Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Al centro della rivoluzione: Russia: differenze tra le versioni

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'''Nadezhda Mandelstam''' (1899-1980)<ref>Nadežda Jakovlevna Mandel`štam (in russo: Надежда Яковлевна Мандельштам - Saratov, 18 ottobre 1899 – Mosca, 29 dicembre 1980) è stata una scrittrice russa di origini ebree. Fu la moglie del poeta acmeista Osip Mandel`štam e, come lui, vittima delle Grandi purghe staliniane che la costrinsero all'esilio dall'Unione Sovietica tra il 1938 e il 1958.</ref> era poco conosciuta, anche in Unione Sovietica, prima della pubblicazione in Occidente dei suoi due volumi, editi in inglese coi titoli ''Hope Against Hope (Speranza contro speranza)'' (1970) e ''Hope Adandoned (Speranza abbandonata)'' (1973),<ref name="Lupi">Pubblicata in traduz. italiana col titolo ''L'epoca e i lupi'', con una prefaz. di Vittorio Strada, Fondazione Liberal, 2006); ''Nadežda Mandel’štam: Le mie memorie con poesie e altri scritti di Osip Mandel’štam'', Milano, Garzanti, 1972, trad. it. di Serena Vitale.</ref> (da notare il gioco di parole col proprio nome Nadezhda, che in russo significa speranza) che descrive la vita e le opere di suo marito Osip nel contesto della ''intelligencija'' sovietica. Lo stesso '''Osip Mandelstam''' (1891-1938)<ref name="Osip">Osip Ėmil`evič Mandel`štam (in russo: Осип Эмильевич Мандельштам) (Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938) è stato un letterato russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'"acmeismo" e vittima delle Grandi purghe staliniane "è stato uno dei grandi poeti del XX secolo", cfr. [http://temi.repubblica.it/limes/osip-emil%E2%80%99evic-mandel%E2%80%99stam-%E2%80%9Csono-tornato-nella-mia-citta-fino-alle-lacrime-ben-nota%E2%80%9D/62138 ''Osip Ėmil’evič Mandel’štam: Sono tornato nella mia città, fino alle lacrime ben nota'', di Laura Canali - testo di Barbara Ronchetti, in ''Limes'', 28 maggio 2014]. L'acmeismo è un movimento letterario russo che, nato nel 1910, ebbe termine alla fine della seconda guerra mondiale. Il suo nome deriva dal greco ''acmé'' (culmine). Nacque in opposizione al simbolismo, sviluppando una diversa tematica e un nuovo stile espressivo fondati sulla chiarezza rappresentativa, sulla concretezza dei contenuti e sullo studio dei valori formali del verso.</ref> aveva evitato di divulgare la propria biografia dettagliata talmente tanto che i suoi lettori non sapevano neanche se fosse sposato o meno.<ref name="Prose">Clarence Brown (cur.), [http://books.google.co.uk/books/about/The_Prose_of_Osip_Mandelstam.html?id=og5gAAAAMAAJ&redir_esc=y ''The Prose of Osip Mandelstam''], Princeton University Press, 1965, pp. 22-30 e segg.</ref> Tuttavia Nadezhda in seguito produsse la sua importante opera letteraria che ebbe molto successo e che di per se stessa è una rimarchevole testimonianza letteraria e spirituale. Comunica non solo la sua devozione e abnegazione per la causa di suo marito, ma anche il proprio coronamento nel costruire un quadro di vita e letteratura a fronte di una continua repressione totalitaria.<ref name="Lupi"/> Il totalitarismo è una parola a volte usata con leggerezza — ma il sistema sovietico, particolarmente dal 1934 in poi, rappresentò l'apoteosi del terrore e del controllo arbitrari. Mandelstam fu arrestato per la prima volta nel 1934 (anche la scrittrice Eugenia Ginzburg indica che il Terrore del 1936/1937 iniziò in realtà nel 1934),<ref>Evgenija Solomonovna Ginzburg, ''Into the Whirlwind (Viaggio nella vertigine)'', Harcourt Publishers - College Publishers 1975, p. 51 & ''passim''; ed. it. Baldini & Castoldi, 2013.</ref> un periodo durante il quale la gente poteva ancora chiedersi il perché delle cose. Molti, anche successivamente, quando in pratica chiunque di una certa importanza veniva arrestato e condannato all'esilio, alla tortura e all'esecuzione, si chiedevano la ragione del proprio trattamento da parte delle autorità.<ref name="Russian"/> Nadezhda, nella sua opera cita la poetessa Akhmatova che esclama: "Che significa, per che cosa? È ora che capiate che la gente viene arrestata per nulla."<ref>Anna Andreevna Achmatova, pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966) è stata una poetessa russa; non amava l'appellativo di poetessa, perciò preferiva farsi definire poeta, al maschile. Come Mandelstam, fece parte della Corporazione dei poeti, un gruppo acmeista fondato e guidato dal marito Nikolaj Gumilëv. Cfr. [http://www.treccani.it/enciclopedia/anna-andreevna-achmatova/ Achmatova, Anna Andreevna] da ''L'Enciclopedia Italiana'', versione on line, sito treccani.it.</ref> È pur vero che Mandelstam aveva scritto una poesia molto denigratoria di Stalin, che aveva declamato ad un gruppo di persone (forse a casa di Pasternak) e che era stato denunciato. Tuttavia Mandelstam era già cascato in disgrazia dal 1923, quando il suo nome era stato cancellato da una lista di persone che avevano il permesso di scrivere su pubblicazioni ufficiali. Il titolo dei due volumi di Nadezhda, un gioco di parole sul proprio nome che significa "speranza", indica la graduale costatazione che nulla può essere fatto per resistere la morsa inesorabile del terrore totale. L'impresa, la conquista maggiore consiste nel conservare la propria umanità: e la carriera di Mandelstam sta a significare proprio questo. La sua opera fu sempre un'affermazione personale che rifiutava la filosofia "ufficiale" ed il giogo politico. Nel 1930 Stalin scrisse una lettera su ''Bolshevik'' che dichiarava che niente doveva essere pubblicato che fosse in contraddizione con il punto di vista ufficiale! Ciò cementò il suo controllo e pietrificò potenziali iniziative.<ref name="Russian"/>
 
Queste memorie aiutano a capire il contesto della situazione e la complicità della ''intelligencija'' nella sua creazione. Nadezhda cita Alexander Herzen, che ebbe a dire che l<nowiki>'</nowiki>''intelligencija'' temeva la popolazione così fortemente che era disposta a stare in catene a patto che ci stesse anche il popolo. C'era orrore del caos e desiderio di ordine. Suo fratello identificava il fattore decisivo di questa complicità nella parola "rivoluzione", parola alla quale nessun intellettuale sopportava di arrendersi: "È una parola alla quale intere nazioni si sono arrese, e la sua forza è tale che ci si chiede perché i nostri governanti abbiano ancora bisogno di prigioni e della pena capitale."<ref name="Lupi"/> Mandelstam era differente, isolato, non sottomesso a mode transitorie, non attratto da credi, e nemmeno influenzato dalla storia. Pasternak, per esempio — afferma Nadezhna — era una figura più ufficiale; Mandelstam era un nomade. Naturalmente non si implica che Pasternak si conformasse alla linea ufficiale o che fosse un portavoce pubblico. Significa invece che forse Pasternak si preoccupasse del dominio pubblico, e aspirasse a registrare la storia e lo sviluppo. Si vedrà ne ''Il dottor Živago'' che i personaggi, particolarmente quelli centrali, sono testimoni di grandi eventi. Mandelstam registrava un mondo privato, uno che naturalmente contrastava anche con la sfera pubblica, ma questo mondo privato, sempre più composto, complesso e difficile, non era limitato storicamente. Per lui, la storia era ai margini ed era, a lungo andare, virtualmente irrilevante.<ref name="Hingley">Ronald Hingley, ''Russian Writers and Soviet Society'', Littlehampton Book Services, 1979, ''ss.vv.''</ref>
 
[[File:NKVD Mandelstam.jpg|thumb|left|Osip Mandelstam schedato dall'NKVD dopo il suo arresto]]
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La storia contemporanea è al centro del romanzo, ed il personaggio la osserva. All'inizio si eccita per tale privilegio — Živago dice: "Ma non capisci che cosa incredibile stia succedendo? Una tal cosa accade una volta sola in tutta un'eternità. Pensaci, all'intera Russia hanno strappato il tetto, ed tu ed io e tutti gli altri siamo qua allo scoperto." E riflettendo: "Capiva di essere un pigmeo davanti alla macchina mostruosa del futuro." Rimane in timore riverenziale di fronte agli eventi e ammira coloro che stanno in controllo, che osano prendere la Storia per il collo e la strangolano o le danno una nuova direzione. Tuttavia dopo, i dubbi cominciano ad affiorare. Dopo tutto, gli orrori aumentano, e non diminuiscono. Ciò che aveva valore nel vecchio sistema non viene conservato, e lo status del nuovo è incerto e barcollante. Le virtù individuali sono le sole che resistono. L'aspetto eccezionale della vita è l'amore, quell'amore che avvince Živago e Lara. Altri potrebbero star provando tale amore, senza percepirlo come eccezionale. Altisonanti nozioni sulla Storia hanno fuorviato la gente. Solo l'amore è armonioso; la guerra è terribile e causa di falsità — tale comprensione permette di nuovo a Živago di scrivere poesie, sebbene che gran parte dell'opera non veniva svolta da lui stesso, ma da qualcosa sopra di lui, che lo controllava. Egli permetteva soltanto il contatto e registrava il messaggio. (Anche Mandelstam esprimeva l'impressione che non fosse proprio lui a scrivere la sua poesia, ma qualcos'altro che possedeva e occupava il suo corpo ed i suoi sensi).<ref name="Boris"/>
 
Il romanzo riporta una conversazione tenuta molto dopo la morte di Živago, in forma di epilogo, quando Gordon riflette su quanto è successo. Ora, dopo tutto, la cosa può esser vista nella sua interezza. La Rivoluzione, per quanto fosse sembrata nobile e splendida, era diventata volgare, barbara: succede nella storia che le cose concepite elevatamente poi nel corso del tempo degenerino, in pratica. Roma derivò dalla Grecia, e la Rivoluzione Russa era emersa dall'Illuminismo russo. Ed il lettore potrebbe osservare che non ci si dovrebbe far prendere troppo facilmente da una moda effimera o da un'acclamazione pubblica e generale; forse ci sono valori basilari più validi di quelli insiti in una tale drammatica rappresentazione con le sue immediate attrattive.<ref name="Clowes"/>
 
[[File:Ilja Grigorjewitsch Ehrenburg 1943.jpg|thumb|Ilya Ehrenburg nel 1943]]
Qualsiasi considerazione sulla letteratura sovietica di qualità deve inevitabilmente ruotare attorno agli scrittori dissidenti e a materiale esportato di straforo e pubblicato in Occidente. Non si poteva mai essere veramente sicuri dell'autenticità del prodotto locale, a quale livello e grado fosse stata esercitata la censura. Quindi un'intera letteratura diventa problematica e la disponibilità dai testi fortuita. '''Ilya Ehrenburg''' (1891-1967) riuscìì a cavalcare i percorsi divergenti della residenza straniera, ebraicità e approvazione ufficiale. Morì persino di morte naturale. Autore prolifico, corrispondente estero e romanziere, osò attaccare i Bolscevichi nei primi tempi del regime e si trasferì all'estero fino al 1924.<ref name="Hingley"/> Passò altri periodi all'estero: era stato in Francia, fece del reportage dalla Spagna durante la Guerra Civile, e dalla Germania nella Seconda Guerra Mondiale (che i societici chiamavano la Grande Guerra Patriottica). Poi andò negli USA, da dove scrisse critiche contro il capitalismo americano. Di fatto, e nonostante i più specifici e rinnovati attacchi contro gli scrittori ebrei durante gli ultimi anni di Stalin, Ehrenburg sopravvisse con successo.<ref name="Rubenstein">[http://books.google.co.uk/books/about/Tangled_Loyalties.html?id=llHPPAAACAAJ&redir_esc=y Joshua Rubenstein, ''Tangled Loyalties. The Life and Times of Ilya Ehrenburg''], University of Alabama Press, 1999.</ref>
 
I suoi resoconti giornalistici pubblicati originalmente da ''Izvestia (Notizie Sovietiche di Guerra)'' e raccolti col titolo ''Russia in guerra'' (1943) sono istruttivi. Sono le sue reazioni a figure ed eventi in Germania in particolare, e alla guerra in generale, dal luglio 1941 fino al luglio 1942. Il reportage è un attacco severo, univoco, non analitico, incisivo contro il nazismo, naturalmente d'accordo con la linea sovietica. Parla da vero credente: "Attacchiamo perché abbiamo dalla nostra parte l'umanità, la verità, la saggezza della storia e la dolcezza di quella piccola ragazza dai capelli biondi che agita la mano per salutare la Stella Rossa, esclamando continuamente 'É la nostra gente! È la nostra gente!'" Tuttavia se la nuda verità è la sua considerazione maggiore, allora ci sono delle strane omissioni — scrive: "Quando Hitler si preparava ad attaccare la Russia, stava zitto. Non si vantò del numero di divisioni che erano state inviate alla frontiera russa, né spiccicò parola su quando o dove intendesse muoversi." Qui sarebbe stato il giusto contesto per citare il patto nazi-sovietico, del quale poteva lamentarsi che era stato violato. Ma naturalmente i sovietici modificavano costantemente la storia in base all'ultima politica corrente, e dopo che Hitler ebbe attaccato l'Unione Sovietica, il patto che era stato concepito da Stalin (la dichiarazione di Hitler era stata stampata sulla ''Pravda'') non esisteva più — né fu mai messo agli atti che una volta fosse esistito.<ref name="Hingley"/>
 
<!--- da usare nel testo a seguito
[[File:Ilya Ehrenburg 1925.jpg|thumb|Ilya Ehrenburg nel 1925]]
[[File:Ilja Grigorjewitsch Ehrenburg 1943.jpg|thumb|Ilya Ehrenburg nel 1943]]
[[File:Ilya Ehrenburg and Gustav Regler with Hemingway, Spain, 1937.jpg|thumb|Ernest Hemingway with Ilya Ehrenburg con Ernest Hemingway e Gustav Regler durante la Guerra Civile spagnola, nel 1937]]
[[File:Authors Andrei Sinyavsky and Yuli Daniel during their trial in 1956-66.jpg|thumb|Gli scrittori Andrei Sinyavsky e Yuli Daniel durante il loro processo del 1966 in Unione Sovietica]]