Guida maimonidea/Gli obiettivi del Commentario alla Mishnah: differenze tra le versioni

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[[File:Maimonides Commentary on the Mishnah.jpg|thumb|300px|left|Pagina manoscritta autografa del ''Commentario alla Mishnah'', 1167-68]]
 
Di primo acchito, il ''Commentario alla Mishnah'' — composizione giovane di Maimonide — sembra difettare delil carattrecarattere monumentale ed innovativo delle sue opere posteriori. In contrasto al ''Commentario'' che, come indica il suo titolo, è un esteso commentario della ''[[w:Mishnah|Mishnah]]'', la ''Mishneh Torah'' era destinata a cambiare la faccia della ''[[w:Halakhah|Halakhah]]'', e l'obiettivo della ''Guida dei perplessi'' era di dischiudere il significato interiore dell'Ebraismo e offrire una nuova interpretazione della tradizione ebraica, liberando di conseguenza la classe ebraica illuminata dalla sua perplessità.<ref name="Hartman1">[http://books.google.co.uk/books/about/Maimonides.html?id=1NBDLo2jI9IC&redir_esc=y David Hartman, ''Maimonides: Torah and Philosophic Quest''], Jewish Publication Society, 1992, pp. 187 segg., e capp. I-II.</ref>
 
La differenza tra il carattere apparentemente insignificante del ''Commentario alla Mishnah'' ed il carattere monumentale di ''Mishneh Torah'' e della ''Guida dei perplessi'' è identificabile dalla diffusione delle opere ed il grado in cui occuparono le successive generazioni. Non c'è paragone tra il livello in cui la ''Mishneh Torah'' fu studiata da generazioni di dotti ed lo studio limitato e la discussione del commentario alla ''Mishnah''. Che il commentario fosse scritto in arabo senza dubbio influenzò la portata della sua distribuzione, ma la sua carenza di importanza non può essere solo assegnata alla differenza di lingua. Dopo tutto, anche la ''Guida'' era scritta in arabo, ma la sua traduzione in ebraico gli permise di influenzare il pensiero ebraico per secoli. Tuttavia, non si deve confondere la popolarità e l'impatto con la sua originalità e l'energia dedicata alla sua composizione. In verità, il ''Commentario alla Mishnah'' è molto innovativo; prepara il terreno sia all'opera halakhica monumentale di Maimonide sia alla sintesi di ''halakhah'' e filosofia che definisce il corso della sua vita successiva.<ref name="HalbertalM">[http://books.google.co.uk/books/about/Maimonides.html?id=9ByNmgEACAAJ&redir_esc=y Halbertal, Moshe, ''Maimonides: Life and Thought''], Princeton University Press, 2013, pp. 96-133.</ref>
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La tendenza babilonese di trascurare la ''Mishnah'' continuò nelle comunità sia aschenazite che sefardite, a causa dell'influenza babilonese. Ciò rimane vero fino ad oggi; la ''Mishnah'' non viene studiata come lavoro separato nelle yeshivah contemporanee, ma solo studiato come supplemento al Talmud babilonese. Di conseguenza, un commentario comprensivo della ''Mishnah'' come opera indipendente era un'idea originale; prima di Maimonide, non c'erano stati tentativi né da parte dei ''[[w:Gaon|Geonim]]'' babilonesi né da parte dei principali halakhisti di Spagna, Provenza, Germania o Francia. L'unico commentario conosciuto dell'intera ''Mishnah'' che precedette quello di maimonide fu scritto nel XI secolo da Rabbi Nathan, il capo della yeshivah in Terra d'Israele. Tuttavia anche tale commentario è primariamente lessicografico e non raggiunge la stessa qualità e scopo del commentario maimonideo. Il ''Commentario alla Mishnah'' fu realmente un'opera originale e senza precedenti, mediante la quale Maimonide tentò di cambiare le modalità tradizionali di studio.<ref name="HalbertalM"/>
 
Cosa incitò Maimonide a tentare di effettuare tale cambiamento? Maimonide pensava che senza una conoscenza penetrante della ''Mishnah'', uno mancasse degli elementi essenziali a capire la ''halakhah'' nella sua interezza. Nel suo commentario al Trattato ''Mikva`ot'' (4:4), si concentra su un errore commesso da un halakhista, biasimandolo sulla sua mancanza di conoscenza della ''Mishnah'': "ciò che ha provocato tutto questo tormento è un'insufficiente padronanza della ''Mishnah'' e uno studio dei suoi contenuti. Come sono vere le parole [dei Rabbini] riguardo allo studioso della Torah il cui Talmud gli è stato ottuso come un ferro e la cui Mishnah non gli è fluente in bocca!"<ref name="HalbertalM"/>
 
Tuttavia Maimonide andò anche oltre. Nella sua introduzione alla ''Mishnah'', elencò quattro fini che aveva posto al suo commentario; da questi si deduce che questa sua opera era progettata per preparare il terreno alla composizione della ''Mishneh Torah''. Il primo fine è quello di conoscere l'interpretazione della ''Mishnah'' secondo le conclusioni della discussione talmudica: "Poiché se chiedi al più grande dei ''Geonim'' di spiegare la legge in base alla ''Mishnah'' — egli non sarebbe in grado di dir nulla a meno che non si ricordi cosa dice il talmud in merito a quella legge... e nessuno è capace a ricordarsi l'intero Talmud" (''Introduzione alla Mishnah''). Il secondo fine è di decidere tra le varie opinioni quando la ''Mishnah'' registra una controversia e di indicare quale opinione viene seguita. Il terzo fine è di servire come un "prontuario per lo studioso novizio; da questo egli capirà come esaminare le parole ed il loro significato e sarà come colui che si è passato tutto il Talmud. Questo lo assisterà molto in tutto il Talmud" (''Ibid.''). Il quarto fine è di assistere coloro che hanno già studiato e padroneggiato il Talmud a ricordare e riesaminare.<ref name="Hartman1"/>
 
Il ''Commentario alla Mishna'' pertanto serve due obiettivi generali, che caratterizzeranno l'approccio successivo di Maimonide alla ''halakhah''. Il primo obiettivo è di comporre un'opera che renda possibile organizzare e raffinare i principi e i fondamenti del materiale halakhico nell'ambito delle discussioni convolute del Talmud. Spiegando la ''Mishnah'' secondo l'interpretazione del Talmud, Maimonide concisamente riassume discussioni prolungate e a volte difficili da seguire. La ''Mishnah'' è organizzata e succinta e può quindi essere usata per imporre ordine, organizzazione e brevità al caos del talmud. Maimonide pensò che il suo commentario venisse a fornire ai principianti i rudimenti globali dell'intero corpus della legge ebraica e aiutasse studiosi più esperti a ricapitolare e ricordare ciò che avevano imparato. Il principio organizzativo e riassuntivo che sottosta all'opera fa luce sul perché Maimonide occasionalmente interrompesse la continuità del suo commentario alla ''Mishnah'' per introdurre delle osservazioni sui principi di varie aree della ''halakhah''. La sua introduzione al Trattato ''Taharot'' è un capolavoro che rende chiara un'area estremamente ardua della ''halakhah''. Esempi aggiuntivi includono le sue osservazioni sulle leggi di ''muktzeh'' e ''nolad'' — categorie di oggetti che non possono essere spostati durante lo Shabbat — all'inizio del Trattato ''Beitza''; principi di [[w:Levirato|levirato]] e di divorzio all'inizio del Trattato ''Yevamot''; principi di relazioni sessuali proibite nel Trattato ''Sanhedrin'' (7:4); principi di punzioni corporali inflitte da tribunali rabbinici nel commentario al Trattato ''Makkot''; e altri.<ref name="Yuval">Yuval Sinai, "Maimonides` Commentary on the ''Mishnah'' and Clarifications of Rulings in ''Mishneh Torah''", ''Shenaton ha-Mishpat ha-Ivri'' 23, 2005, pp. 225-251 (in ebr.)</ref> Il secondo obiettivo del ''Commentario alla Mishnah'' è quello di emettere decisioni halakhiche su ogni ''Mishnah'' secondo le decisioni del Talmud Babilonese. Le decisioni halakhiche nel suo commentario illustrano la posizione basilare di Maimonide, che sottende alla sua composizione della ''Mishneh Torah'' — che lo scopo di studiare la ''Mishnah'' ed il Talmud è quello di decidere la ''halakhah''.<ref name="Yuval"/>
 
Questi due punti centrali — l'organizzazione e la decisione halakhica — stanno al cuore della ''Mishneh Torah'' quale opera halakhica onnicomprensiva. Stabilendo la ''Mishnah'', grazie al suo commentario, come un'opera da studiarsi per conto suo, Maimonide affermò il suo proposito basilare del concetto di ''halakah'', che raggiunse la sua maturazione ultima nel suo ''magnum opus''. Come si vedrà successivamente, Maimonide considerò la ''Mishanh'' quale precedente della sua ''Mishneh Torah''. Si identificò con la figura di R.<ref>Quando apposta, l'abbreviazione "R." sta per "Rabbi/Rabbino".</ref> [[w:Giuda il Principe|Judah ha-Nasi (Giuda il Principe)]], il redattore della ''Mishanh'', che a suo tempo aveva formulato la base della ''halakhah'', e che da allora aveva continuato a crescere e svilupparsi. Scrivendo un commentario alla ''Mishnah'' che incorporava interpretazioni del Talmud babilonese, ma senza l'estenuante discorso che aveva portato a quelle interpretazioni, Maimonide gettò le fondamenta e preparò la strada alla ''Mishneh Torah''.<ref name="HalbertalM"/>
 
==Controversia e verità==
 
 
==Note==