Guida maimonidea/Ambiguità e codificazione: differenze tra le versioni

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Maimonide vede la penetrazione della ''Mishneh Torah'' nel mondo francese come un chiaro segno della sua accettazione dilagante, poiché la comunità francese non è come quella sua domestica in cui il supporto per Maimonide è dato per scontato. Suona familiare il resoconto della diffusione del trattato fino ai confini del mondo abitato e la visione della sua trasformazione ultima, agli occhi di tutto Israele, come opera halakhica unica ed esclusiva: entrambi richiamano chiaramente il concetto dell'autorevolezza del Talmud articolato da Maimonide nell'introduzione alla ''Mishneh Torah'' e la premessa che la ''Mishneh Torah'' possa ottenere un'autorevolezza simile una volta che si sia diffusa ed accettata.<ref name="Intro">[http://books.google.co.uk/books/about/Introduction_to_the_Code_of_Maimonides_M.html?id=GR2tIAAACAAJ&redir_esc=y Isadore Twersky, ''Introduction to the Code of Maimonides (Mishneh Torah)''], Yale University Press, 1980, ''passim'' & secondo voci; ''id.'', "The Beginning of Mishneh Torah Criticism", ''Biblical and Other Studies'', A. Altmann (cur.), Harvard University Press, 1963, pp. 161-182; Jacob Zussman, "Oral Torah Literary Speaking", ''Studies in Talmud'' 3, nr. 1, 2005, pp. 209-384 (in ebr.)</ref> In un'altra lettera allo stesso discepolo, Maimonide identifica il giusto corso di studi:
{{q|Non studiar niente eccetto gli ''halakhot'' del Rabbino (Isaac Alfasi), di benedetta memoria, e confrontali con la compilazione [''Mishneh Torah''], e se incontri una disputa, sappi che l'esaminazione del Talmud l'ha provocata, e ricerca [nel Talmud] dove sia avvenuta. Ma se perdi tempo sui commentari e l'interpretazione dei dibattiti nella ''Gemara'', e quelle cose messamesse da parte per la loro pesantezza — sprecherai il tuo tempo e concluderai ben poco.|''Ibid.'', p. 312}}
 
Pertanto, dopo la composizione della ''Mishneh Torah'' i dibattiti di Abayye e Rava divennero un inutile spreco di tempo. È possibile che, se Maimonide avesse avuto a disposizione un'opera come la ''Mishneh Torah'', scritta da qualcuno che lo avesse preceduto, avrebbe diretto la sua attenzione verso materie più idonee alla contemplazione costante, poiché lo scopo dello studio talmudico sarebbe già stato raggiunto da un codice onnicomprensivo e decisivo. Non esiste quindi una risposta chiara alla domanda "Cos'è la ''Mishneh Torah''?" Alla base di questa opera fondamentale di chiarezza e trasparenza si trova un'ambiguità profonda. La compilazione è una rappresentazione della ''halakhah'' mediante un sommario chiaro ed accessibile della letteratura precedente, o è un'opera della ''halakhah'' stessa che sostituisce la letteratura precedente? Queste possibilità fortemente divergenti implicano concetti profondamente differenti sull'autorevolezza della compilazione ed il ruolo ed il grado in cui si presunse causasse un cambiamento fondamentale nel carattere della cultura ebraica nel suo complesso.<ref name="Intro"/> La divergenza scaturisce non solamente dai due sensi della parola "codice"; viene aumentata dalle differenze tra i resoconti dello stesso Maimonide circa la sua composizione nelle lettere in cui parla della sua impresa. Ma mentre ciascuna delle lettere esprime una posizione particolare da parte del suo autore, nell'introduzione alla ''Mishneh Torah'' stessa Maimonide evita di rispondere alla domanda sulla natura dell'opera. Come notato, l'introduzione permette entrambe le interpretazioni, e ciascuna delle lettere in verità ci si riferisce, direttamente o indirettamente. Maimonide fornisce quindi varie letture del significato della ''Mishneh Torah'' come composizione, e formula l'introduzione in un modo che lascia la domanda in sospeso.<ref name="Good"/>
 
==Codificazione e autostima==
La questione della posizione di Maimonide rispetto alle interpretazioni alternative della ''Mishneh Torah'' che egli stesso ha posto, può essere risolta come segue. La vera posizione di Maimonide è quella '''radicale''', cher esprime ai suoi discepoli più intimi. La ''Mishneh Torah'' è la ''halakhah'' stessa, una identifica l'altra, e la composizione è un rimpiazzo della letteratura halakhica che la precedette.<ref name="Kana">Ephraim Kanarfogel, “Reflections on the Place of theMishneh Torah in the Tradition of the Medieval Encyclopedia”, ''The Medieval Hebrew Encyclopedia of Science and Philosophy'', S. Harvey (cur.), pp. 123-139; cfr. anche il suo ''Jewish Education and Society in the High Middle Ages'', Detroit, 1992, ''passim''.</ref> Tuttavia Maimonide ha buone ragioni per celare tale posizione: dichiarare che la ''Mishneh Torah'' è ''halakhah'' e che i giudizi a lei contrari errano in materia legale sarebbe affermare un'autorità senza precedenti. Tale sorta di presunzione adirerebbe giustificatamente gli altri studiosi che riterrebbero la ''Mishneh Torah'' un mezzo per spogliarli, senza ragione apparente, dell'autorità di decidere la ''halakhah'' secondo le loro proprie interpretazioni. Inoltre, ponendo la ''Mishneh Torah'' come sostituto di letteratura halakhica precedente creerebbe un significativo cambiamento intellettuale opposto ad altre autorità rabbiniche. È quindi appropriato mascherare detta impostazione, come in verità fa Maimonide nella sua lettera a Pinhas il Giudice. Coerente con tale posizione, Maimonide — abile maestro di dissimulazione ed ambiguità — formula l'introduzione in un modo che gli permetta di argomentare che egli sosteneva solo la concezione moderata del significato della sua composizione e che non gli era mai passato per la testa di pensare altrimenti.<ref name="Kana"/><ref name="Good"/>
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La succitata posizione di Maimonide può essere supportata su base esegetica generale. Delle due chiare alternative che Maimonide suggerisce, è lecito assumere che favorisca quella radicale ma anche che la voglia celare. Altrimenti, perché avrebbe dovuto intimare una tale possibilità? Una simile impostazione è stata proposta in connessione alla ''Guida'', come si vedrà in seguito, e si presta ad uguale applicazione anche alla ''Mishneh''.<ref name="Halbert"/> Ma nel caso di quest'ultima, la cosa deve essere formulata in una maniera molto più complessa. Come specificato precedentemente, l'autorità della ''Mishneh Torah'' non deriva dalla rinomanza istituzionale del suo autore, poiché Maimonide mancava di una qualsiasi autorità istituzionale plenaria. Come la regola del riconoscimento applicata da Maimonide al Talmud, la trasformazione della ''Mishneh Torah'' in vera e propria ''halakhah'' dipende dalla sua diffusione e accettazione da parte dell'intero popolo di Israele, dovunque esso sia disperso. Dalla collocazione di Maimonide nel tempo, egli non poteva dichiarare che la sua composizione costituisse ''halakhah'' e rimpiazzasse la letteratura precedente — non perché necessitasse di nascondere tale presunzione, ma perché natura e carattere dell'opera dovevano ancora essere determinate ed erano soggette a forze al di là del controllo assoluto di Maimonide stesso. Secondo questa lettura, Maimonide voleva che la sua composizione fosse ''halakhah'' di per sé e servisse, in futuro, come sostituto della letteratura halakhica precedente. Ma a causa del suo proprio concetto di autorità, la notorietà del libro ed il suo stato sarebbero stati determinati da circostanze esterne al libro stesso. Se si diffondeva ed era accettato, allora sarebbe proprio diventato ''halakhah'' e rimpiazzato il materiale halakhico precedente; sennò, il significato nascosto sarebbe stato perso, e l'opera sarebbe semplicemente rimasta una magnifica rappresentazione della ''halakhah'' che meritava di essere considerata per l'importanza del suo autore. Sarebbe servita come riassunto accessibile e trasparente della precedente letteratura halakhica.<ref name="Halbert"/><ref>Jacob Levinger, ''Maimonides’ Techniques of Codification; a Study in the Method of the Mishneh Torah'', Gerusalemme, 1965 (in ebr.)</ref>
 
Si potrebbe asserire che l'ambiguità relativa al significato della composizione come la formula Maimonide sia basata su questioni più profonde della dipendenza della sua autorevolezza su circostanze storiche future che ne determineranno il fato. Il divario tra le due possibili letture non crea solo una differenza significativa riguardo al carattere dell'opera. Ciascuna delle due possibilità rappresenta anche un concetto differente dell'autore, la sua stima, e la sua autorità; ed uno può quindi proporre che tale ambiguità apre una finestra sulla complicata posizione dell'autore rispetto a se stesso. Secondo l'impostazione radicale dell'opera, Maimonide intendeva, con un unico e possente atto letterario, trasformare la struttura halakhica frammentaria e variegata senza alcun cambiamento nella situazione geopolitica che aveva prodotto la frammentazione e a fronte dell'intensificazione continuativa di tali circostanze geopolitiche. La forza dell'opera era la sua abilità di apportare questo cambiamento, e la sua accettazione in tutto Israele l'avrebbe trasformata in vera e propria ''halakhah'', alterando il piano culturale dell'élite erudita. D'altra parte, la lettura più moderata della ''Mishneh Torah'' riflette una differente opinione di se stesso da perte dell'autore. La sua lettera ai saggi di Lunel chiaramente propone un'immagine personale più modesta e riservata. Maimonide si intrattiene in una conversazione sincera coi destinatari della lettera, parlando loro come primotra pari e richiedendo correzioni, commenti e annotazioni. Sul piano più moderato di immagine personale dell'autore, la ''Mishneh Torah'' rappresenta uno sforzo da parte di un grande intellettuale di riassumere la ''halakhah'' a beneficio di coloro che hanno difficoltà col dibattito talmudico, ma non è ''halakhah'' stessa e non sostituisce la precedente letteratura halakhica.<ref name="Isadore">Isadore Twersky, “The Beginnings of Mishneh Torah Criticism”, ''Biblical and Other Studies'', Alexander Altmann (cur.), pp. 161-83; ''id.'', “Some Non-Halakic Aspects of The Mishneh Torah”, ''Jewish Medieval and Renaissance Studies'', Alexander Altmann (cur.), pp. 95-118.</ref>
 
La storia della letteratura include situazioni in cui il significato di un libro resta elusivo e persino le posizioni fondamentali dell'autore non risultano palesi. Tale è il caso della ''Guida dei perplessi''. Ma la natura incerta della ''Mishneh Torah'' presenta un caso inusitato: la alternative esegetiche riflettono non solo le posizioni dell'autore ma anche la sua propria immagine personale ed il grado di influenza e potere che si assume e si attribuisce. Maimonide era conscio di avere una rare missione storica, e mai si sottovalutò o sminuì il proprio valore. Ma sembra opportuno dire che la differenza tra i tipi di autoconsapevolezza impliciti nelle due letture discusse sopra (moderata/radicale) danno adito a conflitti interni e di principio sul suo status e ruolo. Se è così, allora la domanda "cos'è la ''Mishneh Torah''?" non è soltanto difficile da rispondere; è una domanda che mai avrà una risposta definitiva perché l'autore stesso è ambivalente in merito. Tutto ciò che possiamo fare è formulare la domanda "cos'è la ''Mishneh Torah''?" e rivelare la sua ambivalenza fondamentale come opera enigmatica celata sotto un mantello ingannevole di chiarezza e trasperenza generali.<ref name="Halbert"/><ref name="Isadore"/>
 
==Note==
<references/>
 
{{Avanzamento|75100%|67 novembre 2014}}
[[Categoria:Guida maimonidea|Ambiguità e codificazione]]