Guida maimonidea/Halakhah e comandamenti: differenze tra le versioni

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Un altro importante principio derivato dalla concezione di comandamento come principio organizzativo si riferisce alle direttive onnicomprensive della Torah. Secondo Maimonide, non tutte le affermazioni del discorso giuridico della Torah aggiungono un nuovo contenuto. Occasionalmente, i versetti che son considerati comandi ''bona fide'', non sono inclusi nella sua numerazione poiché non aggiungono niente alle proscrizioni esistenti, ma le riesaminano e rinforzano soltanto. Pertanto, egli afferma nella nona regola: "i comandamenti positivi e negativi stessi non sono contati, ma solo le cose a cui appartengono le proscrizioni ed i comandamenti." E nella quarta regola: "Non è appropriato elencare comandi che includono tutti i comandamenti." Qui Maimonide stabilisce che ci sono direttive generali che non contengono un'essenza normativa specifica, ma sono intese a rinforzare e ispirare un'osservanza meticolosa di altre istruzioni.<ref name="Comand"/>
 
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Il ''Libro dei Comandamenti'' è dunque una fase preparatoria della ''Mishneh Torah''. Si può anche dire che ne fu la sua prima parte messa per iscritto. Come preparazione alla ''Mishneh Torah'', l'opera generò una nuova comprensione del concetto "comandamento/mitzvah", dal quale Meimonide derivò una enumerazione dei comandamenti diversa da tutte quelle che lo precedettero. Maimonide tentò to costruire le fondamenta della ''halakhah'' attraverso il ''Libro dei Comandamenti''. Il suo elenco dei comandamenti presenta le categorie organizzative dalle quali la ''halakhah'' si estende. Maimonide decise di scrivere il ''Libro dei Comandamenti'' xcome difesa particolareggiata della lista inspiegata dei comandamenti che forma la spina dorsale della sua ''Mishneh Torah''; dopo tutto, c'era una lunga tradizione di enumerazione dei comandamenti, da cui egli deviò. Il ''Libro dei Comandamenti'' è l'unico commentario esistente della ''Mishneh Torah'' iniziato da Maimonide stesso, e si occupa soltanto di una porzione limitata della ''Mishneh Torah'' — l'enumerazione dei comandamenti che appare nell'introduzione di ciascun libro. Maimonide attesta la centralità del suo elenco di comandamenti nell'organizzazione della ''Mishneh Torah'':
{{q|Quando ci pensavo, sapendo quanto sia diffusa questa enumerazione tra la gente, sapevo che se registro solo il conteggio corretto e numerato propriamente, senza fornire dimostrazioni comprovanti, il primo che la legge si immaginerà che è un errore, e gli sarà evidente che è un errore poiché è contraria a ciò che Tizio e Caio hanno scritto.|''Libro dei Comandamenti'', Introduzione}}
 
==Rivelazione e tradizione==
[[File:Mishnah Commentary in Judeo-Arabic WDL3967.pdf|thumb|250px|left|''Commentario alla Mishnah'' in giudeo-arabo, manoscritto in due volumi con pagine scorrevoli<ref>Manoscritto scannerizzato: cliccare sull'immagine per girare pagina.</ref>]]
Affinché possa essere considerato un comandamento elencabile, a parte la condizione che il comandamento sia un comando organizzativo, esiste un'altra condizione: che il comando organizzativo sia stato dato da Mosè al Sinai. Maimonide ancorò questa condizione alle sue prime due regole all'inizio del ''Libro dei Comandamenti'', che trattano della domanda: cosa significa che qualcosa sia stata "data a Mosè sul Sinai"? Queste due regole affinano un altro contributo del ''Libro dei Comandamenti'': l'articolazione di una teoria della ''halakhah'' ed una comprensione della sua ermeneutica. Le posizioni originali prese da Maimonide con queste due regole ottennero una dura e scrupolosa critica nelle glosse di Nahmanide al ''Libro dei Comandamenti''.
 
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==Decodificazione e critica==
[[File:Rabbi Moses ben Nachman (Nahmanides) - Wall painting in Acre, Israel.jpg|thumb|250px|Affresco murale di Rabbi Moshe ben Nahman Girondi, noto come Nahmanide, con il nome catalano Bonastruc ça (de la) Porta e coll'acronimo ''Ramban'' (Girona, 1194 – Akko, 1269)]]