Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Un'identità letteraria ebraica: differenze tra le versioni

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[[File:Arthur Schnitzler 1912.jpg|thumb|Arthur Schnitzler]]
Si prenda ora in esame lo scrittore ebreo da un'altra prospettiva, sebbene in contesto simile. Il drammaturgo e scrittore di romanziromanziere '''Arthur Schnitzler''' (1862-1931) apparentemente non poteva certo soffrire di schizofrenia culturale. Nato, cresciuto e operante a Vienna, scrisse in tedesco e fu uno degli autori più rinomati del suo tempo e del suo ambiente, incarnando per molti quell'era e quel luogo.<ref> Per approfondimenti su Schnitzler ed il suo atteggiamento nei confronti dell'ebraismo, si veda Fausto Cercignani, ''Il fine secolo viennese. Arthur Schnitzler, Richard Beer-Hofmann e Karl Kraus'', in ''Studia austriaca – “Sprach-Wunder”. Il contributo ebraico alla letteratura austriaca'', Milano, CUEM, 2003, pp. 33-49.</ref>
 
Schnitzler era un rappresentante alquanto tipico dell'ebraicità viennese, sia culturalmente che nelle origini. Sebbene fosse nato a Vienna, suo padre, inizialmente di cognome Zimmerman, era medico di successo e proveniva dall'Ungheria. Il grosso degli ebrei arrivò a Vienna in seguito a due fattori (sebbene ci fosse stato un contesto comunitario ebraico a Vienna a partire dal XII secolo): il primo fu la successiva divisione della Polonia nel tardo XIX secolo e quindi l'incorporazione della Galizia nell'Impero Asburgico. Il secondo fu la rivoluzione del 1848 che permise il libero movimento degli ebrei e quindi portò alle migrazioni verso Vienna di coloro che ambivano a migliorare la propria condizione sociale e culturale. Vienna era il centro politico, commerciale e culturale del grande Impero e fiorì notevolmente sotto Francesco Giuseppe. La comunità ebraica divenne tipica di molte nel mondo occidentale, abbracciando una copiosa varietà di pratiche e forte senso di identificazione, aumentando di numero ma assimilandosi considerevolmente ai margini. I decenni degli anni 1860 e 1870 furono noti per il loro liberalismo e Schnitzler si sofferma su questa atmosfera nelle sue memorie. Tuttavia annota anche l'antisemitismo prevalente e persino crescente dell'ultimo periodo, specialmente alla fine del secolo:
{{quote|Ma quando queste pagine verranno lette, non apparirà forse più possibile ottenere una giusta impressione (almeno lo spero) dell'importanza, spiritualmente quasi più che politicamente e socialmente, che veniva assegnata alla cosiddetta questione ebraica quando furono scritte queste righe. Non fu possibile, specialmente non per un ebreo nella vita pubblica, ignorare il fatto di essere ebreo.|A. Schnitzler, ''Jugend in Wien'', 1968 (diario dal 1862 al 1889)<ref name="Diari">Si consultino i suoi ''Diari e Lettere'', trad. G. Farese, Collana Le Comete, Feltrinelli ISBN 8807530163; (a cura di T. Nickl e H. Schnitzler), ''Giovinezza a Vienna. Autobiografia'', trad. A. Di Donna, Collana Testi e Documenti n. 18, Editore ES, 2007. ISBN 8877106948.</ref>}}
Di conseguenza, sebbene Schnitzler fosse cresciuto in una casa quasi totalmente priva di pratiche e osservanze ebraiche, fu molto consapevole della sua ebraicità, associata col sentimento antiebraico. Il suo ''Barmitzvahbarmitzvah'' fu celebrato senza rituale, ma venne comunque notato, anche se solo come un tredicesimo compleanno di una qualche maggiore importanza rispetto ad altri suoi genetliaci. Frequentò istruzione ebraica, sebbene durante la sua adolescenza si considerasse un ateo. Al momento di iscriversi alla facoltà di medicina, egli notò una preoccupante xenofobia. Il Comune di Vienna si dichiarò antisemita, con Karl Lueger, futuro sindaco, che adottò tale piattaforma più per opportunismo politico che per reale convinzione.<ref> Léon Poliakov, ''The History of Anti-Semitism'', University of Pennsylvania Press, 2003, p.24. ISBN 0-8122-1863-9</ref> Gli ebrei dovevano controbattere. L'avrebbero fatto? "La questione era alquanto attuale all'epoca per noi giovani rampanti, specie per gli ebrei tra noi, poiché l'antisemitismo stava dilagando rapidamente nei circoli studenteschi. Le associazioni nazionali tedesche, chiamate Burschenschaften, avevano già cominciato ad espellere tutti gli ebrei e i discendenti di ebrei."<ref name="Diari"/> Schnitzler si trovò quindi ad osservare gli inizi del nazionalismo tedesco in Austria, che ebbe ebbe l'inaspettato effetto di creare un nazionalismo ebraico articolato ed organizzato.
{{quote|Uno degli studenti ebrei che apparteneva ad una confraternita nazionale tedesca prima dei cambiamenti appena citati, era Theodor Herzl. Il fatto che alla fine lo espellessero o, come si vantavano gli studenti, lo "sbattessero fuori", fu indubbiamente il motivo principale che trasformò questo studente nazionale tedesco in un sionista più entusiasta che convinto, e come tale ricordato dalla storia.|''Diari, cit.''<ref name="Diari"/>}}
Non dice granché d'altro su Herzl — ad eccezione di un successivo incontro fortuito in Inghilterra — né tantomeno sul movimento nazionale ebraico. Le sue associazioni, come annota egli stesso, furono principalmente con i "solidi circoli borghesi ebraici".<ref name="Diari"/>
 
==Note==