembrano asserire che nel momento della nascita di un uomo le stelle gli faranno accadere questo e quello. Non considerare ciò una difficoltà, perché non è idoneo all'uomo abbandonare la legge prevalente e sollevare di nuovo confutazioni e risposte (che precedano la sua promulgazione). Similmente non è giusto abbandonare materie di ragione che sono già state verificate con prove, abbandonarle e dipendere da opere di uno solo dei saggi al quale fu nascosta la materia. O ci potrebbe essere un'allusione in quelle parole... Un uomo non deve mai gettarsi alle spalle la ragione, poiché gli occhi son posti davanti e non di dietro.|''Lettera sull'Astrologia'', p. 472}}
 
La grande trasformazione provocata dai giudizi di Maimonide sulla magia, che arrivarono al punto di rendere il raziocinio un obbligo religioso, è alla fin fine radicato nell'interpretazione dell'idolatria da parte di maimonide stesso. Coerente con la sua prospettiva generale, egli considerava le proibizioni della stregoneria non solo come divieti a forme negative di condotta, ma anche come una lotta per alterare una comprensione errata del mondo. Credeva che stregoneria, astrologia ed incantesimi dovessero essere vietati perché sono erronei e vani, come scrive nella ''halakhah'' che riassume il Capitolo 11:
{{q|Tutte queste pratiche sono false e ingannevoli, e furono mezzi usati da antichi idolatri per raggirare i popoli di varie nazioni e indurli a diventare loro seguaci. Non è giusto per gli Israeliti che sono altamente intelligenti sopportare di essere illusi da tali insensatezze o immaginare che ci sia in esse qualcosa [di vero]... Chiunque creda inn queste cose e simili e, nel proprio curore le consideri vere e scientifiche e solo proibite dalla Torah, non è altro che uno stolto, carente di comprensione, che appartiene alla stessa classe di quelle donne e bambini i cui intelletti sono immaturi. La gente sensata tuttavia, che possiede solide facoltà mentali, sa per chiare prove che tutte queste pratiche chàe la Torah ha proibito non hanno base scientifica ma sono chimeriche ed inani; e che solo coloro che difettano di conoscenza sono attratti da queste follie e per amor loro abbandonano le vie della verità. La Torah pertanto, proibendo tutte queste follie, ci esorta, "Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio" (Deut. 18:13).|"Leggi sull'Idolatria"}}
 
Questi commenti sono diretti alla lunga tradizione interpretativa, che risale al Talmud stesso e arriva fino al tempo di Maimonide eoltre, ed include pensatori come Nahmanide e Ibn Ezra, che reputava l'astrologia una visione del mondo del tutto scientifica, gli incantesimi e la stregoneria come materie di una certa sostanza e con un impatto reale sul mondo. In questa tradizione opposta, la proibizione di tali materie era definita in termini più ristretti e riguardava il fatto che l'accesso alla stregoneria e alla magia fosse un tentativo ribelle di forzare un corso di eventi contro la volontà divina. Usando un tone duramente polemico, Maimonide in questa ''halakhah'' propone che la magia e l'astrologia siano follie inventate dal clero idolatra per promuovere il loro controllo delle masse. L'idolatria si basa sull'immaginazione, cioè, sull'inabilità di distinguere tra il possibile e l'impossibile. Per colui al quale manca uno standard razionale per valutare la realtà, tutto è possibile — anche l'adorazione delle stelle stesse. Il clero idolatra controlla i propri fedeli utilizzando minacce e promesse relative alle paure e speranze più basilari. Difettando di capacità critica, i credenti faranno tutto ciò che vien loro chiesto onde assicurare il benessere dei loro figli, la loro sussistenza prolungata, e così via.<ref name="Zeev">Zeev Harvey, "The ''Mishneh Torah'' as a Key to the Secrets of the ''Guide''", ''Me`ah She`arim'', Magnes Press, 2001, pp. 11-28.</ref> Pertanto, nel suo impegno ad estirpare l'idolatria, la Torah combatte contro la visione irrazionale del mondo, come dice Maimonide nella Parte III della ''Guida'':
{{q|Per poter tener lontana la gente da tutte le pratiche magiche, è stato proibito di osservare i loro usi, anche quelli relativi alle attività agriculturali e pastorali e altre attività di questo tipo. Intendo tutto quello che si dice sia utile, ma non è richiesto dalla speculazione sulla natura... Poiché sono branche di partiche magiche, in quanto sono cose non richieste dal ragionamento sulla natura e portano a pratiche magiche che di necessità cercano supporto in nozioni astrologiche. Di conseguenza, la materia diventa una glorificazione ed un'adorazione delle stelle.|''Guida'' III:37}}
 
Molti credenti, alcuni anche pensatori importanti, sono dell'opinione che la fede si basi sul misterioso e sul soprannaturale. Perciò la credenza nella magia, stregoneria, esseri come i demoni e gli spiriti, è qualcosa di fermamente legato alla visione religiosa del mondo. Maimonide tuttavia sosteneva che tale visione del mondo aprisse la porta all'idolatria e alla manipolazione clericale delle masse, che non riuscivano a distinguere tra il possibile e l'impossibile. Dalla sua prospettiva quindi, la battaglia contro l'idolatria includeva il tentativo di estirpare un'intera visione del mondo in una maniera consistente con la sua propria interpretazione che il monoteismo fosse costruito sulla razionalità dell'ordine causale naturale, che riflette la saggezza del Creatore.<ref name="Zeev"/><ref name="Philosophy"/>
 
Nel Capitolo 11 di "Leggi sull'Idolatria", Maimonide tenta di spezzare l'antica connessione della magia con la fede in generale, con la quale sembra formare un ''continuum''. Come abbiamo modo di vedere oggigiorno, non c'è garanzia che questo sforzo eroico influisca sulla vita quotidiana delle masse di credenti. Più che trasformare sostanzialmente la ''halakhah'' in questa area, Maimonide ha lasciato una forte testimonianza del modo in cui una visione religiosa del mondo possa penetrare nel cuore dell'azione halakhica.<ref name="Philosophy"/>
 
==Messianismo e natura==
[[File:12 tribù in Israele.svg|thumb|250px|Le dodici tribù di Israele]]
Gli utlimi due capitoli della ''Mishneh Torah'' offrono una formulazione halakhica del concetto maimonideo del messianismo. Sono posti alla fine della suddivisione finale del trattato, "Leggi sui Re e le Guerre", in cui Maimonide presenta il suo concetto dell'ordinamento politico halakhico ed il ruolo e la posizione del governante politico.<ref name="Aviezer">Aviezer Ravitsky, "According to Man's Capacity - The Messianic Era in Maimonides Thought", ''Al Da`at ha-Maqom: Studies in Jewish Thought and Its History'', Keter Press, 1991, pp. 74-104 (in ebr.)</ref>
 
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==Note==